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Il 27 Agosto del 1990 ci lasciava Stevie Ray Vaughan

Il 27 agosto del 1990 ci lasciava Stevie Ray Vaughan, grande bluesman e maggiori esponenti di un genere intramontabile, a causa di un incidente con l’elicottero che lo stava accompagnando all’aeroporto di Chicago, dopo un concerto con Eric Clapton.

Chi era Stevie Ray Vaughan

Stephen “Stevie” Ray Vaughan nacque a Dallas, in Texas, il 3 ottobre 1954 sotto il segno della Bilancia. Dopo essersi trasferito con la famiglia ad Austin, iniziò a suonare la chitarra a soli sette anni seguendo le orme del fratello Jimmie. Dieci anni dopo decise di abbandonare gli studi per dedicarsi totalmente alla musica. Pur essendo autodidatta e senza alcuna conoscenza di teoria musicale, mostrò fin da subito un talento straordinario.

La sua carriera cominciò nei Cast of Thousands, nel 1971. Passò quindi ai Nightcrawlers e poi nella band Paul Ray & the Cobras. Il primo vero successo arrivò però solamente nei Double Trouble, band di cui Stevie divenne presto il leader.

Fortuna volle che un giorno si accorse di lui un certo Mick Jagger, che lo segnalò al produttore Jerry Wexler. Fu quest’ultimo a portare la band sul palco del Montreaux Jazz Festival nel 1982. Il pubblico, poco avvezzo alla musica di estrazione blues, fischiò sonoramente la loro esibizione. Tuttavia, Stevie e i suoi fecero impressione su David Bowie, che volle fortemente il chitarrista al suo fianco per le registrazioni dell’album Let’s Dance.

Nell’estate del 1983 arrivò finalmente la pubblicazione del primo album dei Double Trouble, Texas Flood, inciso per la Epic Records negli studi di Jackson Browne, altro artista conquistato dalla loro esibizione a Montreaux. Trascinato dalla hit Pride and Joy, Texas Flood fece esplodere il successo di Stevie a livello di critica e di pubblico.

Sull’onda di questo clamoroso successo, la band pubblicò l’anno dopo Couldn’t Stand the Weather, al cui interno venne inserita la celeberrima cover di Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix. Nel 1985 arrivò il terzo album, Soul to Soul, che segnò un passaggio dal blues elettrico a sonorità più rock. Con il successo arrivarono però anche le prime difficoltà per Stevie che, durante una tappa del tour in Germania, nell’ottobre del 1986, collassò sul palco.

Dopo essersi ripreso, venne costretto a un periodo di disintossicazione da alcol e droghe in Georgia. Ne uscì un paio di mesi dopo, e poté tornare alla propria carriera fatta di centinaia di concerti in giro per il mondo e collaborazioni con grandissimi artisti, tra cui il fratello Jimmie, con cui incise anche un album, uscito poi postumo.

La morte di Stevie Ray Vaughan

Il 27 agosto 1990 Stevie prese parte a un concerto all’Alpine Valley Music Theater di Alpine Valley Resort, vicino East Troy, città del Wisconsin. Con lui vi erano altri grandi eroi della musica come Eric Clapton, Robert Cray, Buddy Guy e anche il fratello Jimmie.

I musicisti alloggiavano in un albergo di Chicago, e per raggiungerlo dovevano utilizzare un elicottero. Il primo a dover tornare avrebbe dovuto essere Eric Clapton ma Stevie, stanco per l’esibizione, chiese a quest’ultimo di farlo partire per primo. Eric acconsentì e fatalmente si salvò la vita.

Subito dopo il decollo, infatti, l’elicottero si schiantò contro una collina. A causare l’incidente fu una nebbia fitta, calata sulla cittadina proprio in quelle ore, e la poca esperienza del pilota in condizioni atmosferiche tanto crudeli. Persero la vita nell’incidente lo stesso pilota, Stevie Ray e i membri dello staff di Clapton: Bobby Brooks, Nigel Browne e Colin Smythee.

I funerali si celebrarono il 31 agosto 1990. Stevie è sepolto al Laurel Land Memorial Park di Dallas, accanto alla tomba del padre. Per una curiosa coincidenza, il padre era scomparso nello stesso giorno del chitarrista, ma quattro anni prima.

— Onda Musicale

Tags: Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan
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