“La musica classica non ha la stessa diffusione del rock e del pop perché non ha i video. Ma son certo che se editassero videoclip ad hoc, sarebbe la più ascoltata” (FrankZappa)
Carriera rapida e fortunata, conquistatore di cuori, fama di grande virtuoso del violino e della chitarra: è Niccolò Paganini, musicista ottocentesco, vero e proprio primo rocker dell’era moderna.
Si è soliti pensare ai rocker come a coloro i quali vennero tra noi comuni mortali a irradiarci le giornate con splendidi assoli e assordanti riff da Elvis in poi, ma la storia non puù essere analizzata in modo parziale e difettoso.
È un continuo temporale che si evolve, si mescola, esplode o implode dal giorno in cui l’uomo della Tradizione sbattè in primi legnetti tra di loro al duo Manson-Depp accusato di nefandezze, sessismo e violenze.
Breve parentesi: se nelle scuole venisse fatta percepire la bellezza della musica classica e soprattutto la sua contiguità col rock, oggi avremmo persone più felici. In fondo, fu lo stesso Platone a ipotizzare una educazione musciale (e ginnica) sino al compimento del trentesimo anno per poi proseguire negli studi meramente filosofici.
Ma torniamo al Paganini. Nasce a Genova e nella stessa città ligure si affermerà come concertista. Nel 1828 inizia una lunga e stancante tournée europea dove si consacra come mostro sacro del violino e della chitarra. Roba da far rabbrividire i Queen. Muore a Nizza nel 1840, ma risuonerà in eterno in tantissime composizioni rock. La sua brillante carriera andò di pari passo coi suoi amori ribelli: un vero e proprio Jim Morrison del Romanticismo.
Come un odierno Slash, B.B. King o Eric Clapton, fu il primo musicista a identificarsi totalmente con gli strumenti a corde, violino soprattutto, altra peculiarità particolarmente in voga tra i chitarristi anni Ottanta e Novanta e oggi caduta in disuso.
I suoi livelli raggiunti facevano rabbrividire persino Chopin, che mai negherà di ispirarsi a Niccolò. “Bene – mi contesterai, oh gentil lettore – mi hai quasi convinto, ma fammi ascoltare qualcosa!”. Ed hai ragione.
Se abbia venduto l’anima al diavolo non è dato saperlo, ma ipotizzarlo sì. In stile Robert Johnson.
Ascolta a tutto volume Capriccio nr. 24 di Niccolò Paganini, interpretato da Alexander Markov. E se dal minuto 2.41 sentirai un crescendo di energie, non stupirti: la musica classica è veramente rock!