Un tempo non molto lontano il verbo “scorrere” avrebbe fatto pensare a un fiume placido che si dirige a valle. Oggi l’immagine più immediata è quella dell’indice della mano che scivola sullo schermo del cellulare mentre le immagini silenziose vanno verso il nulla.
Nessuna materia che possa dar loro un corpo, nessun temporale che faccia straripare quegli argini, né una pietra che faccia deragliare da quei binari. Tutto scompare, indistinto e sterile, estraneo alla vita. Se il linguaggio non esce dal suo alveo e non entra nell’immaginario vivo dell’uomo non serve a niente. Per fare in modo che questo avvenga occorre essere “pietra d’inciampo”, presenza inattesa che interrompe il flusso dell’abitudine.
Una vera e propria imboscata alla nostra quotidianità, veloce ed efficace, che in pochi secondi faccia una breccia nelle nostre mura di protezione. Il non libro di Alberto Nemo dichiara subito il suo intento nella prefazione, è un proiettile scagliato verso il centro del nostro pensiero e si presta alla non lettura. La rapida successione di nemonodi e domande paradossali, anche a un rapido sguardo, innescano immediatamente una reazione nella mente, un vero e proprio antidoto contro la dittatura degli schemi. Sono semi generatori di novità e quindi di vita come i suoi nemonodi, segni e parole capaci di creare nuove prospettive.
Il non libro di Alberto Nemo è il nuovo vaccino contro l’omologazione, la sua azione è assicurata e le controindicazioni inesistenti. Scoprirete quanto è bello essere voi stessi.