Ieri Roger Waters ha pubblicato un’altra commovente interpretazione di un suo classico: “The Gunner’s Dream”, da “The Final Cut” (1983). È il quarto brano dell’ipotetico album di “Encores” eseguito saltuariamente durante il tour di “Us + Them” negli anni 2017-2018.
Chissà se il disco – annunciato dal musicista già due anni fa – vedrà mai la luce, ma intanto Waters ha già realizzato in social distancing, con la straordinaria band del tour, nuove splendide reinterpretazioni di “Mother”, “Vera / Bring The Boys Back Home” e “Two Suns In The Sunset”, prima di questa meravigliosa “The Gunner’s Dream” che vede Waters al pianoforte (cosa rarissima), oltre che alla voce, intensissima.
Sui suoi canali social, il video è accompagnato da una vibrante introduzione che è un appello di pace e, nel contempo, una dedica ai fans: “La sera scorsa ho visto il film-documentario del 2013 ‘L’uomo che salvò il mondo’. Il nome dell’uomo è Stanislav Petrov. L’anno prima che Stanislav salvasse il mondo, nel 1982, scrissi una canzone: ‘The Gunner’s Dream’. È strano pensare che se Stanislav non fosse stato al posto giusto nel momento giusto, nessuno di noi sarebbe vivo, nessuno al di sotto dei 37 anni sarebbe mai nato. È riconosciuto da tutti, tranne che dai cretini in mezzo a noi, che quelle armi nucleari non hanno valore. È anche riconosciuto che sono bombe ad orologeria e le ignoriamo a nostro rischio e pericolo; gli incidenti succedono. Gli Stanislav di questo mondo sono merce rara. Siamo stati straordinariamente fortunati. Se governassi il mondo, ascolterei le parole dei saggi. Mi sbarazzerei delle armi nucleari. Come prima cosa, domani mattina. Nel giorno dedicato al dottor King. Ovviamente nessuno può governare il mondo; il mondo non può essere governato. Può solo essere amato, rispettato e condiviso. Visto che oggi siamo ancora qui, ecco una nuova registrazione e il video di ‘The Gunner’s Dream’, come regalo da parte mia, della mia adorabile band e dei nostri amici, per voi, con il nostro affetto. Roger”.
Il docu-film cui fa cenno Waters narra la vicenda che ebbe luogo il 26 settembre 1983. Quel giorno, Stanislav Petrovaveva 44 anni ed era tenente colonnello dell’esercito sovietico, responsabile del centro di rilevamento di attacchi nucleari dell’Unione Sovietica. Gestiva l’immensa rete di radar, satelliti, tecnici e analisti che cercavano di proteggere il loro territorio dai missili atomici statunitensi.
Alla mezzanotte di quel giorno, nel centro scattò l’allarme: i computer avevano rilevato un missile in volo verso la Russia. Petrov chiese conferma; i computer insistevano, ma i satelliti non vedevano il missile. Petrov credette che le macchine e gli algoritmi potessero sbagliarsi. Decise di aspettare: nei cinque minuti successivi scattarono altri quattro allarmi. Decise che l’allarme doveva essere un errore: non era ragionevole che gli americani lanciassero solo cinque missili e non, come tutti prevedevano, centinaia. Alcuni minuti dopo il radar confermò che non era in corso nessun attacco. Petrov aveva appena salvato il mondo.
Più avanti, nel suo scritto, con la frase “Nel giorno dedicato al dottor King” Waters rende omaggio ad un altro grande difensore dei diritti umani e premio Nobel per la Pace nel 1964: Martin Luther King, che era nato il 15 gennaio e al quale negli Stati Uniti è dedicata una festività nazionale, istituita nel 1983, che si celebra ogni anno il terzo lunedì di gennaio. Nel 2021, la ricorrenza cadeva ieri 18 gennaio, non a caso il giorno in cui Roger Waters ha pubblicato il video della nuova versione di “The Gunner’s Dream”. Video che si apre – tra l’altro – con la frase “I Had a Dream” che è un verso della canzone ma riprende anche la celebre “I Have a Dream” di Martin Luther King: l’omaggio di un grande attivista ad un altro grande attivista.