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Peter Frampton: l’artista dei record spesso sottovalutato da molti

Peter  “faccia d’ angelo“ Frampton è uno degli artisti (forse) più sottovalutati della scena rock anni’70. Il suo tocco melodico e delicato ha sempre regalato emozioni significative nella musica.

Ottimo chitarrista e discreto cantante britannico, autore di ammalianti brani rock dal sapore dolce e pop, rispetto a tutta la scena della sua epoca sicuramente è stato meno Hard ma certamente un grande performer, il suo stile singolare ed efficace gli ha dato modo di combinare e  modulare alla perfezione linee vocali e fraseggi di chitarra tanto da rendere un canto unico il tutto.

Gli esordi e la sua amicizia con David Bowie

Peter Frampton nasce il 22 Aprile del 1950 a Beckenham, una città nel London Borough of Bromley ed è un polistrumentista inglese famoso soprattutto per i suoi lavori da solista a partire dagli anni’70 e vincitori di diversi Grammy. All’ età di 10 anni suonò in una band chiamata Little Ravens e tra i compagni dell’istituto tecnico di Bromley, con suo padre direttore del ramo artistico, come non menzionare il già talentuoso David Bowie. La presenza del padre fu di conseguenza lo spunto principale degli assidui spettacoli che spesso vedevano la band di Peter con quella di Bowie, chiamata George and the Dragons, calcare lo stesso palcoscenico.

Incredibile pensare come a quell’età, l’impatto musicale fosse già ad un livello elevato, quasi alieno. C’era qualcosa di diverso che si respirava nell’aria dagli anni ’50 ai ’70, qualcosa di energico e di duraturo, che avrebbe dettato i parametri e il carattere del rock, quello stesso carattere che è rimasto intoccabile e che è servito alle generazioni future per farsi spazio e modellare un mondo musicale che resterà sempre una fonte inesauribile di ispirazione, per tutti.

Le sue prime band  e il successo che lo portò ad importantissime collaborazioni

Andando oltre le sue precoci apparizioni artistiche adolescenziali i primi successi arrivarono quando era parte della band The Herd e successivamente, insieme a Steve Marriot ex cantante degli Small Faces, fondò gli Humble Pie con i quali ebbe un discreto seguito persino in America, esibendosi per la prima volta in questa formazione a Long Island presso il Rock Pile e poi nella stazione Radio di New York “wnew-FM”. Nel corso degli anni la sua fama di compositore e di brillante musicista accrebbe tanto da portargli altre importantissime collaborazioni con Happy Nisson e Jerry Lee Lewis. Da qui in poi la sua carriera si intensificò con la scrittura di brani ancora oggi leggendari come “Show me the way”,”Do you feel like we do”, “I can’t stand it no more” che vennero raggruppate nel suo doppio disco live Frampton Comes Alive!

Frampton Comes Alive! Il disco dei record

Attualmente ancora il disco live più venduto al mondo con le sue 11 milioni di copie vendute. Fu l’album di punta negli anni ’70, quasi la stessa sorte per il successivo lavoro in studio “I’m in you” (1977), un disco che raggiunse un successo notevole che si piazzò al secondo posto della classifica Billboard e meritatissimo disco di Platino e ancora adesso resta l’album più venduto della sua discografia.

Importanti collaborazioni

Nel suo percorso artistico si vantano tante collaborazioni interessanti, una di queste è con i Bee Gees, per la colonna sonora del film “Sgt.Pepper’s Lonely Hearts club Band” (1978), in cui partecipò anche come attore e  negli anni ’80 la sua partecipazione come chitarrista al colossale “Glass Spider Tour” di Bowie, suo grande amico d’infanzia. Proprio in merito a questo Tour lui stesso ricorda un particolare aneddoto, raccontato nel suo libro “Do you feel like i do” (pubblicato nell’Ottobre 2020).

Peter ricorda quella volta in cui Bowie gli ha salvato la vita durante un incidente aereo:

Per quel tour usavamo per spostarci degli aerei privati, e un giorno dopo l’atterraggio su un volo cominciò ad uscire fumo dalle bocchette di ventilazione. Fumo!Fumo! così il pilota si fermò e l’assistente di volo aprì l’uscita d’emergenza. Ero seduto al mio posto e David corse da me e mi prese in braccio e mi portò giù per lo scivolo d’emergenza. Non lo dimenticherò mai. Avrebbe potuto mettersi in salvo subito ma volle assicurarsi che anche io fossi al sicuro. Quello era il tipo di persona con cui lavoravo. Era un uomo fantastico.”

Peter Frampton e David Bowie durante un concerto
Rallentamenti della carriera artistica e l’ultimo album in studio

Nel 1979 continuò la sua sfera compositiva che lo portò alla pubblicazione del disco “Where i should be”, disco d’oro, album intenso e di notevole qualità che fu presentato addirittura in Italia alla trasmissione Domenica In. Dopo un periodo di transizione costellato da album passati quasi inosservati e periodi di stop totali ritornò alla ribalta con il suo “Frampton Comes Alive II” che prevedeva canzoni dei nuovi album insieme a tantissimi altri brani del repertorio anni’70, pur avendo avuto tantissime critiche positive e ovviamente interessanti incassi il disco non ebbe la stessa risonanza del primo album. Uno dei suoi ultimi grandi successi fu realizzato nel 2007 con l’album strumentale “Fingerprints” con il quale ottenne un Grammy Awards.

L’inventore dell’Heil Talk Box

Tra i suoi brani più popolari si ricorda in special modo “Show me the way” soprattutto per la versione live, il brano divenne una mega hit, e la particolarità fu l’uso dell’ Heil Talk Box, un dispositivo progettato da un altoparlante tweeter che invia il segnale alla chitarra attraverso un tubo di plastica che tieni in bocca davanti al microfono. Per molti l’uso e l’invenzione di questo dispositivo lo si deve a lui sebbene fosse stato usato anche precedentemente da Joe Walsh, Joe Perry, Jeff Beck e anche da David Gilmour.

Una carriera egregia, costellata di melodie

I suoi boccoli d’oro ora sono stati sostituiti dalla calvizie dei suoi oltre sessant’anni, dice che non è più tempo per mandare in visibilio le ragazzine. Dopo quattro mogli e tre figli c’è tempo e modo di diventare più saggi. Ma il suo sorriso e il suo carisma sono rimasti intatti come d’altronde la sua tecnica e il suo tocco, forse anche migliorato con l’esperienza. Negli anni d’oro fu eletto Volto del 1968 in Inghilterra e Artista dell’anno nel 1976 negli Stati Uniti dalla rivista Rolling Stone. E’ entrato nell’olimpo del rock per i suoi record con 16 milioni di copie vendute, meglio di molti altri mostri sacri come Deep Purple e Led Zeppelin per il suo monumentale doppio album Live. Peter Frampton è e  resterà sempre tra gli artisti più influenti della musica soprattutto per il modo in cui lasciava cantare la sua chitarra.

(articolo di Sossio Aversana)

— Onda Musicale

Tags: David Gilmour, Joe Perry, Joe Walsh
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