Com’è possibile che una band da circa 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo sia oggi poco più che dimenticata?
O meglio, com’è possibile che in giro per il web non si trovi nemmeno una recensione in lingua italiana del disco che valse ai Chicago la vittoria di ben due Grammy Award? O meglio ancora, chi può dire di non conoscere le note della famosa If You Leave Me Now? Queste sono domande che, in fondo, dovrebbero gravare sulla coscienza di ogni buon amante della musica che si rispetti. E, forse – arrivati a questo punto –, sarebbe doveroso fare un passo indietro.
È il 1976 quando la prolifica formazione statunitense decise di pubblicare il famigerato Chicago X, dopo una serie di cinque album consecutivi sempre pronti ad occupare i primi posti delle classifiche nazionali e non. A dominarne la copertina non poteva mancare l’iconico logo, suggestivamente inciso su una barretta di cioccolato semi-aperta, che tanto entusiasmo generò tra i più accaniti collezionatori di vinili dell’epoca.
Forti della formula avviata da Chicago VIII, anche per questo disco si optò per una soluzione comunitaria, in cui ogni membro contribuì alla scrittura di uno o più brani: quattro quelli che portarono la firma di Robert Lamm; due ciascuno da parte del chitarrista Terry Kath, del bassista Peter Cetera e del trombonista James Pankow; solo un brano, invece, portò la firma del trombettista Lee Loughnane. Insomma, si trattava di una vera e propria democrazia di cantautori, capace di mantenere fresca una certa creatività, spesso messa in difficoltà da scadenze e richieste sempre crescenti.
Ma, a quanto pare, lavorare sotto una tale pressione non fu un problema per i Chicago, che– grazie al contributo vocale di Cetera – risposero con un disco dall’enorme potenziale commerciale. Mr. Cetera, d’altronde, si trovava nel bel mezzo di una stagione particolarmente fortunata, caratterizzata da singoli di successo come Feelin’ Stronger Every Day, Call On Me, Just You ‘n’ Me, (I’ve Been) Searchin’ So Long e Wishing You Were Here, che contribuirono non poco a definire il sound della band per il pubblico mainstream. E non senza qualche risentimento da parte del resto dei componenti.
Che piacesse o meno, però, quell’innegabile fiuto per le ballate pop si convertì in If You Leave Me Now – hit per eccellenza del gruppo – che arrivò in un momento in cui il loro profilo di vendite al di fuori degli Stati Uniti era in netto calo. In altre parole, l’etichetta di appartenenza – ovvero la Columbia Records – aveva bisogno di un colpo sicuro, di un autentico singolo spacca-classifica per continuare a vendere dischi. Colpo sicuro che individuarono proprio nella romantica If You Leave Me Now di Cetera. Senza dimenticare che nel 2013 – all’alba dell’era dello streaming – fu persino inserita all’interno della Los Santos Rock Radio Station di Grand Theft Auto V, incrementandone sensibilmente la popolarità. Addirittura, Lamm arrivò ad esprimersi in questi termini nei confronti del brano vincitore di due Grammy:
Gli interessi commerciali alla lunga avrebbero cominciato a farsi sentire e a discapito della spontaneità dimostrata sin dai primi lavori. Brani come Hope for Love, Skin Tight e la stessa If You Leave Me Now, d’altronde, mostrano ancora oggi quale fosse la stoffa di cui era fatto il complesso statunitense. E gli sforzi di un tale lavoro furono ampiamente ripagati, dato che Chicago X fu il primo album del gruppo ad essere certificato disco di platino, vendendo 1 milione di copie in soli tre mesi.
Nessuno può sapere quale sarebbe stata la strada che il gruppo avrebbe intrapreso se non si fosse mosso in una direzione simile. E di certo si sarebbe trattato di una strada spoglia di qualche certificazione in meno. Ma al di là di ciò, è doveroso sottolineare quanto Chicago X rimanga ancora oggi un perfetto disco jazz-rock in pieno stile Chicago. La famosa rock ‘n’ roll band con i fiati.