Recensioni e Interviste

Il cantautore Francesco Pecs si racconta al nostro giornale

In occasione dell’uscita di “Contemporanea”, il suo nuovo singolo, abbiamo intervistato Francesco Pecs, cantautore, autore e rapper di Ancona, secondo classificato al Premio Piero Ciampi nel 2018, che si prepara a pubblicare il suo primo album con Nufabric Records.

Ciao Francesco. Da qualche giorno è uscito il tuo nuovo singolo, “Contemporanea”. Come è nato questo brano e di cosa parla?

Contemporanea racconta la storia di una coppia che sta per intraprendere un rapporto “a distanza” con tutte le insicurezze e i dubbi del caso. È un brano che ho scritto nel 2019 ed è molto autobiografico, devo ammettere.

Cosa rende una storia d’amore “contemporanea”?

In questo brano specifico intendo “una storia contemporanea ”come una relazione figlia dei tempi (spesso genitori distratti) e quindi caratterizzata da grandi distanze da percorrere, grandi insicurezze da superare e ovviamente grandi master in Germania.

Cosa consiglieresti a chi si trova in una situazione come quella raccontata nel tuo ultimo singolo?

Faccio una cosa sfigatissima e mi scuso, ma cito una mia vecchia canzone, “Mandarini”. In quel pezzo dico “serve reciprocità mica fiori” e questa rimane oggi la mia unica idea abbastanza permanente sull’amore. Solo coltivando la reciprocità una relazione può funzionare (pure se uno sta a Pechino).

Il secondo singolo estratto dal tuo album in arrivo, “Apologia del kebab”, è un brano molto diverso da “Contemporanea” e vede la collaborazione del rapper torinese Brattini. Da cosa nasce la voglia o l’esigenza di inserire brani tanto diversi tra di loro all’interno del disco?

Domanda difficile ma provo. I due brani citati sono sicuramente diversissimi per genere ma per me è come se fossero invece molto coerenti con il mio desiderio di sperimentare di quel periodo della mia vita in cui ho scritto l’album. Mi è piaciuto dare espressione a varie mie anime musicali, tutte sincerissime. PS. Il featuring di Brat è un grande regalo che mi ha fatto uno dei miei artisti preferiti in Italia.

Il tuo disco uscirà all’inizio del 2022 per Nufabric Records. Senza spoilerare troppo, ci racconti un aneddoto legato alla realizzazione dell’album?

Un fatto che mi fa piacere raccontare, anche se forse poco aneddotico, è la presenza del Maestro Massimo Satta alla chitarra acustica su “Contemporanea”. Massimo è un musicista immenso che ha suonato nei tour dei più grandi (Califano, Dalla, Zanicchi), è un produttore di rilevanza internazionale ed è docente di produzione al CET di Mogol, dove lo ho incontrato. La sua amicizia e la sua presenza nel disco sono tra i più grandi onori della mia breve carriera.

Victor Hugo diceva: “È dall’ironia che comincia la libertà”. Sei d’accordo?

Non potrei mai contraddire Victor… Sarei un miserabile.

Hai condiviso il palco con artisti come Dargen D’Amico, Murubutu, Gianmaria Accusani, Angela Baraldi. Quali sono le esperienze live che porti maggiormente nel cuore?

Un concerto importante per me è stato sicuramente quello nel palco di Dargen D’Amico per due motivi. Dargen è un mio mito ed è per me la meglio penna che ci sia, quindi è ovviamente stato un grande onore conoscerlo e condividere un palco con lui. Ed è il concerto che ha portato al fortunato sodalizio con Nufabric, di cui sono molto felice. Era il 2018 ed ho ancora il poster dell’evento in camera, ammetto.

— Onda Musicale

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