In primo pianoMusica

Rocket Man: Elton John, David Bowie e un’amicizia mai nata

Elton John riesce nell’impresa di fare arrabbiare David Bowie quando (nel 1972) pubblica uno dei suoi più grandi successi: “Rocket Man“, primo estratto dal suo quinto disco intitolato Honky Chateau.

Il duca bianco si arrabbia perchè il brano di Elton sembra una “scopiazzatura” del suo “Space Oddity“, suo grande successo pubblicato solo tre anni prima e dalla mente dello stesso produttore (Gus Dudgeon, 1942 – 2002)). Bowie era davvero infastidito e, durante una delle BBC Sessions, sferrò un attacco piuttosto deciso all’amico Elton inserendo nel suo testo le parole “I’m just a rocket man!

La realtà era un’altra

Almeno a sentire il racconto dell’autore del testo, il paroliere Bernie Taupin, che ammise di aver pensato a “Rocket Man” per la prima volta nel 1971 durante un viaggio in auto verso la casa dei suoi genitori. Queste le sue parole:

Avevo da poco riletto “Il gioco dei pianeti” di Ray Bradbury, la raccolta di racconti di fantascienza del 1951. Il mio preferito è sempre stato “L’astronauta” (The Rocket Man). La storia parla di un uomo che trascorre tre mesi alla volta nel suo razzo lontano dalla moglie e dal figlio. È combattuto. Vuole essere a casa con la famiglia ma, nello stesso tempo, adora vivere tra le stelle. Alla fine il suo razzo precipita nel sole”

Le analogie fra i due brani ci sono

Raymond Douglas Bradbury (1920 – 2012) è stato uno sceneggiatore cinematografico e scrittore considerato un innovatore del genere fantascientifico. Fra le sue opere più note figurano “Cronache Marziane” del 1950 che racconta dell’esplorazione e della colonizzazione del pianeta Marte. Bradbury è autore anche della raccolta “Il Gioco dei Pianeti” (1951) in cui i racconti sono legati fra loro da un filo conduttore che narra di un uomo illustrato, pieno di tatuaggi che riescono ad animarsi e a raccontare storie particolarmente tragiche.

Uno di questi racconti si intitola L’astronauta. Gli astronauti sono scarsi di numero, così lavorano quando vogliono e ricevono delle retribuzioni elevate. Uno di questi va nello spazio per tre mesi alla volta, facendo ritorno sulla Terra solo per tre giorni consecutivi per vedere sua moglie e suo figlio Doug. La storia è raccontata dal punto di vista di Doug, che vuole anch’egli diventare astronauta. Doug apprende del costante struggimento di suo padre, che brama le stelle mentre è a casa e desidera casa mentre è nello spazio. Il padre ha tentato di lasciare il lavoro diverse volte, poiché le sue lunghe assenze hanno quasi distrutto il rapporto con la moglie. Prima di partire per la sua ultima missione trimestrale fa promettere a Doug che non seguirà mai le sue orme. Il padre decolla verso lo spazio, giurando che questo sarà il suo ultimo viaggio, ma muore quando il razzo precipita nel Sole. La moglie il figlio vogliono eliminare il Sole dalla loro vita e diventano nottambuli. E’ del tutto evidente che vi sia più di un’analogia con “Space Oddity“.

Il precedente

C’era un precedente. Un pezzo del 1970 scritto da Tom Rapp (dei Pearls Before Swine), e intitolato ugualmente “Rocket Man“. Così, per non essere da meno, decise di scrivere un brano spaziale anche lui.

Ho iniziato a immaginare una canzone sulla fatica della vita da astronauta – ha svelato il paroliere – Mentre pensavo a come cominciare, la prima strofa è nata da sola: “She packed my bags last night, pre-flight zero hour 9 a.m. and I’m gonna be high as a kite by then.”

Poi in un’intervista di qualche tempo dopo l’ammissione definitiva: “Io e Elton non l’abbiamo rubata a Bowie, l’abbiamo fregata a un altro ragazzo, Tom Rapp. Quando uscì il nostro pezzo, nell’aprile del 1972, quasi nessuno conosceva la canzone dei Pearls Before Swine. Così i critici indicarono “Space Oddity” come riferimento principale. Io, però, all’epoca non ascoltavo musica pop alla radio. Ascoltavo il blues di Chicago, il country e principalmente la musica americana.”

Il resto è storia

Nell’aprile del 1972 “Rocket Man” diventa subito un singolo, raggiungendo la seconda posizione nel Regno Unito e la sesta negli Stati Uniti. Elton John riesce finalmente ad abbracciare sonorità diverse. “Rocket Man” apre un periodo nuovo e spiana la strada che avrebbe portato il musicista britannico a coprire oltre il 2% delle vendite dei dischi mondiali nel 1975. Il mito di questa hit è proseguito fino a oggi attraverso mille cover e il recente omonimo film biografico diretto dal regista britannico Dexter Fletcher e uscito nelle sale nel 2019. La pellicola, vincitrice del Premio Oscar per la miglior canzone, narra la vita di Elton John a partire dalla Royal Academy of Music fino ad arrivare al grandissimo successo degli anni 80. Nella colonna sonora anche “(I’m gonna) Love Me Again” composta appositamente per la pellicola e cantata in duetto con l’attore Taron Egerton.

Queste le parole di Sir Elton John in occasione dell’uscita del film:

La frase di “Rocket Man” che mi ha sempre colpito è “Just my job five days a week” (soltanto il mio lavoro cinque giorni a settimana – NDR). Questo ragazzo normale è bloccato lassù e vorrebbe essere a casa. Più volte mi sono sentito così sul palco: mi piaceva stare lì ma volevo tanto tornare a casa e, nello stesso tempo, sapevo di non essere più in grado di vivere una vita normale. Sono felice di essere diventato un cantante, è la cosa che amo fare di più al mondo. Ma all’inizio interpretare un personaggio che ti sei inventato può essere molto pericoloso e farti perdere di vista chi sei.”

Le parole di Elton alla morte di David Bowie:

Non sapevo che avesse il cancro. Sapevo solo dell’attacco di cuore che ebbe anni fa a Berlino. Bisogna prendere atto che Bowie non avrebbe saputo affrontare meglio la morte. Se n’è andato con la stessa eleganza che, da sempre, l’aveva contraddistinto.”

Elton John ha comunque sempre rispettato la figura di David Bowie, nonostante gli (altri) attriti sorti tra i due in passato, mostrando di essere un grande artista e un grande uomo, anche se ha più volte sostenuto che l’eccessivo egocentrismo di Bowie fosse stato la causa principale dei loro attriti anche se, dopo la sua morte, Elton ha riservato numerosi tributi al “duca bianco“. Non erano amici, questo sembra certo, ma si rispettavano.

(fonte: iltempo.it)

— Onda Musicale

Tags: David Bowie, Elton John, Space Oddity, Bohemian Rhapsody, Bernie Taupin
Sponsorizzato
Leggi anche
Mike Baker: il nuovo singolo del giovane artista toscano
Ecco alcuni “bootleg” che hanno segnato un’epoca