Riprendendo i legami con una vecchia amica ho avuto recentemente modo di essere sbalzato in una dimensione completamente diversa della sorridente cittadina di Trento.
Mi spiego meglio: ultimamente mi sono concentrato sull’ascolto di brani swing ed elettro swing, perduti nella memoria di qualche anno fa. Un’amica, ballerina di swing, ha attirato il mio interesse verso la sua scuola di ballo, la Swing Dance Trento, unica manifestazione del genere musicale nella Provincia.
Vi racconto un po’ com’è andata.
Una docente di ballo. Sono davanti ad una birra fresca, in uno dei principali locali della città. Attendo un collega, mentre pigramente passo lo sguardo dal mio orologio da taschino ad un gruppetto di persone che parlano e si passano un portatile, discutendo in modo concitato. Attorno a me l’atmosfera è leggera. La gente fa discorsi leggeri, parlano della giornata, delle passioni. Parlano in inglese e spagnolo.
Mi risveglio dal torpore. Una donna vestita di un elegante rosso, uscita dal gruppo che stavo pigramente osservando, ci chiama a raccolta: “Chi è qui per il corso di swing, venga con me!”.
Arriva il mio collega, seguiamo il piccolo assembramento di gente.
Saliamo alcune scale, ci ritroviamo al piano superiore del bar, una mansarda in legno per gli eventi.
Mentre le persone si sistemano, mi avvicino alla donna dal vestito rosso, che con tutta evidenza è la docente di ballo. “Salve, sono di Onda Musicale, ci eravamo sentiti per…”. Mi guarda, sorridendo: “Si, lo so chi sei. Ma prima balli e poi rispondo alle domande”.
Punto. Lo sapevo che sarebbe finita così.
Non so se avete presente quegli esponenti della categoria “Alto. Goffo. Elefante da cristalleria.” Eccomi, presente.
E così mi ritrovo pronto a ballare, cercando un modo per trovarmi a mio agio mentre nel contempo cerco di non pensare a quante volte calpesto i piedi delle povere malcapitate.
Danzatori di swing. E poi tutto cambia. I maestri dello Swing Dance Trento si presentano. Mentre Elisabetta parla, presentandoci il corso, i suoi collegi si lanciano in uno swing, catturando la nostra attenzione. È un continuo tentativo di seguire le perle storiche della docente e i movimenti rapidi e a tratti quasi ribelli dei danzatori.
L’aria si trasforma in una danza di gonne colorate, bretelle e sorrisi.
Le ambientazioni dei vecchi film prendono vita davanti a me, mentre i loro modi ci fanno ridere e sognare. L’applauso finale è tutto meritato.
“Diventerete così in sei mesi”, dice Elisabetta. Evidentemente, non sa con chi ha a che fare. Ma il suo modo di parlare è serio. E ci si può credere, non c’è altra scelta.
Balliamo per un’ora, imparando la base del Lindy Hop, il Triple Step.
A fine sessione, gli istruttori ci invitano sul dancefloor del bar, dove ci attende un evento di social dance, come vengono chiamati gli incontri di swing.
“Ora – si gira verso di me una sorridente Elisabetta – ho tempo per te”.
La Swing Dance Trento. Siamo di nuovo ai tavolini. L’atmosfera del bar ora totalmente diversa: sembra di essere tornata agli anni ’30, con danzatori, provetti e non, che si lanciano in balli di gruppo.
Le nostre elegantissime dame sono davanti a noi, e a turno rispondono cortesemente alle nostre domande.
Elisabetta è un insegnante di danza. Proveniente dall’ambiente della danza contemporanea, ha insegnato tango argentino. Ama cantare swing.
Claudia insegna lingue e fa Jazz.
Per entrambe la danza è come una lingua universale.
La loro danza del cuore è la Lindy Hop, una esponente della famiglia dello Swing, chiamata così in occasione del primo volo transoceanico compiuto dal pioniere dell’aviazione Charles Lindbergh, detto Lindy. Uno “hop”, un solo piccolo salto dall’America all’Europa.
Un breve calcolo, ci avvertono che il gruppo è attivo da tre anni e sta bene. Anzi, ottimamente dato che il numero di iscritti ha permesso di aprire anche a Rovereto.
I numeri per la scuola ci sono, anche in una realtà piccola come Trento.
Anche se le condizioni in cui lavorare sono difficili, data la complessità nel gestire eventi serali, a causa del coprifuoco cittadino che purtroppo rende musicisti e scuole come questa impossibilitate nella serena gestione delle attività di svago (considerazione mia).
Insegnare ad amare, insegnare a ballare. Ci fermiamo un secondo, arrivano altri ragazzi, si siedono con noi mentre continuiamo la conversazione. Parliamo un po’ di musica, di passioni. L’atmosfera è elegante, i ragazzi che ballano all’interno del bar sono bellissimi, in abiti che sembrano usciti da film.
Parte un ballo di gruppo, alcuni dei nostri ospiti si alzano, chiedono venia, sorridono e corrono a ballare. Mi scappa un sorriso, è tutto molto diverso dalla monotonia cittadina.
Le nostre gentili compagne di serata continuano i discorsi interrotti.
“I corsi sono gestiti a quadrimestre.” Per i docenti questa è la scelta più completa: prima le lezioni erano tenute a cadenza bimestrale, 8 corsi in tutto. Accadeva, però, che i corsisti non si sentissero ancora pronti a ballare.
“C’è un dibattito internazionale – afferma Elisabetta – sulla didattica. Il Lindy Hop è uno stile di vita”.
Lei e Claudia si spostano spesso all’Estero per seguire gli aggiornamenti del settore. Recentemente sono state dai loro colleghi di Berlino, presso lo SwingStep Berlin.
“Lo scopo di questo ballo è di conoscere persone, creare gruppi”, affermano. “Anche nell’insegnamento nasce il desiderio di far capire che è una danza complicata, serve del tempo per interiorizzarla. Non si tratta solo di musica, ma di tutto il contesto. Nasce per divertirsi, non è un ballo per professionisti, come può essere il tango.”
Così, il gruppo decide di istituire un corso su quattro mesi, che serve a dare le basi per i primi passi, a cui poi seguirà il corso completo, di un anno. Ovviamente la scuola spinge sulla seconda opzione, venendo incontro alle esigenze di chi si iscrive al corso.
Visti i numeri, lo Swing Dance Trento si è risolto a costituire un percorso di training per insegnanti: cercano la qualità chiamando esperti ballerini in movimento da tutta Europa. Perché questo è lo spirito dello Swing. Muoversi, conoscere.
La lingua è l’inglese, il linguaggio è la danza.
I corsi inizieranno ad ottobre. Ci si può registrare dal loro sito internet o dalla pagina Facebook.
Skip up home. Guardo nuovamente il mio orologio da taschino. È quasi mezzanotte: abbiamo parlato molto, avrei voluto soddisfare molte altre curiosità. Ma il tempo è tiranno e ci sono altre cose da fare: bisogna uscire dal sogno.
Io e il mio collega ringraziamo per la cortesia. Mentre salutiamo e ci incamminiamo nuovamente verso la tranquilla cittadina, volgo un ultimo sguardo verso il bar. Stanno ancora ballando suoni felici, fatti di spensieratezza e allegria: sembra davvero di essere in un altro luogo.
Michele Venuti – Onda Musicale