Musica

“Impressioni di settembre”: molto più di una canzone

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Oggi parliamo di quella che personalmente reputo la più bella canzone italiana di sempre: “Impressioni Di Settembre” della P.F.M.

Chi è la PFM

La Premiata Forneria Marconi è stata la band più celebre del progressive italiano e l’unica ad ottenere un successo internazionale, soprattutto negli Stati Uniti d’America. La prima formazione della futura Pfm nasce i primi anni sessanta, con il nome I Quelli, formazione in cui si alternano Antonio “Teo” Teocoli e Pino Favarolo, entrambi cantanti e chitarristi, il batterista Franz Di Cioccio e il bassista Giorgio “Fico” Piazza. In seguito si aggiungono il tastierista Flavio Premoli e altri due chitarristi: Alberto Radius e Franco Mussida.

I Quelli si distinguono immediatamente nel panorama italiano con la pubblicazione di numerosi 45 giri per la Ricordi, per la maggior parte da versioni italiane di canzoni già composte ed eseguite da artisti stranieri: “La bambolina che fa no no noeLa ragazza ta-ta-ta solo per citarne alcune.

I cambiamenti della band

La storia della band, però, è subito segnata da cambiamenti determinanti: dopo l’uscita di Teocoli, destinato a una brillante carriera come comico, e di Alberto Radius, che approda nella Formula Tre, nell’estate del 1969 il gruppo ingaggia un musicista di grande spessore: Mauro Pagani.

Abbandonata la sua band (i Dalton), Pagani, che suonava strumenti classici come il violino e il flauto, imprime subito un’impronta fondamentale alla formula del gruppo, contribuendo insieme a Mussida a un drastico cambio di genere.  Di Cioccio batterista entra anche per pochi mesi nella formazione degli Equipe 84, con i quali partecipa anche al Festival di Sanremo.

La Premiata Forneria Marconi

Solo alla fine del 1970 Franco Mussida, Flavio Premoli, Franz Di Cioccio e Giorgio Piazza danno ufficialmente vita alla Premiata Forneria Marconi (Pfm), dal nome da una pasticceria di Brescia situata vicino agli studi dove si recavano per svolgere le prove. 

Nel 1971, la Pfm segue, nei tour italiani, diverse band autorevoli del periodo come Yes, Procol Harum, Black Widow e Deep Purple.

Impressioni di settembre

Impressioni di settembre è una canzone sulla speranza, un caposaldo della musica italiana, capolavoro insuperato e insuperabile della Premiata Forneria Marconi datato 1971. Il suono di figli dei fiori ancora assopiti nel loro meraviglioso torpore non sarebbe durato ancora molto, ma si sa, certe cose bisogna godersele finché durano, senza porsi tanti problemi. L’emozione non sente ragioni, se non la vivi per tempo vola via. E non torna.

Il testo è bello perché l’ha scritto Mogol, ed è bello perché lui uscendo di casa ha raccontato quello che ha visto la mattina. È talmente realistico perché, come sa fare Mogol, il brano è una fotografia momento per momento di quello che ha visto; la rugiada era vera, il cavallo era vero, e questo, insieme a quel suono, ha creato la suggestione. Alcuni hanno interpretato settembre come metafora del cambiamento, altri hanno avvertito nel mese che segna l’inizio dell’autunno un senso di nostalgia e di declino.

Un brano uscito di getto, come un dono del cielo che arriva inaspettato, e al momento giusto. Fu composto sulla base di una intuizione fantastica di Franco Mussida: era la prima canzone che non aveva il classico ritornello.

Mi correggo: il ritornello c’era, ma era suonato, non cantato. Quell’inciso era talmente bello che ai componenti della PFM sembrò di non avere a disposizione lo strumento adatto per farlo. Provarono con il flauto, ma non aveva la forza evocativa, lo fecero con la chitarra, ma era troppo normale. Mancava lo strumento… ma in realtà questo strumento esisteva. Lo avevano sentito in un disco di Emerson Lake & Palmer che si chiamava Lucky man. Era uno strumento dalle sonorità nuove, simili a quelle delle tastiere e dei fiati. Sapeva di terra, di cielo, di mare e di tutte queste cose insieme. Si informarono e vennero a sapere che lo importava la ditta Monzino. Si chiamava Moog, dal nome del suo inventore ed era composto da tre oscillatori che creavano delle onde da mescolare insieme. Potevi giocare con delle manopole e creare il tuo suono. Potevi farlo più acuto, più morbido, come volevi: poteva sembrare una sega, un clarino, un ottavino… poteva sembrare tante cose ma era comunque sfacciatamente sintetico e tremendamente bello e affascinante, perché ti scuoteva.

No, cosa sono adesso non lo so, sono un uomo in cerca di se stesso, sono solo il suono del mio passo”

La drammatica confessione contenuta in queste parole è in un certo senso la confessione che pervade tutta la grande cultura contemporanea. Senza più certezze, senza più ideali o fedi a cui appigliarsi, la realtà è divenuta incomprensibile, sfuggente, e in essa è imprigionato il fattore che dovrebbe esserne il punto di autocoscienza.

La canzone termina con un’amara constatazione: 

E intanto il sole tra la nebbia spunta già, un giorno come sempre sarà.”

Il Moog

La famosa frase musicale dell’inciso, eseguita proprio con il Moog è peraltro, musicalmente, una frase molto particolare e armonicamente raffinata. Le note seguono una scala modale: Mi dorico. Il modo dorico lo possiamo definire come una scala minore naturale, ma con la 6a maggiore, che diventa quindi la sua nota caratterizzante. Costruito sul II grado della scala maggiore, è uno dei modi più usati sia a livello compositivo che nell’improvvisazione. 

Testo: Impressioni di settembre

Quante gocce di rugiada intorno a me
Cerco il sole, ma non c’è
Dorme ancora la campagna, forse no
È sveglia, mi guarda, non soGià l’odore della terra, odor di grano
Sale adagio verso me
E la vita nel mio petto batte piano
Respiro la nebbia, penso a teQuanto verde tutto intorno e ancor più in là
Sembra quasi un mare l’erba
E leggero il mio pensiero vola e va
Ho quasi paura che si perdaUn cavallo tende il collo verso il prato
Resta fermo come me
Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
Respiro la nebbia, penso a teNo, cosa sono? Adesso non lo so
Sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso
No, cosa sono? Adesso non lo so
Sono solo, solo il suono del mio passoMa intanto il sole tra la nebbia filtra già
Il giorno come sempre sarà.

— Onda Musicale

Tags: Franz di Cioccio/Franco Mussida/PFM
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