Transformer è nato dall’inedito connubio tra due leggende del rock, Lou Reed e David Bowie. Registrato a Londra, è uscito l’8 novembre 1972.
Escludendo la parentesi The Velvet Underground, quando si parla di Lou Reed il primo lavoro discografico che viene in mente non può non essere che Transformer. Uscito l’8 novembre del 1972, questo album ha segnato un rilancio per la carriera dell’artista americano. Carriera che aveva iniziato una sorta di parabola discendente dopo il suo primo album da solista, Lou Reed (1972, RCA Records). All’interno di Transformer si trovano infatti alcuni tra i pezzi più conosciuti della sua carriera solista, come Perfect Day e Walk on the Wild Side.
La produzione di Transformer di Lou Reed
Per questo album, Lou Reed ha scelto un approccio diverso rispetto a quello utilizzato con il suo progetto precedente. Infatti, ha deciso di inserire, per la maggior parte, delle tracce completamente nuove. Non ha pescato, come nel suo primo disco, dal repertorio di brani mai pubblicati de The Velvet Underground. In Trasformer sono state inserite solo due le canzoni nate dalla sua esperienza musicale precedente. Si tratta di Andy’s Chest e Satellite of Love.
Le registrazioni di Transformer si sono svolte presso i Trident Studios di Londra tra il luglio e l’agosto del 1972. La sua produzione è stata affidata ad un’altra leggenda del rock, David Bowie. In quel periodo, il Duca Bianco era sulla cresta dell’onda. Era da poco uscito The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (RCA, 1972). Un disco che lo aveva reso una vera e propria icona planetaria.
Ad affiancare Bowie in questo nuovo progetto c’era anche Mick Ronson, chitarrista degli Spiders from Mars. Lou Reed ha successivamente rivelato a New Musical Express che è stato proprio Ronson a dare una chiara impronta ai lavori per questo album. Ciò non sorprende dato che lo stesso musicista si è occupato anche di chitarra, flauto e pianoforte e seconde voci all’interno del medesimo LP.
La connessione tra Lou Reed e Bowie
Se si guarda bene, la scelta di Bowie e Ronson non risulta casuale. Infatti, è noto che entrambi hanno molto influenzato sia la musica de The Velvet Underground che quella del frontman da solista.
Inoltre, Bowie non ha mai nascosto il fatto di stimare molto The Velvet Underground fin dai loro inizi. Ha persino dedicato loro uno spazio nelle “cover note” del suo disco Hunky Dory (1971, RCA). Ha, inoltre, scelto come cover in alcuni concerti tra il 1971 e il 1973 due loro canzoni, I’m Waiting for the Man e White Light/White Heat. Ad un certo punto ha messo pure in programma di registrare proprio White Light/White Heat per il suo album Pin Ups (1973, RCA). Cosa che, però, non è andata in porto alla fine.
Per di più, il Duca Bianco ha apprezzato talmente l’arte di Lou Reed che si è speso in prima persona e ha messo a disposizione la sua notorietà per far decollare la carriera di quest’ultimo. Ad esempio, nell’estate del 1972 i due si sono esibiti assieme proprio nel primo concerto inglese dell’artista americano.
Comunque, la conclusione di Transformer ha segnato anche la fine di qualsiasi rapporto tra Lou Reed e Bowie. Un allontanamento che sembra essere avvenuto pure con qualche screzio. Cosa che forse lascia con un leggero rimpianto: chissà cosa avrebbero potuto creare ancora assieme.