Davide Bowie – si sa – oltre a essere un ottimo musicista è stato anche un attore molto bravo e apprezzato.
I set cinematografici sono stati calcati da David Bowie attore ben 27 volte, partecipando a volte come protagonista a volte solo come partecipazione in 27 film dal 1967 al 2009. Anche se si ricorda come esordio il film del 1976 “L’uomo che cadde sulla terra”, Bowie aveva già esordito in un corto nel 1967. Era inevitabile che con la madre – Margaret Mart Burns – che lavorava come assistente di sala in un cinema di Londra, il camaleontico Bowie non rimanesse affascinato e tentato dal mondo e dalle luci della settima arte. Importanti anche i registi che nel tempo lo hanno voluto nei loro film da Martin Scorsese a David Lynch. Ciascun film meriterebbe un racconto più approfondito, intanto ecco una carrellata dei film con David Bowie attore.

Gli esordi di Bowie attore: dal 1967 al 1970
“The Image” è un corto in bianco e nero di 14 minuti in cui Bowie interpreta un giovane che – uscendo da un dipinto – terrorizza l’artista. È il debutto di un giovane che ha già le idee chiare su come “impressionare” anche il suo pubblico musicale.
Nel 1968, compare in una serie TV della BBC: Theatre 624. Nel 1969 compare in una scena di The Pistol Shot con le coreografie di Lindsay Kemp con il quale eseguirà una performance che verrà, poi, trasmessa il 1970 sulla TV scozzese. È proprio il caso di dire, in queste primissime apparizioni: è lui o non è lui?
Il primo cult: gli anni dal 1976 al 1978
Il primo ruolo da protagonista arriva con L’uomo che cadde sulla terra del 1976 per la regia di Roeg. Diventerà subito un cult. La vicenda – tratta da un romanzo di fantascienza di Walter Tevis – narra di un alieno che per sbaglio capita sulla terra e trova enormi difficoltà nel ripatire. L’extraterrestre interpretato da David Bowie, si chiama Thomas J. Newton, un mutante con moglie e figli che presto diventa un “ospite” indesiderato sulla terra per le troppe cose che conosce. Deve essere eliminato e allontanato. L’alieno sarà un personaggio emblematico anche nella carriera musicale di Bowie che non scrive la colonna sonora di questo film. Ne scriverà alcuni molto tempo dopo, inserendo i brani nell’album “LOW”.
Lo stesso Bowie affermerà:
«Scelsi il film di Roeg perché non dovevo cantare e non ero costretto a somigliare a David Bowie. Adesso sono convinto che sia Bowie a somigliare a Thomas J. Newton» Eh già! Un musicista unico nel suo genere, immagine solitaria, dalla carnagione diafana e l’eterocromia oculare, una voce suggestiva.
La colonna sonora, invece, contiene brani di Bing Crosby, Roy Orbison, Louis Armstrong, Artie Show.

Nel 1978 arriva Gigolò con la regia di David Hemmings. Il film include nomi eccellenti come Marlene Dietrich, Maria Schell, Curd Jürgens, Kim Novak. È un melodramma ambientato nella Berlino della seconda guerra mondiale. L’ambientazione è squallida, la vicenda ambigua dove un ex- soldato (Bowie) si prostituisce, vendendosi a belle e ricche vedove che desiderano dimenticare l’orrore appena passato. Anche in questo film, Bowie non canta.
Gli anni ’80 di Bowie attore
Da 2 febbraio al 17 maggio 1976, Bowie è in tour per promuovere l’album Station to Station. Il tour è anche noto come The White Duke Tour o il White Light Tour e infine anche come L’Isolar Tour. In ogni caso, è il tour che segna la prima “metamorfosi” di Bowie da “Ziggy Stardust” al “Duca Bianco” elegante, aristocratico e raffinato. Il 10 aprile 1976, Bowie si esibisce alla DeutschlandHalle a Berlino (edificio abbattuto nel 2011) per la terza volta. È un’arena gigantesca. Tra il pubblico, si trova anche Christiane Vera Felscherinow – Christiane F. – che dopo quella esperienza scriverà il romanzo che le darà il successo. Diventerà anche un film: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, del 1981. Il romanzo autobiografico racconta di una adolescente che cade nella tossicodipendenza e nella prostituzione per pagarsi le dosi. Trova il “riscatto” in quell’eroe che per lei è David Bowie quando compare su quel palco dell’arena immerso nelle luci bianche. Christiane F. dedica all’episodio del concerto poco più di due pagine, ma significative per la sua crescita futura. Nel film, David Bowie interpreta sé stesso e la sua apparizione dura quanto il brano che interpreta. Ma il film resta un cult, dove si intravede una Berlino ovest tanto struggente quanto la vita dei suoi abitanti prima della caduta del muro.
Il 1983 e un Bowie attore alla ricerca di personaggi al limite
Nel 1982, Bowie si cimenta in un esperimento teatrale e televisivo allo stesso tempo per la BBC: la trasposizione dell’opera di Bertolt Brecht “Baal”. La regia è di Alan Clarke e David Bowie interpreta il protagonista, un individuo ambiguo, selvaggio, mistico, peccaminoso e puro allo stesso tempo.

Il 1983 lo vede protagonista in Furyo un film prodotto, girato e ambientato in Giappone per la regia di Nagisa Oshima. Il regista vuole nel cast due rockstar. Una è Bowie per la sua «spiritualità, bellezza, nobiltà e carisma». L’altro è Ryuichi Sakamoto che è l’autore della colonna sonora del film con musiche elegiache, bellissime e sofisticate. Due cantanti e attori che hanno entrambi una forte passione creativa e la voglia di sperimentare con le arti visive e con la musica. Nel cast anche Tom Conti e Takeshi Kitano.
La storia si svolge in un campo di prigionia nel 1942 dove la tensione tra gli inglesi prigionieri e i giapponesi emerge prepotente. Fino all’arrivo del maggiore Jack Celliers (Bowie) che con il suo carisma e il fascino ambiguo cambia i rapporti e le relazioni tra le due fazioni. I dialoghi tra Bowie e Sakamoto sono annoverati tra le scene più elevate della filmografia giapponese di Oshima.
Bowie vampiro
Di tutt’altro tenore è, invece, il film – sempre del 1983 – Miriam si sveglia a mezzanotte con Catherine Deneuve, una giovane Susan Sarandon nei panni di un medico curioso, per la regia di Tony Scott. Bowie e Deneuve interpretano due vampiri bisessuali che dissanguano giovani vittime in un susseguirsi di scene deliranti, dark, chic, alla ricerca dell’eterna giovinezza, dell’edonismo, della bellezza di plastica, del narcisismo all’insegna della superficialità. Sono gli anni della nascita di MTV. Bowie, a suo agio nel ruolo di dandy bizzarro e decadente, lascia la colonna sonora ai Bauhaus. Si ipotizza un remake del film con la regia del figlio di Bowie, Duncan Jones.

Dal 1986 al 1988: gli anni dei grandi registi
Sull’onda dei personaggi “oscuri” Bowie si concede un cameo come killer psicopatico in Tutto in una notte di John Landis. Poi arriva Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986) diretto da Jim Henson (il creatore dei Muppets). Bowie attore, qui, interpreta il re dei Goblin Jareth, un perfido folletto, seducente e affascinante e senza pietà che rapisce il fratellino della protagonista Sarah. La ragazza, infatti, incautamente ne augura la scomparsa, ma poi deve lottare per liberarlo entro 13 ore dal labirinto dove è stato fatto prigioniero da Jareth.
Sempre nel 1986 arriva “Absolute Beginners” di Julien Temple. Un altro film cult … ma solo grazie alla colonna sonora di Bowie. Infatti, il film fu stroncato dalla critica e non ottenne grandi risultati al botteghino. Bowie interpreta un piccolo ruolo, quello di Vendice Partners uno spietato funzionario di un’agenzia pubblicitaria in grado di vendere qualsiasi cosa. In questo film, si può apprezzare anche il David Bowie “ballerino”, in una scena in cui danza su una enorme macchina da scrivere sulle note di “That’s motivation”. La storia è tratta dal romanzo di Colin McInnes e nella versione cinematografica è un musical ambientato nella Londra degli anni ‘50 e ’60. é un film sui passaggi epocali nella musica e sugli esordi dei protagonisti.
Nel 1988, Martin Scorsese sceglie David Bowie per impersonare Ponzio Pilato ne “L’ultima tentazione di Cristo”. La scena dura poco e Bowie la girò in un solo giorno. Gli altri due candidati al ruolo erano Sting e Lou Reed, ma Bowie aveva quell’allure perfetta, il ghigno e un vissuto che lo hanno reso credibile nel ruolo del prefetto romano che … se ne lava le mani.
Gli anni ’90 e Bowie attore cambia ancora stile
Nel 1991 e nel 1992 Bowie fa piccole apparizioni rispettivamente in the Linguini Incident e nel prequel della rinomata serie Twin Peaks – Fuoco cammina con me per la regia di David Lynch. Qui, il camaleontico cantante interpreta l’agente speciale FBI Philip Jeffries.
Più significativo, invece, il ruolo di Bowie in Basquiat (1996) girato da Julian Schnabel. È la biografia di Jean Michel Basquiat, primo artista di colore a riscuotere successo nella pop art americana alla fine degli anni ’70 e grande amico di Andy Warhol – qui magistralmente interpretato da David Bowie.
Il film è visionario e ambizioso, volendo unire cinema, musica e pittura. La colonna sonora resta, però, la cosa migliore.
Bowie ricorda:
«Mi hanno dato gli abiti che erano stati di Andy e una parrucca. Conservavano ancora il suo odore.»

Il 1998 e l’esperienza in Italia
Anche il cinema italiano può dire di essersi pregiato di un cameo di David Bowie. Si tratta del film di Giovanni Veronesi “Il Mio West” (1998) dove Bowie interpreta il pistolero psicopatico Jack Sicora con occhiali da sole e tenuta da cowboy alla caccia del nemico Johnny, interpretato da Harvey Keitel. Uno spaghetti-western ambientato in Garfagnana che segna la realizzazione di un sogno da parte del regista fan di Bowie. L’aneddotica narra che Bowie ha risposto a Veronesi che fosse un pazzo ad offrirgli quel ruolo, ma che lui era ancora più pazzo da accettarlo. L’entrata in scena è eclatante ed esilarante allo stesso tempo: Bowie interpreta una minacciosa serenata su “Glory Glory Hallelujah”.
Camei e altre partecipazioni di Bowie fino agli anni 2000
Dal 2000 in poi, la carriera di Bowie attore è principalmente costellata di camei e piccole apparizioni che citiamo per amor di cronaca:
- The Hunger: serie TV 1999 – 2000;
- Zoolander (2001);
- The Prestige (2006);
- August (2008);
- Bandslam (ultima apparizione cinematografica – Bowie interpreta sé stesso, entrando in scena alla fine del film cantando Rebel Rebel).
Bowie si è prestato al cinema anche come doppiatore nei film di animazione. Si ricordano a tal proposito il personaggio di Maltazar nel cartone animato di Luc Besson del 2006 “Arthur e il popolo dei minimei” e nel 2007 ha dato la sua voce per Lord Royal Highness nel film di animazione “Spongebob”.