La scomparsa del loro bassista ha costrello gli Who, e in particolare Pete Townshend, a reinventarsi nel modo di suonare. Infatti, l’apporto in termini musicali di John Entwistle era davvero considerevole.
Pete Townshend ha rivelato che la morte di John Entwistle (avvenuta nel 2002) lo ha spinto a diventare un chitarrista migliore. Parlando con la rivista musicale Rolling Stone, il chitarrista britannico ha rilevato che, dopo la morte di Entwistle, nella band è rimasto un grande buco sonoro, uno spazio che alla fine ha dovuto essere riempito da qualcuno della band. Era infatti necessario sperimentare e sviluppare nuovi approcci nel modo di suonare per compensare la mancanza dovuta alla morte del bassista.
Townshend – che ha anche riflettuto sullo spazio sonoro lasciato dal batterista Keith Moon (avvenuta nel 1978) – e ha commentato: “Quando John Entwistle è morto, c’era un altro spazio rimasto. Questo perché stava riempiendo così tanto lo spettro musicale con il suo suono di basso, che non era un suono di basso tradizionale.“
Townshend continua:
E così quando se ne fu andato, all’improvviso, c’è stato più spazio per me. Non tanto per provare a riempire il vuoto che aveva lasciato, ma uno spazio in cui potevo avere un approccio diverso. Ho iniziato a fare da solo. Ho dovuto imparare ad esercitarmi con la chitarra, cosa che non avevo fatto molto prima. Ero consapevole che non sari mai diventato un famoso shredder, ma potevo migliorare molto esercitandomi maggiormente.”
(fonte guitarworld.com)