La disputa legale che andava avanti dal 1997 si è chiusa per i tribunali statunitensi. Però, i Nirvana dovranno probabilmente affrontare la giustizia inglese.
Sono per ora cadute le accuse di violazione di copyright che avevano colpito uno dei loghi più famosi dei Nirvana. Quest’ultimo era il disegno presente nella maglia “Vestibule” della band, uscita nel 1989.
La vicenda giudiziaria della T-shirt Vestibule
Nella T-Shirt “Vestibule” è rappresentata la mappa dei circoli dell’inferno, nella versione pensata da Dante Alighieri per la sua Divina Commedia. La controversia riguardante tale disegno è iniziata più di 20 anni fa, nel 1997, per la precisione. La compagnia che produceva la maglia si era trovata a dover rispondere delle accuse fatte da una certa Jocelyn Susan Bundy.
La donna affermava che suo nonno, Charles-Wilfrid Scott-Giles, negli anni ’40 aveva creato un’immagine, Upper Hell, che riprendeva la struttura dell’inferno descritto da Dante. L’opera sarebbe stata ideata per un lavoro accademico sull’araldica. Sempre secondo Bundy, i Nirvana avrebbero utilizzato per il logo un disegno “praticamente identico” a quello di suo nonno.
![Nirvana, la T-shirt "Vestibule" - Photo Credits: Amazon/ nme.com](https://www.ondamusicale.it/wp-content/uploads/2021/10/Nirvana-Vestibule-t-shirt-1024x650.jpg)
Nel maggio 2021, Bundy è ritornata sull’argomento, accusando la band simbolo del grunge di aver adoperato quell’immagine anche se era protetta da copyright. Ha, dunque, di nuovo proceduto per vie legali. Come riporta il magazine britannico New Musical Express (NME), il 21 ottobre è arrivata la sentenza definitiva. Sentenza che ha emesso Dale S. Fischer, un giudice distrettuale degli Stati Uniti. La decisione è stata quella di “respingere il caso“.
Il giudice ha, inoltre, accompagnato la sua decisione con queste parole:
Dato che una delle principali dispute in questo caso riguarda la proprietà del copyright dell’immagine, che è regolata dalla legge britannica, il Regno Unito probabilmente ha un maggiore interesse, nel complesso, in questo caso“.
La sentenza, però, non sembra aver fermato Bundy. Cosa che è stata confermata anche da Inge De Bruyn, l’avvocato che sta seguendo il caso per lei. Infatti, De Bruyn ha spiegato al magazine Billboard che hanno deciso di “valutare tutte le opzioni, inclusa quella di ripresentare il caso in un tribunale del Regno Unito”.