29 Marzo 2019: gli Zombies, a più di cinquant’anni di distanza dal prematuro scioglimento e a quindici dal loro pieno ritorno in attività, conquistano un posto nella celeberrima Rock And Roll Hall Of Fame, il tempio dei Grandi della Musica.
Una vittoria che potremmo paragonare a una Laurea Honoris Causa
E che corona una lunga e travagliata carriera iniziata nella città inglese di Saint Albans agli inizi del 1961: siamo agli inizi del decennio, e la musica rock e pop che lo renderà universalmente noto non è ancora esplosa. Anzi, è ancora lontanissima dall’essere concepita, dato che mancano ancora i gruppi intenti a scriverla e soprattutto a suonarla: per fare un semplice esempio nomi quali The Who, The Rolling Stones oppure The Kinks vedranno la luce a partire dal 1962, se non dopo ancora; i Beatles esistono, ma sono ancora un gruppo poco conosciuto, per lo più impegnato a farsi le ossa nei poco raccomandabili locali di Amburgo.
Se ci fate caso, i pochi nomi che ho fatto sono accomunati da una caratteristica geografica: provengono quasi tutti da una grande realtà urbana come Londra; solo i Beatles non sono originari della zona, dato che provengono dalla provincia, per l’esattezza dalla città portuale di Liverpool, sicuramente più piccola della Capitale, ma tutt’altro che secondaria come importanza economica, situata a ben 334 km da essa.
Nella cittadina di Saint Albans, piccola e raccolta realtà urbana relativamente vicina alla città bagnata dal Tamigi, agli inizi del 1961 qualcosa bolle in pentola
Rodney Terence Argent, conosciuto come Rod, desidera dar vita a un gruppo. Il progetto è condiviso dai suoi amici, nonché compagni di scuola, Paul Atkinson e Hugh Grundy, i quali – una volta raggiunto il livello professionistico – saranno rispettivamente chitarrista e batterista degli Zombies, mentre Argent ne diverrà il tastierista, conferendo un timbro inconfondibile allo stile delle loro canzoni. Manca un bassista a dare spessore al nuovo sodalizio: Argent pensa bene di rivolgersi a suo cugino, di pochi anni più grande di lui, Jim Rodford (1941-2018). In quel periodo il futuro membro di Argent e Kinks suona come bassista nel gruppo locale dei Bluetones. Rifiuta la proposta di Rod, ma in cambio accetta di dare una mano al suo nuovo gruppo, soprattutto prestando loro gli strumenti per le loro prime prove insieme (la cosa non stupisce, dato che ai loro esordi i gruppi spesso non hanno abbastanza denaro per permettersi strumenti di qualità decente, men che meno di proprietà).
La primissima formazione di quelli che saranno gli Zombies si completa con l’arrivo, nell’Aprile 1962, di Colin Blunstone e Paul Arnold
Sarà soprattutto il primo a fondere la propria abilità canora con le tastiere di Argent, producendo pertanto quel timbro unico che rende ancor oggi nota e soprattutto affascinante la produzione del gruppo. Ancor oggi la formazione inglese annovera Argent e Blunstone come loro incrollabili capisaldi, sia dal punto di vista della presenza che di quello del sound: senza loro due non si parlerebbe di Zombies. Visto che si è nominato il quasi sconosciuto Paul Arnold, non penso sia superfluo ricordare che la sua presenza nel gruppo fu sì volatile, ma in compenso lasciò un segno indelebile: fu proprio lui – stando ai resoconti successivi di Blunstone e Argent – a trovare il nome che ben si adattava al gruppo.
La scelta di chiamarsi The Zombies fu un passaggio obbligato dopo che i suoi membri si erano resi conto che esistevano già altri gruppi battezzati con il nome The Mustangs (all’epoca era moda assai diffusa quella del darsi nomi dal vago sapore americaneggiante).
Arnold probabilmente aveva sentito parlare dei famosi morti viventi da Haiti, ma Blunstone ed Argent ne avevano una vaghissima idea, o forse manco sapevano di cosa si trattasse: il fatto che, nonostante ciò, il nome fosse stato adottato come definitivo conferma la bontà dell’intuizione di Arnold il quale, perso l’interesse nel gruppo, decise, di contro, di dedicarsi agli studi di medicina. Il posto di bassista, lasciato vacante proprio da Arnold, fu riempito dall’arrivo di Chris White (1943): la classica formazione degli Zombies poteva dirsi stabile e completa!
Tra i primi passi compiuti dal gruppo vi fu la vittoria nella gara tra gruppi beat emergenti, sfida patrocinata dal quotidiano londinese Evening News
Non si trattò di una semplice soddisfazione, dato che essa aprì la strada per il primo contratto discografico, siglato con la Decca. Il 12 Giugno 1964 venne posta la prima pietra nella costruzione della loro leggenda: negli studi londinesi di registrazione di West Hampstead fu registrato il loro brano più famoso, quello che è diventato la loro bandiera e che ancor oggi risulta essere il più eseguito ai concerti. Mi riferisco a “She’s Not There”, della quale i Santana registrarono un’interessante cover nel 1977.
La composizione, a firma Rod Argent e caratterizzata da una seducente linea di basso posta in apertura, fu pubblicata come primo singolo il 24 Luglio 1964 nel Regno Unito [Decca F11940] e il successivo 7 Settembre negli Stati Uniti [Parrot 45PAR 9695 ]
Per il Lato B era stata scelta “You Make Me Feel Good” (brano non incluso in Begin Here, l’album d’esordio). Paradossalmente al singolo in questione – soprattutto per via del Lato A – il successo maggiore arrise negli Stati Uniti, dove raggiunse la seconda posizione nella Billboard Hot 100 e vendette più di un milione di copie.
Sull’onda del successo iniziale, gli Zombies vennero immediatamente mandati in America per ritagliarsi la loro fetta di gloria in mezzo a tutti gli altri gruppi britannici impegnati ad assolvere alla stessa missione
Durante la loro permanenza sul suolo a stelle e strisce furono ospiti della trasmissione televisiva Hullabaloo: in tale circostanza fecero un’esecuzione pubblica di “She’s Not There” insieme a “Tell Her No”, loro terzo singolo (uscito il 28 Dicembre 1964 negli Stati Uniti – [Parrot 9723]). Con il secondo singolo – “Leave Me Be” / “Woman” – è interessante notare come iniziò a manifestarsi una sorta di tendenza negativa nelle performance dei 45 giri in classifica: il Lato A fu un vero flop nel Regno Unito; per reazione la stessa canzone fu pubblicata negli Stati Uniti come Lato B del singolo con “Tell Her No”(quest’ultima canzone tra l’altro fallì l’ingresso nella Top 40 britannica).
Con i singoli pubblicati tra il 1965 e il 1966 [per tale motivo rimando alla lista contenuta della pagina Wikipedia del gruppo] le cose non fecero che peggiorare, dato che i singoli non si piazzarono manco lontanamente in classifica, oppure lo fecero conquistandosi posizioni assai basse (es. al di sotto della n. 100).
A posteriori tutto ciò sembra incredibile, assurdo ed inspiegabile, dato che si parla di canzoni straordinariamente innovative sotto vari punti di vista (sequenza degli accordi, purezza della meravigliosa voce di Colin – scelto come frontman, abilità esecutiva con gli strumenti musicali impiegati, qualità dell’incisione sonora). Inspiegabile non fu solo la mancanza di successo di questi singoli, ma anche il fatto che il materiale registrato non fosse stato raccolto nella scaletta di un album che facesse seguito a Begin Here (uscito il 9 Aprile 1965).
All’inizio del 1967 il successo che il gruppo attendeva con ansia tardava a farsi sentire
Per uscire dall’impasse, gli Zombies firmarono un contratto con la divisione britannica della CBS. Per l’etichetta discografica realizzarono un disco che all’epoca passò pressoché inosservato, ma che nei decenni successivi alla sua uscita conquistò – come il gruppo che l’aveva prodotto – una posizione di tutto rispetto: stiamo parlando ovviamente del mitico Odessey And Oracle, un LP in cui è possibile immergersi nei luminosi colori sia della copertina che delle canzoni. L’opera, seppur straordinaria, era il canto del cigno del gruppo (almeno, così sembrava allora), dato che uscì il 19 Aprile 1968, quando il gruppo, di fatto, aveva già chiuso i battenti.
[Il racconto prosegue nella seconda e ultima puntata]