Nella nostra città è possibile vedere ancora per qualche settimana due mostre di giovani artisti: Wyatt Kahn e Katerina Janeckova.
La prima alla Galleria Civica di via Belenzani, a cura del Mart di Rovereto, porta in Italia l’artista newyorkese Kahn con “Variazioni sull’oggetto”, opere in bilico tra pittura e scultura.
Tele di medio grandi dimensioni, i cui materiali e colori sobri, sabbiosi, si accostano in geometrie e fratture nelle quali è possibile rintracciare forme viventi (mani, piedi, alberi, ecc). In questo caso l’arte diventa estremamente elegante, silenziosa, priva com’è di cromie, ma non per questo meno intensa e capace di veicolare sostanza e messaggio. Le crepe, gli scavi nella materia, sono metafore di mondi e di memorie che in un certo momento hanno saputo o potuto comunicarsi. Una capacità, quella dell’artista, di filtrare l’esistente fino alla forma più pura, prima che la forma perda se stessa.
La seconda mostra, allestita allo Studio Raffaelli di via Marchetti, ci propone – com’è nello stile della galleria – un’altra giovane artista, Katarina Janeckova di Bratislava, naturalizzata americana.
Qui la provocazione e il gioco la fanno da padroni sin dal titolo: “How to Make a Bear Fall in Love”, come fare innamorare l’orso. Dentro tele di varie dimensioni e disegni con pastelli ad olio, la figura femminile si offre nuda all’amplesso con l’animale, in svariate pose; gioca, incontra, spia e si fa spiare negli ammiccamenti dell’erotismo che intercorrono da sempre tra i generi e i sessi.
L’orso-uomo, incarnazione degli istinti, espressione del piacere e di insopprimibile vitalità e la donna, libera di mostrarsi nella sua nudità e nel suo desiderio, sono figure che si armonizzano con gli sfondi dinamici, osmotici nei quali sono immerse.
Due mostre assai distanti per stile e contenuti, ma che sono occasione di conoscere e riflettere su quanto i giovani vanno producendo nel campo delle arti.
Clara Lunardelli – Onda Musicale
