Recensioni e Interviste

Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti: intervista per il nuovo “Caro Lucio rispondo”

Sergio Rossomalpelo Gaggiotti

Il 4 marzo è uscito il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti dal titolo “Caro Lucio rispondo“. L’album contiene il singolo in rotazione radiofonica “Arance amare”. In questa occasione, abbiamo intervistato l’autore.

Dal 4 Marzo 2022 sarà disponibile sulle piattaforme digitali “Caro Lucio rispondo” (Red Phonics Records), il nuovo disco di Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti che contiene il singolo in radio “Arance amare”.

“Arance Amare” è una delle nove risposte alla “Lettera al caro amico” che Lucio Dalla inviò tramite il brano: “L’anno che verrà”. L’artista in questo brano risponde alla lettera di quell’uomo del ’43, descrivendo la sua visione del presente che è stato il suo futuro immaginato proprio in quella lettera al caro amico.

Gli racconta di momenti assurdi e brutali, di solitudini e silenzio, di amore e tempra, coraggio e paure. Infine, Gaggiotti ha voluto sussurrare al destinatario della lettera che aveva ragione: anche se diversamente, tutti si vive un presente migliore se si sogna e pretende un futuro davvero moderno e civile.

Il videoclip di Arance Amare

Spiega l’artista a proposito del brano: «Qualcuno doveva pur rispondere a Lucio Dalla e raccontargli quello che succede.»

Il videoclip di “Arance Amare” è stato girato nella casa di Sergio Gaggiotti e raffigura l’artista che canta davanti alla videocamera mentre una luce calda proveniente da varie lampade sparse per tutto l’ambiente dà a tutto il set un’atmosfera accogliente.

“Caro Lucio rispondo” è un disco concepito e realizzato interamente a casa. In ogni suo aspetto, dalla musica alla grafica fino alla realizzazione dei video e al loro montaggio. Un ideale invio di lettere come risposte alle parole di Lucio Dalla, un disco che non è dedica ma immaginario rapporto epistolare. 

Sergio Rossomalpelo Gaggiotti
Biografia

Musicista e scrittore attivo dal 2003, ha pubblicato quattro libri di racconti e tre sceneggiature teatrali delle quali ha curato anche la parte musicale.

Nel 2003 pubblica i primi progetti musicali: “Rossomalpelo” (2003) e “PaDaPè” (2005) seguito dalla colonna sonora “Socrates is dead” (de: Socrates is dead – Romeo, Libri, Ita. 2008).

Il terzo album “Con il pelo e con il vizio“ esce invece nel 2010 a pochi mesi di distanza da “Il muro nel deserto” (Colonna sonora de: Il muro nel deserto, Corto, Usa, 2010).

L’ultimo full-lenght rilasciato è stato Piccolo “Possibilario del Necessibile” (2018). È stato inoltre arrangiatore e direttore artistico per il primo disco dei “Presi per caso”, gruppo musicale interno al carcere di Rebibbia oggi ancora attivo.

Sergio “Rossomalpelo” Gaggiotti ha rilasciato per Onda Musicale un’intervista per il suo ultimo lavoro “Caro Lucio rispondo”:

Ciao Sergio, “Caro Lucio rispondo” è il tuo nuovo album. Come nasce l’idea di rispondere alla lettera di Lucio Dalla (“L’anno che verrà”) tramite un disco?

Ciao a voi di Onda Musicale. Grazie per offrirmi la possibilità di raccontarmi.

L’idea è nata subito, al primo ascolto. Ero giovanissimo. La ascoltai chiedendomi immediatamente come poteva, il fine di un gesto così semplice e cioè quello di scrivere una lettera ad un amico, finire dentro una canzone e in un affare di plastica che si mangiava i dischi. Ma ero troppo giovane appunto, non riuscivo a comprendere il senso di quella missiva, a chi era stata spedita e soprattutto perché tutti la cantavano trovandoci dentro cose che io non riuscivo a percepire. Così ho immaginato e inventato, e poi dimenticato.

Il mondo allora era pieno di sorprese e vita da vivere con la libertà concessa solo a giovani menti prive di ciò che si può percepire di una ruvida realtà. Oggi però quelle parole latenti e senza seguito che sempre ho avuto in mente: “Caro Lucio rispondo”, hanno preso forza. Ho spinto le mie sinapsi al ricordo e le mie dita a scrivere quella risposta che solo in questo tempo, almeno in me, poteva nascere.

L’oggi di tutti noi è quel futuro immaginato da Dalla in quella lettera e io ho sentito il dovere di rispondergli. Mi sono lasciato andare. Questo tempo ha segnato le vite di tutti e qualcuno doveva dirglielo, qualcuno doveva raccontargli quello che succede e che è successo, così ho cominciato a scrivere ed elaborato nove risposte alla sua lettera;. Non potrà mai rispondermi, forse non lo avrebbe mai fatto, ma io ho dovuto farlo. Tutto qui.

In “Arance amare”, il primo singolo estratto da questo progetto, parli di un presente fatto di solitudine e di momenti assurdi e brutali. Un pezzo più che attuale per il nostro periodo storico. Pensi che un giorno potrai raccontare di un mondo come quello che Lucio Dalla immaginava?

Lo spero. Per qualche verso il mondo è così, il bello esiste. Esiste davvero ed è sotto gli occhi di tutti, ma si scontra con un brutto mai visto, potente, che sembra imbattibile. Ma il bello esiste ed è rappresentato da tutte le vite che si oppongono e si sforzano di migliorare o anche solo di immaginarlo quel futuro migliore. Perché si vive un presente diverso se tutti “pretendiamo quel futuro migliore”.

Cosa vuoi trasmettere a coloro che ascoltano la tua musica?

Difficile rispondere a questa domanda, di solito non me la pongo, scrivo per necessità di dare sfogo alle lotte che sento dentro. Racconto della vita che conosco, di qualche sogno, di dolori e desideri. Spero che ascoltarmi sia piacevole, interessante, divertente se si viene a vedermi dal vivo. In cuor mio, però, la speranza è quella di riuscire a trasmettere racconti comprensibili, condivisibili, da cantare insieme. E per esorcizzare momenti duri e faticosi, trasmettere la convinzione che non si è mai troppo “persi”, da non essere compresi e che sempre ci sarà qualcuno disposto ad ascoltare per poi ricordare e riportare.

Nella tua carriera sei passato dalla musica alla scrittura fino al teatro. Come riesci a conciliare queste tre realtà artistiche?

Amo la parola scritta, la poesia, la prosa, tutto ciò che si può trasmette da pagine piene di parole. Mi intriga lavorarci, elaborarle, immaginarle lette ad alta voce, mi piace immaginarle mentre si trasformano in scene, pose, scenografie. È un divertimento che non lego ad un lavoro o ad una professione, è divertimento puro, semplice gioco per quel me che ama leggere da sempre e che insegue ancora il sommergibile del “Capitano Nemo”.

Non credo di saper effettuare conciliazioni tra i diversi mondi espressivi che la parola permette, cerco il mezzo migliore per esprimere ciò che voglio raccontare e molto spesso, il piccolo spazio di una singola canzone non basta, devo ricorrere a trame e sotterfugi, invenzioni e pagine in numero maggiore. In fondo mi lascio guidare da quanto mi piace approfondire e come voglio presentare quello che voglio raccontare.

Hai già dei nuovi progetti per il futuro?

Sì, ho molte cose nei miei cassetti, enormi cassetti pieni di quello che ancora non esce, seppur concluso non ancora presentato a quel me giudice e critico severo. Ho scritto due serie televisive, le ho terminate e riposte; due libri di racconti ed una romanzo (il mio primo romanzo e il terzo e quarto libro di racconti), che forse vedranno la luce; già pronti due nuovi dischi. Ma sono pigro, non nello scrivere, nel presentare. Ogni volta ripeto a me stesso che non è ancora arrivato il momento, che sicuramente non si sente la mancanza di  “cose” scritte da un invisibile figlio della periferia di una Roma lontana. Poi mi rispondo e lascio che qualcosa prenda la strada che deve, senza chiedermi fin dove potrebbe arrivare, la libero e la lascio andare.

Quello che più mi piace è scrivere, suonare e spero di poter ricominciare a farlo dal vivo in piccoli spazi teatrali. Ecco, questo non è un progetto ma un sogno e spero di poterlo realizzare perché questo disco è il mio sogno: Immaginato, suonato, registrato, finalizzato e realizzato completamente da solo. Anche i video che usciranno sono totalmente realizzati da me. Un sogno appunto, più che un progetto.

— Onda Musicale

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