In attesa dell’uscita di Baikonur, il nuovo atteso album degli Zephiro, scambiamo qualche parola con la band.
L’album è previsto negli store digitali ed in distribuzione il 25 febbraio su etichetta kuTso Noise Home / Artist FirstSono già usciti 5 singoli “Kublai Khan”, “Amelia”, “Cosmorandagio”, “Berlinauta” e “Crisalide”.
Descrivete la vostra band in 5 righe. Da dove provenite ed il genere che proponete. Dateci dei riferimenti ad artisti a cui vi ispirate.
Claudio Todesco (chitarra): Siamo un trio quindi l’essenzialità è d’obbligo, “less is better” direbbero gli inglesi. Inoltre il fatto che il cantante suoni il basso influisce anche sull’intensità e sul tipo di interpretazione. Provenienze diverse per questioni generazionali, oltre che di gusti personali, non hanno impedito un punto d’incontro ed una strada comune che percorriamo ancora, quella del post-punk. Attivi dal 2002 siamo cresciuti nell’underground romano e italiano ma ci siamo spinti anche oltreoceano esibendoci in Giappone, USA e Argentina. Proprio questi tour ci hanno fornito innumerevoli stimoli emozionali e compositivi. I testi sono in italiano e vi assicuro che all’estero non è un problema, tutt’altro. L’uso del suono della nostra lingua su una musica prettamente britannica la vedo come un’opportunità. Artisti di riferimento per noi non possono che essere i primi Litfiba e Diaframma, The Cure, The Sound, Tears for Fears per arrivare a tempi meno lontani direi White Lies ed Interpol; infine saremo sempre riconoscenti a Garbo e Franco Battiato per il mondo che ci hanno donato.
Cosa vi spinge a fare musica?
Francesco Chini (voce, basso): La speranza, anzi la certezza, che la solitudine che sentiamo sia solo uno spesso sipario di cui non abbiamo ancora trovato l’apertura, che ci separa da una risposta. O meglio: dalla prossima domanda. Leonardo Sentinelli (batteria): Personalmente cerco di suonare in coerenza con me stesso e con quello che voglio. Quindi direi mi spinge il fatto che la musica mi da l’opportunità di essere autentico.
Perché avete intitolato il disco così?
Claudio Todesco (chitarra): Baikonur non è altro che il cosmodromo da cui partirono tutte le missioni spaziali sovietiche. Vuole essere simbolicamente una base di lancio per il nostro viaggio sonoro composto da 9 brani. Come a volte accade nessun brano si chiama come il titolo dell’album ma la parola è inserita nel testo di Cosmorandagio. Quest’ultimo infatti è un brano tributo alla sfortunata cagnetta sovietica Laika partita proprio da Baikonur.
Qual è il brano dell’album a cui siete più affezionati (ogni membro della band può dire il suo)
- Francesco Chini (voce, basso): La marcia ipnotica della carovana di Kublai Khan, che ha la stessa destinazione ignota del mio stupore.
- Claudio Todesco (chitarra): Cosmorandagio è il brano che a mio parere sposa al meglio musica e testo. Laika ha fatto parte della nostra infanzia e il brano vuole omaggiarla e raccontarne la storia in chiave più animalista che epica.
- Leonardo Sentinelli (batteria): Berlinauta perché ricordo le giornate passate insieme per arrangiarla.
Raccontateci un aneddoto sulla realizzazione del disco
Claudio Todesco (chitarra): Il titolo dell’album in origine doveva essere Vostok sempre legato all’immaginario della conquista dello spazio durante la guerra fredda, ma poi optammo per Baikonur forse meno conosciuto e meno usato nella mondo della musica. Questo ci diede spunto per l’artwork realizzato in maniera impeccabile da Francesca Radicetta. Infatti la copertina dell’album è il punto di vista di una base di lancio verso un pianeta lontano.
Che farete nei prossimi mesi?
Claudio Todesco (chitarra): Live per continuare la promozione dell’album e nuovi brani. Purtroppo, complice la pandemia, è passato troppo tempo dall’ultimo tour all’estero. Vi invitiamo a restare connessi sui nostri social per tutte le novità.