Siamo in America nel 1978 ed i due fratelli Van Halen, Eddie ed Alex, pubblicano l’album d’esordio che porta il loro stesso cognome, stessa cosa per la band. A completare la formazione della band ci sono il cantante David Lee Roth, detto anche Diamond Dave, ed il bassista Michael Anthony.
I Van Halen, nonostante i vari problemi interni ed i cambi di line – up, sono sempre rimasti un gruppo di riferimento per i chitarristi grazie alla sei corde infuocata di Eddie Van Halen.
Ricordiamoci che la famiglia Van Halen era poverissima ed il chitarrista aveva cominciato a muovere i suoi passi, assieme al fratello, sui tasti in avorio del vecchio pianoforte di casa.
Ma bando alle ciance e diamo un’occhiata alla tracklist dell’esordio della band americana.
Runnin’ with the Devil: Nessun amore, nessuna casa e nessuna certezza perché qui sta “correndo con il diavolo”. Questo è il singolo che apre il disco e ci dimostra subito l’eccellente ritmo di Michael Anthony, che firma l’intro, e le capacità vocali di Diamond Dave.
Le vere chicche sono i due assoli di Eddie dei quali, il secondo, è veramente spettacolare. Da ricordare che questa canzone venne usata anche nel divertente film “Detroit Rock City” (leggi qui l’articolo).
Eruption: A parte l’intro di basso e batteria questa è la traccia più riconoscibile di Eddie Van Halen in cui dimostra tutta la sua follia tecnica.
Vertiginosi tapping, distorsioni armoniche, insomma, Eddie allo stato puro. Il bello è che il pezzo è nato come riscaldamento e poi si è deciso di registrarlo
You Really Got Me: alla frenesia chitarristica segue un’indiavolata cover di un classico dei Kinks, famosi anche per brani come “Wonderboy” e “All Day and All of the Night”, ma nella loro versione più scatenata. Semplicemente fantastica.
Ain’t Talkin’ ‘bout Love: una cascata di palm muting, armonici artificiali e bending apre la prima traccia dell’album.
Qui Diamond Dave ci parla di un amore marcio sostenuto da dei cori, e dai suoi “hey hey hey”, che sono ormai un classico mentre, di sotto, la chitarra di Eddie sviscera assoli e riff senza freni.
I’m the One: riff iniziale che può ricordare i primissimi Iron Maiden, o l’altro classico dei VH come “Hot For Teacher”, ma che la tecnica di Eddie rende immediatamente suo.
Veloce, scanzonato, rock come si deve in poche parole. Curiosa la breve parte vocale verso la fine, ma comunque divertente ed utile per far entrare nello spirito dei Van Halen.
Jamie’s Cryin: una sorta di power ballad per concedere un attimo di pausa già dal sapore eighties con armonizzazioni e cori
Atomic Punk: si parte con uno scratch sulle corde a cui segue un testo al limite dell’anarchico. Una vittima della scienza vaga per le strade di notte e per l’aldilà. Il suo nome, scritto anche sui muri, è “Atomic Punk”!
Feel Your Love Tonight: una bella ragazza in una macchina, come resistere? “You see I’m beggin’ you please”, più chiaro di così!
Little Dreamer: altra power ballad al fulmicotone con uno scatenatissimo Eddie che strizza l’occhio al blues assieme al groove del fratello e di Anthony
Ice Cream Man: si respira del blues acustico fino al primo minuto, ma poi l’elettrica riparte. Si rimane sempre in tema blues, ma viene spinto al massimo ed arricchito dall’energia della band. Da ricordare che qui è lo stesso Roth a suonare la parte acustica iniziale.
On Fire: si strizza più l’occhio al metal, degna conclusione di un album che non lascia scampo!
Giudizio sintetico: un esordio folle, schizofrenico, frenetico, tecnico, energico con tutto il sound che, da sempre, caratterizza la scatenata band! Più che consigliatissimo per gli amanti del rock e del virtuosismo chitarristico
Copertina: i quattro Van Halen in posa da concerto leggermente sfumati
Etichetta: Warner Bros
Line up: David Lee Roth (voce e chitarra acustica in “Ice Cream Man”), Eddie Van Halen (chitarra), Michael Anthony (basso) ed Alex Van Halen (batteria)