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Joy Division e “Disorder”: il grido sofferente di Ian Curtis

Disorder” è il primo brano dell’album Unknown Pleasures dei Joy Division, pubblicato il 15 giugno del 1979, e rappresenta, a tutti gli effetti, l’anima spezzata e sofferente dell’allora leader della band Ian Curtis.

Per comprendere meglio il testo si Disorder, e la sua fusione con la melodia, è necessario partire dalla storia personale del frontman dei Joy Division. Curtis soffriva di epilessia fotosensibile, malattia che lo portò velocemente verso una depressione cronica soffocante; come aggravante, tra le altre cose, il suo matrimonio con Deborah Woodruff, contratto a soli diciannove anni, fu quasi sempre infelice e burrascoso.

Il tormento interiore di Ian Curtis

Curtis era spaccato in due: da una parte la moglie, la figlia, la vita familiare e la voglia di vivere una vita tranquilla e lontana dai palchi; dall’altra parte l’attrazione per l’amante belga Annik Honorèe e l’amore incondizionato per la musica, per ciò che gli permetteva di essere sé stesso e di liberare tutto ciò che risiedeva nella sua anima. Questa frattura, come tutta la vita vissuta dal cantante, era inghiottita in una dimensione oscura e claustrofobica provocata dalla depressione. Le sue crisi, difficilmente controllabili, lo stavano divorando dentro con sadica lentezza, con terribile crudeltà.

La frattura interna del cantante è riprodotta perfettamente in Disorder, brano con un’attitudine punk non troppo velata anche se connotata da un certo minimalismo. Curtis, nel testo, cerca una guida, qualcuno che possa soccorrerlo e dargli la pace dopo una vita in continua lotta contro sé stesso e contro la propria depressione.

“I’ve been waiting for a guide to come and take me by the hand
Could these sensations make me feel the pleasures of a normal man?
Lose sensations, spare the insults, leave them for another day
I’ve got the spirit, lose the feeling. Take the shock away.”

La disperata ricerca della normalità

Il bisogno di contatto umano, di vivere la vita di un uomo normale, di provare sentimenti comuni e sensazioni prive di quel velo nero rapprsentato dalla sua malattia. Una ricerca spasmodica per trovare un appiglio con il quale uscire da quel mare in tempesta rappresentato dall’epilessia e dalla depressione. Proprio a causa di queste due patologie Curtis perde il contatto con il mondo (“It’s getting faster, moving faster now / It’s getting out of hand) e il brano si trasforma da una richiesta di aiuto in un incubo senza fine. La canzone trasporta l’ascoltatore in un mondo allucinato, in una terra di nessuno in cui Curtis si sente solo e completamente alienato: luci, corse frenetiche, schianti di automobili, tutto martella nella mente del cantante che, solo, altro non può fare che assistere allo sgretolarsi della sua mente.

“On the tenth floor, down the back stairs
It’s a no man’s land
Lights are flashing, cars are crashing
Getting frequent now
I’ve got the spirit, lose the feeling
Let it out somehow”

La coda del brano è un poetico sussurro rassegnato, nessuno sarà in grado di aiutarlo, ormai è troppo tardi: le sensazioni sono perse, la sua anima è presente ma è svuotata di ogni sentimento. Ormai è un involucro vuoto in continuo movimento per cercare un po’ di calore umano, nonostante sappia che, probabilmente, nessun calore umano lo potrà guarire. Disorder, dunque, rappresenta l’ingresso nell’oblio claustrofobico di Curtis, un brano in cui la sofferenza e il dolore si traducono in oscura poesia.

(scritto da Samuele Iacopini)

— Onda Musicale

Tags: Joy Division
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