Pianista, laureato in legge ma soprattutto grande interprete del basso elettrico: Stu Cook è tutto questo. Ripercorriamo la sua incredibile vita e carriera.
25 aprile 1945 nasce a Stanton, in California, Stuart Alden Cook. Meglio conosciuto come Stu Cook, diventerà celebre come bassista della rock band Creedence Clearwater Revival.
Stu Cook si avvicina alla musica da molto giovane. Da bambino e adolescente passa molto tempo ad esercitarsi nel “pianoforte classico”. Tuttavia, presto si appassiona all’R&B. Un genere musicale, questo, che ascolta spesso in una radio locale di Oakland, la KWBR.
Dai Blue Velvets ai Creedence Clearwater Revival
Nel 1959 il futuro bassista è iscritto al Potola Jr. High di El Cerrito (California). È lo stesso istituto contemporaneamente frequentano altri due membri dei futuri Creedence, John Fogerty e Doug Clifford.
Le strade di Fogerty e Clifford presto si incrociano. Ad unirli è la passione per l’R&B, il blues e il rock and roll. Nascono, quindi, i Blue Velvets. Fogerty si mette alla chitarra mente l’amico alla batteria. Dopo un po’, tuttavia, sentono che al loro sound manca qualcosa. Decidono, quindi, di coinvolgere proprio Stu Cook. Il giovane entra a far parte del gruppo occupandosi del piano.
I primi live e registrazioni
Alla fine del 1959, i Blue Velvets si cimentano nei loro primi live. Si esibiscono in balli, fiere e feste locali. Inoltre, nello stesso anno, fanno le loro prime esperienze in sala di registrazione. Un’interessante testimonianza di tutto ciò arriva proprio da Fogerty. La riporta, Hank Bordowitz, autore del libro Bad Moon Rising: The Unauthorized History of Creedence Clearwater Revival (Schirmer Books, 1998).
Il musicista racconta: “Ho avuto la mia garage band per tutte le scuole medie e superiori, e anche una semi carriera in studio di registrazione. Significa che ho inciso per la prima volta quando ero in prima superiore. Noi, i tre membri dei Creedence, eravamo la band di supporto in un album di James Powell, un cantante afroamericano di Richmond, California, in una piccola casa discografica, la Christy Records. In realtà, è stato suonato in a stazione radio locale di rhythm and blues, penso fosse KWBR, per circa tre settimane. Era una tipica canzone slow doowop a quattro accordi chiamata Beverly Angel …”
Nel 1963 il fratello di John, Tom, diventa la voce ufficiale dei Blue Velvets. Fino ad allora nessuno cantava all’interno del gruppo. Quindi, i loro inediti erano prevalentemente strumentali. Con l’arrivo di Tom, la band assume il nome di Tommy Fogerty and The Blue Velvets. I quattro ragazzi continuano poi a suonare sia dal vivo che in sala d’incisione.
Il primo contratto
Nel 1964 la band ottiene un contratto con la Fantasy Records di San Francisco. Pubblica poi un suo album, dandosi un nuovo nome, The Golliwogs. Inoltre, il gruppo va avanti con la sua esperienza live, rimanendo, però, nei soliti contesti locali. Contemporaneamente Stu Cook comincia a concentrarsi sempre più seriamente sul basso elettrico. Nonostante tutto ciò, i quattro musicisti non riescono, almeno per il momento, a sfondare.
Come riportato dal magazine britannico Uncut, Stu Cook ha parlato così di quel turbolento periodo: “Noi quattro abbiamo speso gli anni immediatamente successivi a pubblicare registrazioni di poco successo e andando in tour nella California centrale e del nord, suonando in piccole cittadine e basi militari. Abbiamo avuto diversi nomi: The Visions, Tommy Fogerty & The Blue Velvets, The Golliwogs. Abbiamo fatto uscire una mezza dozzina di singoli con la Scorpio label, una sussidiaria della Fantasy. Sono state in rotazione radiofonica in cittadine come San Jose, Lodi, Merced, tutte le piccole stazioni in Central Valley“.
Il successo e lo scioglimento del gruppo
Questi anni risultano monto precari per Stu Cook e gli altri membri della band. Sono sempre in bilico tra continuare con la musica e lasciare perdere definitivamente qualsiasi ambizione. Lo stesso bassista, ad esempio, si laurea al San Jose State College, che frequenta assieme a Doug. Si specializza, poi, in giurisprudenza, seguendo il volere del padre.
Nel 1967, però, i quattro musicisti compiono una scelta drastica. Decidono, infatti, di dedicarsi al 100% alla musica. Stu Cook arriva perfino a dar via la sua nuova auto per racimolare denaro a tale scopo. Un veicolo che suo padre gli aveva regalato per la sua laurea. Inoltre, tutti i membri della band uniscono i propri risparmi per avere abbastanza liquidità e vivere dedicandosi alla musica per qualche tempo.
I primi risultati iniziano ad arrivare. Alla band viene dato un nuovo nome, Creedence Clearwater Revival. Nel 1969, esce il loro primo album, dal titolo omonimo, e viene accolto piuttosto bene. I lavori seguenti ottengono un sempre maggior consenso. Per di più, i Creedence si aggiudicano un posto ad un evento che farà la storia della musica, il festival di Woodstock. Sono i primi passi verso il successo planetario.
Nel 1971 ci sono, tuttavia, i primi screzi. Tom sceglie di lasciare la band. Stu Cook, John e Doug decidono comunque di continuare a suonare assieme. Inizialmente, pensano di inserire nella formazione Duck Dunn, futuro bassista della celebre Blues Brothers Band. Alla fine, scelgono di rimanere un trio. Il progetto, però, non funziona. Di conseguenza, nel 1972 arriva lo scioglimento definitivo dei Creedence.
Stu Cook: la carriera dopo i Creedence
Dopo la rottura dei Creedence Stu Cook continua a rimanere nel mondo della musica. Lo fa entrando nella Don Harrison Band, assieme anche a Doug. Successivamente, si occupa della produzione di 15 brani per il gruppo Roky Erickson and the Aliens. Da tale lavoro nascono due album, The Evil One e I Think of Demons, entrambi usciti nel 1980.
Nel 1986 il bassista inizia a suonare nei Southern Pacific, un gruppo country. Collabora con loro fino al 1991. Due anni più tardi prende pure parte ad audizione per una band leggendaria. Si tratta dei Rolling Stones. Quest’ultimi, infatti, in quel periodo stanno cercando un nuovo bassista dopo che Bill Wyman gli ha lasciati.
Nel 1995 Stu Cook decide, assieme sempre a Clifford, di riprendere in mano il progetto dei Creedence. Mettono quindi in piedi i Creedence Clearwater Revisited. Il progetto vede la collaborazione con svariati musicisti famosi. Grazie ad esso, il grande pubblico ha potuto ascoltare di nuovo live i successi della leggendaria band.
Sources: Wikipedia, uncut.co.uk e creedence-online.net