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“Psycho Killer” dei Talking Heads: ecco la storia del loro brano più iconico

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Psycho Killer è un singolo dei Talking Heads pubblicato nel 1977, tratto dal loro primo album Talking Heads: 77.

Il brano, uno dei loro più famosi e iconici, è stato scritto da David Byrne, Chris Frantz e Tina Weymouth e racconta il punto di vista di una persona psicopatica. (Psycho Killer)

Il 10 agosto 1977 David Berkowitz viene arrestato

David Berkowitz ha 24 anni ed è un impiegato delle poste e un veterano dell’esercito con un congedo onorevole. Nonostante fosse visto come una persona schiva e solitaria, non mostra alcun segno di disturbo mentale. Berkowitz viene ritenuto idoneo a sostenere un processo e, successivamente, si dichiara colpevole delle otto sparatorie per cui è giudicato (e condannato) anche se si sospetta la presenza di complici, mai trovati. Era soprannominato “Son Of Sam”.

In molti (tra i quali anche l’etichetta discografica della band) hanno sostenuto che la canzone si sia ispirata ai quei tristi fatti di cronaca, anche se David Byrne ha sempre negato che gli omicidi (di cui è accusato David Berkowitz) siano stati l’ispirazione per Psycho Killer. Tuttavia, le somiglianze nei contenuti e la cronologia tra l’arresto di Berkowitz e l’uscita del singolo (pochi mesi dopo) sono stati sufficienti per consentire al pubblico di associare le cose.

David Byrne ha iniziato a scrivere la canzone prima che Berkowitz commettesse i suoi crimini

La parte embrionale della canzone risale a quando Byrne suona in una band al collage: The Artistics. Nella formazione milita anche Chris Franz. Formatisi mentre i due frequentano la Rhode Island School of Design, gli Artistics sono una art-rock band che si ispira allo stile dei Roxy Music. La band si scioglie dopo meno di un anno e, in seguito, Byrne e Franz si trasferiscono a New York City. Insieme a loro c’è anche la ragazza di Franz, Tina Weymouth.

L’ispirazione è tratta dalle macabre performance teatrali di Alice Cooper?

Quando ho iniziato a scrivere il brano, ho immaginato Alice Cooper che canta una ballata in stile Randy Newman. Sia Joker che Hannibal Lecter erano molto più affascinanti dei bravi ragazzi. Tutti, in qualche modo, fanno il tifo per i cattivi nei film.”

Alice Cooper riusciva ad interpretare come nessun altro il ruolo di “cattivo”

Nel libro Talking Heads: Once in a Lifetime: The Stories Behind Every Song, Byrne spiega che i testi hanno cominciato a prendere posto a poco a poco: “Non riesco ad affrontare i fatti/Sono teso e nervoso e Non riesco a rilassarmi” proveniva dalle nevrosi di Byrne, mentre “Tu inizi una conversazione/Non riesci nemmeno a finirla” è stata un’aggiunta dell’ultimo minuto mentre la band stava registrando.

Il blocco creativo di Byrne

Quando si tratta di scrivere il bridge (un passaggio all’interno di una canzone, in genere differente dal resto) Byrne si blocca e non riesce a proseguire. Lui vuole qualcosa di più ambiguo, qualcosa che rappresentasse una doppia personalità. Ma non riesce a creare ciò che ha in mente. E si blocca. Ha avuto un’adolescenza con varie esperienza (anche all’estero) ma parla correntemente solo l’inglese.

L’intervento risolutore di Tina Weymouth

È qui che interviene Tina, che è una bassista che si unisce alla band su insistenza di Chris Franz (è la sua fidanzata) e anche per sopperire l’esitazione momentanea di Byrne. Sua madre era di origini francesi e lei traduceva (o scriveva direttamente) i versi nella lingua materna: “Ce que j’ ai fait, ce soir-là/Ce qu’elle a dit, ce soir-là/Réalisant mon espoir/Je me lance, vers la gloire”, che si traduce in: “Quello che feci quella notte/Quello che disse quella notte/ Realizzando le mie speranze/sono diretto verso la gloria”.

E’ Tina Weymouth (classe 1950) che crea la linea di basso – insistente e caratteristica – che dà il via alla canzone, mentre Chris Franz (classe 1951) contribuisce all’arrangiamento del brano. Si tratta di una delle prime composizioni originali dei Talking Heads e la band inizia a suonarla verso la fine del 1975.

Gli omicidi di cui è accusato Berkowitz e la registrazione di “Psycho Killer”

Berkowitz ha confessato l’uccisione di 6 persone e il ferimento di molte altre. Le violenze si sono svolte a New York tra il 1976 e il 1977. Il suo caso è ancora aperto perché si sospetta la presenza di alcuni complici negli omicidi.

Con la registrazione di Talking Heads: ’77, la casa discografica dei Talking Heads intravede l’opportunità di sfruttare la notorietà dei fatti di cronaca, anche se la band è piuttosto riluttante al riguardo. Tuttavia, la casa discografica si prepara a pubblicare il singolo con o senza l’approvazione della band, quindi viene trovato l’accordo. Quello che segue sono anni di affermazioni e smentite sul fatto che la canzone fosse – in qualche modo – legata ai fatti di cronaca di cui era stato accusato (e condannato) David Berkowitz.

Il brano diventa subito un grande successo

Psycho Killer” consente ai Talking Heads di entrare per la prima volta nella classifica Billboard Hot 100 e l’ambiguità sulla sua genesi moltiplica le vendite dell’album al momento del debutto, consentendo alla band di mettersi decisamente in evidenza. Durante la loro grandiosa carriera il brano, oltre a diventare uno dei più iconici, è stato spesso proposto negli spettacoli dal vivo, con grande apprezzamento degli spettatori.

— Onda Musicale

Tags: Talking Heads/Alice Cooper/David Byrne
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