Il 20 gennaio del 1972 Syd Barrett fa la sua prima apparizione dal vivo, dopo quasi due anni di inattività, quando il musicista blues americano Eddie “Guitar” Burns suona al King’s College di Cambridge.
Dopo un set solista, Burns annuncia che a quel punto sarebbe stato accompagnato in una jam-session da Syd Barrett alla chiatarra, Twink (ex Pink Fairies) alla batteria e Jack Monck (ex Delivery) al basso. Il giorno seguente Monck, sposato con Jenny Spires, ex fidanzata di Syd, va a trovare Twink (che era nato a Cambridge e conosceva Barrett abbastanza bene) allo scopo di coinvolgere colui che aveva creato i Pink Floyd in un gruppo vero e proprio.
Syd accetta la proposta e il nuovo gruppo, che prenderà il nome di STARS, inizia a provare nel seminterrato della casa di Barrett, che serviva anche da sala prove. Diversi anni dopo Twink ricorderà che il gruppo si era formato in casa di Syd, durante una merenda a base di tè e biscotti: “Cominciammo a provare il giorno dopo nel seminterrato: portai là la mia batteria e praticamente ci mettemmo a fare una jam session. È stato veramente un piacere lavorare con lui. A un certo punto, dato che avevamo bisogno di un posto più grande per provare, cominciammo a suonare nella mia stanza a Cambridge – vivevo nel retro di un negozio – dove mettemmo a punto alcune canzoni di Syd».
Il debutto ha luogo in un caffè di East Road, poi seguono pochi altri concerti. Monck, a proposito di quel periodo, ricorda che: “Syd aveva un grande talento naturale ma mancava di disciplina. Siccome non si esercitava mai, avevamo problemi persino durante le prove. Era difficile capire se fosse soddisfatto ma credo che almeno in un paio di piccoli concerti si sia divertito.”
Le voci di un ritorno di Barrett giungono anche alle orecchie del promoter americano Steve Brink, che ingaggia gli Stars in vista di una apparizione degli MC5 al Corn Exchange di Cambridge. Syd apre il concerto con una lenta versione di “Octopus“, ma il pubblico resta sconcertato quando risulta evidente che non è possibile riuscire a percepire le parole del testo. Barrett prosegue con “Dark Globe”, “Gigolo Aunt”, 2Baby Lemonade”, “Waving My Arms” e “Lucifer Sam”.
Dopo “Gigolo Aunt” Syd mormora, con un filo di voce: “Non so come si intitolava“. Monck ricorda in questo modo quello spettacolo: “Fu l’ultimo concerto che facemmo. Non si trattò di un completo disastro ma si avvertì nel pubblico una chiara atmosfera di freddezza nei confronti di quello che era stato presentato come un ritorno. Quel che il pubblico vide era un uomo che si stava disintegrando, un brutto spettacolo, il problema è che non si trattava di finzione, stava accadendo realmente.”
Quella sera il Melody Maker, un settimale di musica dell’epoca, invia un cronista, che realizza un nitido ritratto dell’ultima apparizione di Barrett: “Per più di dieci minuti ha suonato un assolo assurdo fatto di accordi sbrindellati. I capelli scompigliati gli coprivano il volto chinato sulla chitarra e lui alzava lo sguardo solo raramente. Cambiava tempo quasi ogni minuto, e gli accordi che suonava avevano poco senso. Le dita della sua mano sinistra si muovevano sulla tastiera come fossero corpi estranei. Formava accordi, li modificava – sembrava vicino a trovare quelli adatti – poi si perdeva di nuovo. A un certo punto si è grattato il naso sospirando lievemente. Era come vedere qualcuno che cercava di ricostruire una memoria che aveva subito un profondo shock. Anche se faceva andare fuori tempo il bassista e Twink non riusciva a seguirlo, Syd continuava a suonare. I suoi accordi erano fuori tonalità e continuava a lanciare occhiate di rimprovero verso Twink e il bassista, come se fosse colpa loro. Non c’era una struttura nella sua musica, ma se ti sforzavi riuscivi a intuirne vagamente una, potevi vedere piante rampicanti nel cielo. L’ampio pavimento in calcestruzzo alla fine era coperto di rifiuti, non c’erano più le persone, ma i loro resti. E Syd continuava a suonare. Chi ascolterà ancora Testamatta?”.
Anche Rob Chapman (autore del libro “Syd Barrett – Un Pensiero Irregolare”) è presente in sala: “Ho visto Syd Barrett in concerto solo una volta. Era la serata, oggi tristemente famosa, che tenne con gli Stars a Cambridge al Corn Exchange, nel febbraio 1972. La breve carriera musicale di Syd era allo stadio finale e le (più o meno) trenta persone lì presenti erano testimoni della sua discesa verso il baratro. Non che mi accorgessi di questo al tempo. Avevo diciassette anni ed ero estasiato: lui era a pochi passi da me. Scrissi un’altrettanto estasiata recensione di quella performance per una rivista di fan che si chiamava “Terrapin” (al tempo l’espressione fanzine non si usava ancora) e non potevo certo immaginare che sarebbe stata l’ultima recensione in assoluto di un concerto di Syd.”
La settimana dopo Syd si presenta a casa di Twink, stringendo l’articolo di Melody Maker e annuncia che è tutto finito. Tutte le prove degli Stars furono registrate su un nastro e probabilmente Syd le ha conservate. Recentemente è stata messa all’asta anche una registrazione del concerto del 27 gennaio 1972, ma esistono anche altre registrazioni di quei concerti: nell’estate del 1985 Mark Graham, stava ripulendo la control room della Corn Exchange e si è imbattuto nel nastro di Syd e gli Stars.
Dopo averlo ascoltato si rende conto che a parte la qualità scadente dell’audio, era “assoluta merda“, ma avrebbe potuto essere un nastro storico essendo l’ultimo concerto di Syd Barrett, ma non avendo il suo numero di telefono chiama la EMI (leggi l’articolo) che il giorno seguente invia subito un funzionario ad ascoltare il tutto, ma non dice nulla fino alla fine: “Questa registrazione non può aggiungere nulla alla leggenda di Syd può solo metterlo in discussione, non deve mai essere resa pubblica“.
Anche se non confermato, Pete Brown, paroliere di Jack Bruce, afferma che nell’estate del 1973 Syd Barrett suonò in un locale di Cambridge degli accordi jazz, senza essere riconosciuto. Ed è stata l’ultima apparizione in pubblico di Syd.
(tratto da Pink Floyd Italia)