Cultura ed eventi

Il mondo che non c’era

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Sarà aperta fino al 6 gennaio 2017 a Palazzo Alberti Poja a Rovereto la mostra dedicata all’arte precolombiana proveniente dalla collezione della Fondazione Ligabue.

Una summa delle civiltà Meso e Sudamericane attraverso reperti archeologici e sculture di grande impatto simbolico: dai vasi alle maschere rituali, dalle figure antropomorfe ai monili fino ai documenti autentici dei navigatori, una sequenza di oltre 200 oggetti.

Il percorso lascia percepire tutta la creatività di popoli legati ad una visione mitologico-religiosa del mondo che diventa estremamente suggestiva via via che si scorrono le opere. Le figure antropomorfe, infatti, lanciano sguardi e silenzi che avvolgono il visitatore riportandolo ad una atmosfera di secoli e millenni addietro nel tempo.

Significative restano le differenze tecniche con le quali pietre, metalli e terracotte sono lavorate dalle diverse civiltà, qui accompagnate anche da grandi pannelli esplicativi, da una mostra fotografica e da video.

Un po’ disturbante risulta l’apposizione delle didascalie che obbligano a spostare l’attenzione nella ricerca dei titoli e per gli allestimenti posti ad una altezza che non sempre permette una piena visione.

Si resta attoniti davanti alla maestria di questi popoli che sapevano produrre con “minimo alfabeto” quelle che noi oggi consideriamo opere artistiche, ma che in quel tempo erano manufatti con un uso specifico, seppure simbolico.

Forse segno che l’arte non era un tempo disgiunta da una destinazione reale senza la quale si impoverisce. Questo potrebbe senz’altro farci riflettere. Se l’intento del collezionista era quello di completare il mosaico della storia dell’umanità, fino alle scoperte delle Americhe privo di questa grande parte (cit.), fa pensare la presenza di questi manufatti trasferiti in un contesto lontano dalle loro radici e dai luoghi che li hanno prodotti e che rimanda all’antica questione della conquista, dell’incontro-scontro di civiltà, al fraintendimento e all’incomprensione dei reciproci mondi.

Oggi questo può sembrare superato, ma resta tema che l’attualità ripropone e che anche la mostra suggerisce quando invita il visitatore ad uno sguardo rispettoso, capace di andare oltre l’indubbia bellezza estetica degli oggetti.

 

 Clara Lunardelli – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Clara Lunardelli
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