Fino al 26 Febbraio, al Museo Nazionale Archeologico di Fratta Polesine (RO), sarà possibile visitare una mostra unica nel suo genere, ovvero Storia del Profumo, Profumo della Storia.
Il Museo, che è stato inaugurato nel febbraio 2009, è ospitato in una sede quanto mai meravigliosa: Villa Badoer nota come La Badoera, opera di Andrea Palladio che viene annoverata tra i “Patrimoni dell’umanità” dall’Unesco. Non si tratta solo di un capolavoro architettonico dei più apprezzati nel suo genere, ma anche i suoi interni sono stati decorati dal pittore Giallo Fiorentino, il quale impiegò tematiche mitologiche ed allegoriche che ancora oggi creano dubbi e aloni di mistero riguardo al loro significato, affascinando i più.
All’interno di questo museo si possono scorrere, come in un dettagliato libro, circa quarant’anni di ricerche sul Polesine archeologico, e tra questi testimonianze e ritrovamenti provenienti dai villaggi della tarda età del bronzo delle zone circostanti. La ricca serie di reperti archeologi, principalmente rinvenuti nel territorio attiguo, s’incentra in particolar modo sulle più comuni attività domestiche dell’antichità, e tra le sale di questo museo s’inserisce infatti benissimo il filone conduttore della mostra che viene ospitata dal museo sin dall’autunno fino al 26 Febbraio: il profumo.
Fonti storiche e reperti tra i più antichi hanno confermato che il profumo accompagna ormai quasi da sempre la storia dell’uomo. E la mostra vuole comunicare proprio ciò: come il profumo sia sempre stato un compagno di vita dell’essere umano, a partire dalle prime essenze, passando lungo le erbe aromatiche del Medioevo e arrivando fino alle contemporanee Eau de toilette.
E’ anche presente una sezione dedicata alla produzione dei profumi, come questi venivano prodotti una volta e come vengono creati oggi, tema approfondito anche grazie al supporto scientifico ed alla collaborazione con alcuni laboratori universitari.
Il profumo ha da sempre permesso all’uomo di costruirsi una propria identità, di potersi presentare agli altri proponendo e comunicando un immagine di sé stessi ancora prima della stretta di mano, costante parte della nostra modernità più recente, ma che rende comunque l’idea. Ha sempre fatto parte dell’identità sociale e culturale dell’uomo come singolo ma anche come comunità, ha influenzato il commercio, la letteratura e la cultura in generale.
E’ parte integrante della storia e come fatto storico e sociale viene appunto indagato da questa interessante mostra che ne affronta il viaggio lungo una linea temporale di millenni.
Si parte dal patrimonio archeologico del Mediterraneo Orientale, proponendo la ricostruzione e lo studio delle tecniche di produzione delle essenze che venivano impiegate tra la fine del III e il II millennio a.C. In questa sezione fonti storiche, tavolette antiche e testi millenari ci accompagnano a fare largo uso dell’immaginazione per figurarsi gli odori delle piante tipiche di Cipro e del Mediterraneo, tra cui aromi della resina di pino, rosmarino, alloro, mirto, anice e bergamotto. Certe profumazioni danno la possibilità di un salto temporale-geografico al primo “annuso”.
Alcune tecniche raccontate sono da considerare patrimoni culturali e sicuramente le metodiche di produzione, anche se più avanzate, corrispondono ancora oggi a quelle antiche. In mostra anche oggettistica che racconta quanto anticamente fossero preziose le essenze, e sicuramente non a portata di tutti.
I contenitori erano infatti quasi più preziosi del contenuto, e su questo insistono i manifesti pubblicitari splendidi della Belle Epoque, a cui in mostra è dedicata una sezione. Colori sgargianti e donne bellissime servivano per attirare uomini e donne all’acquisto di prodotti immancabili all’interno della propria toeletta.
A pensarci bene oggi le cose non sono così cambiate, gli spot pubblicitari dei profumi sono sempre dei capolavori tra colori, modelle/i location e abbigli, e senza dubbio molto accattivanti e invoglianti all’acquisto del prodotto.
La mostra non è solo un viaggio temporale che porta il visitatore a scoprire la storia del profumo, delle essenze, delle erbe aromatiche, ma si tratta di un vero e proprio percorso alla scoperta del gusto olfattivo, di come questo possa essersi modificato nel corso del tempo, ma anche di come talvolta sia invece rimasto invariato.
Martina Bastianelli – Onda Musicale
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