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John Lennon e David Bowie, un’amicizia destinata a durare per sempre

John Lennon e David Bowie Grammy Awards 1975

Sono convinto che l’amicizia nata tra John Lennon e David Bowie fosse proprio una bella amicizia, una rara amicizia destinata a durare per sempre.

Il 1° marzo del 1975, John Lennon e Yoko Ono, dopo una separazione durata ben due anni, si ripresentano ancora una volta insieme. L’occasione é quella della 17^ cerimonia di consegna dei Grammy Awards, che si tiene al Teatro Uris di New York. Quel giorno c’è anche il fotografo Ron Galella, forse il più famoso paparazzo del mondo, il quale scatta una serie di foto eccezionali.

Tra le tante, a mio parere la più bella è quella che ritrae il gruppo di artisti dove compaiono, partendo da sinistra, David Bowie, Art Garfunkel, Paul Simon, Yoko Ono, John Lennon e la cantante e pianista statunitense Roberta Flack. Era da tanti anni che non si vedevano tante stelle, così diverse tra di loro, brillare tutte insieme, nello stesso momento, nello stesso luogo, anche se Lennon e Bowie si erano visti pochi mesi prima, sempre a New York.

Quando si parla di stelle ci si addentra in un mondo misterioso, il quale, come affermava spesso Albert Einstein, è il mondo più lontano dalla nostra esperienza.

Un mondo all’interno del quale tutto diventa strano, uno spazio infinito che ci obbliga sempre a confrontarci con alcuni momenti di riflessione, quelli che ci fanno sentire inermi, piccoli – piccoli. La consuetudine di chiamare “stelle” anche i più importanti artisti del panorama internazionale forse dipende dal mondo greco antico, dove il cosmo era paragonato ad una scala musicale o forse dal fatto che i grandi artisti non muoiono mai, ed insieme alle loro opere, brillano per sempre sopra il mondo. 

Personalmente, nella mia fantasia, vedo brillare tante altre cose in cielo. Una stella per ciascuno dei grandi amori, quelli così forti da non spegnersi mai, ed una stella per ognuna delle grandi e profonde amicizie che ogni tanto nascono tra le persone. “L’amicizia è la cosa più difficile al mondo da spiegare” diceva il celebre pugile Muhammad Ali. Infatti certi incontri, certe affinità comuni, diventano parecchio difficili da etichettare come semplici prodotti di una indefinita casualità.

Nel tempo magico della musica, non si è mai parlato molto dell’amicizia che legava David Bowie a John Lennon. Nel 2016, è la stessa Yoko Ono che per ricordare l’amico David appena scomparso, racconta di un legame molto forte; parla del Duca Bianco con molto affetto, cose se facesse parte della loro famiglia. Di sicuro, si sapeva che Bowie ammirava molto l’ex Beatle, tanto da suonare ai suoi concerti molte canzoni firmate dallo stesso Lennon, che considerava giustamente un grande maestro, un grande artista, un grande uomo. Un’amicizia a quanto pare molto solida ma di cui non si sapeva molto.

È così che la curiosità mi ha sempre portato a ricercare, a studiare e come anche in questo caso a scoprire qualcosa di sorprendente.

Forse non tutti sanno che John Lennon nel corso della sua straordinaria carriera è stato anche un chitarrista turnista, se così si può dire.

Siamo nel 1975 all’interno dei gloriosi “ Electric Lady Studios” del Greenwich Village di New York, studi di registrazione fondati da Jimi Hendrix nel 1970, probabilmente i più antichi studi di registrazione della città. Arriva John Lennon per salutare l’amico David che in quel momento è alle prese con la lavorazione dell’album “Young Americans” . I due si guardano e decidono al volo di comprendere nell’album due canzoni non previste, perché quella loro amicizia deve essere ricordata per sempre. David propone “Across The Universe” con John alla chitarra, mentre John propone di scrivere una canzone nuova insieme al grande chitarrista Carlos Alomar, lì presente.

La canzone s’intitolerà “Fame” e raggiungerà il primo posto della hit parade americana. Nella registrazione originale di “Fame” si sente anche il respiro di John Lennon il quale inavvertitamente appoggia il mento alla cassa della chitarra. La nuova versione di “Across The Universe” cantata da David Bowie, è, a detta di Lennon,  addirittura migliore dell’originale. 

Misteriose, magnifiche, straordinarie sequenze di storia che non si potranno mai più ripetere.

— Onda Musicale

Tags: John Lennon, David Bowie
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