L’artista originario di Cuba, coinvolto nel nuovo singolo della mitica band inglese, ci ha concesso una breve intervista esclusiva.
Il girasole è il fiore simbolo dell’Ucraina; è diventato il fiore simbolo della guerra in Ucraina; ma è anche il fiore che ha germinato l’arte che ha unito i Pink Floyd nel Sussex, Andry Khlyvnyuk in Ucraina e Yosan León a Cuba. Anzi, a San Antonio, nel Texas. Oltre che determinare nuovi assetti geopolitici ed economici, da sempre le guerre generano, tra l’altro, arte. Nascono germogli.
Remembrance Poppy
All’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, dal 1921 in Gran Bretagna e nei paesi anglosassoni si commemora la Rimembranza dedicata ai caduti e ai veterani della Grande Guerra. Il simbolo è il Remembrance Poppy: il papavero.
L’origine del simbolo risale alla famosa poesia ‘In Flanders Fields’ scritta dal Luogotenente Colonnello medico canadese John McCrae, ispirato dalla vista dei papaveri che crescevano nei campi di battaglia dopo la devastazione della guerra. Sono infinite le rappresentazioni artistiche del papavero. Una per tutte: l’album ‘The Final Cut’ dei Pink Floyd, 1983.
Ancora un fiore: il girasole
Quasi 40 anni dopo, ancora una guerra, ancora i Pink Floyd, ancora un fiore: stavolta è il girasole. Dalla devastazione della guerra in Ucraina germoglia un’urgenza creativa che genera arte che valica i confini, quelli in nome dei quali spesso si fanno le guerre, compresa quella in corso. Un’urgenza creativa che, tra gli altri, mette insieme i Pink Floyd superstiti – addirittura dopo 28 anni – il cantante-soldato ucraino Andriy Khlyvnyuk, il tastierista anglo-indiano Nitin Sawhney e l’artista cubano Yosan León.
Tutti messi insieme da un fiore. Il girasole. E da Jana Pedan, artista ucraina di stanza a Londra, nuora di David Gilmour. È stata lei ad ispirare l’artwork del singolo ‘Hey Hey Rise Up’ che contiene il fiore nazionale dell’Ucraina: il girasole.
David Gilmour:
Janina mi ha raccontato la storia di una donna, all’inizio del conflitto, che distribuiva semi di girasole ai soldati russi dicendo loro di portarli nelle tasche in modo che, una volta morti, sarebbero cresciuti i fiori.“
E così, “il fiore che segue il sole” dall’Ucraina si è girato verso il West Sussex, nel sud dell’Inghilterra, dov’è stata incisa la canzone, e ancora più ad ovest, fino a Cuba, per approdare infine nello studio d’arte di Yosan León, giù nel Texas, Stati Uniti. E da lì donato al mondo, in nome degli ucraini.
Yosan León, artista
È nato a Cuba ed è emigrato negli Stati Uniti per poi stabilirsi a San Antonio nel 2014. Nel 1995 ha iniziato a studiare Pittura e Scultura presso la Scuola Professionale di Belle Arti “Oscar Fernandez Moreira” a Trinidad, Cuba; lì ha seguito anche corsi opzionali di ceramica e gioielleria.
Le sue opere riflettono le esperienze da Cuba agli Stati Uniti; cultura, architettura, paesaggi, personaggi immaginari o reali che s’incontrano nella vita quotidiana. Sentimenti, incontri e mescolanze di tutte le diverse culture. Questo è ciò che Yosan rappresenta nei suoi dipinti ad olio e acrilico.
L’artista cubano, 44 anni, ci ha gentilmente concesso una breve intervista esclusiva sulla imprevedibile collaborazione con i Pink Floyd.
E a proposito di meltin’ pot culturale in nome dell’arte, una nota di colore…linguistico: abbiamo pensato le domande in italiano, gliele abbiamo rivolte in inglese e ci ha risposto in spagnolo. Evviva le differenze che uniscono e le barriere che cadono!
Negli anni scorsi hai dedicato una serie di dipinti al girasole. La serie si intitola “Sunflowers Confluence”. Perché hai dedicato tanta attenzione a questo fiore?
Il girasole è stato ampiamente utilizzato nell’arte nel corso della storia ed è stato interpretato in vari modi. Molti anni fa, ho iniziato a incorporare il fiore di girasole nel mio lavoro, perché oltre ad essere il fiore preferito di mia moglie è molto spirituale per noi cubani perché è il fiore che rappresenta la nostra Virgen de la Caridad del Cobre. Nelle mie opere li ho usati per la prima volta in modo estetico e ornamentale in nature morte, paesaggi. È stato solo nel 2015, dopo il nostro arrivo negli Stati Uniti, che ho dato un’altra connotazione ai miei girasoli.
Qual è la tecnica pittorica che hai seguito per realizzare la serie dei girasoli?
Il mezzo che ho usato in questi dipinti è l’acrilico su tela.
Segui qualche corrente artistica?
Oltre al Rinascimento italiano, il pittore olandese Hieronymus Bosch ha fortemente influenzato il mio lavoro.
Sapevi che il girasole è il fiore nazionale dell’Ucraina?
Sì, sapevo già che il girasole è il fiore nazionale dell’Ucraina.
Chi ti ha contattato dei Pink Floyd e quando?
Qualche tempo prima dell’uscita della canzone, mi ha contattato Paul Loasby della One Fifteen Music Express per parlarmi di questo progetto e di come David Gilmour volesse che quella mia opera facesse parte della cover della canzone.
Ti hanno contattato perché conoscevano i tuoi dipinti dedicati al girasole?
So soltanto che David cercava un’immagine per rappresentare la canzone e cercando in Internet ha trovato l’immagine della mia opera sulla mia pagina www.yosanle.com; è stato allora che mi hanno contattato.
Dunque, per la copertina dei Pink Floyd è stata ripreso un tuo dipinto già esistente?
Il dipinto “Lo sguardo del girasole” è stato completato nel 2015.
Hai partecipato alla realizzazione del prodotto grafico finale?
No, non ho partecipato al design finale della copertina.
La parte centrale del girasole è un occhio. Nelle tue intenzioni di artista, che cosa guarda quell’occhio?
Mia moglie ed io abbiamo lasciato Cuba e abbiamo dovuto lasciare i nostri figli coi nonni fino a quando non siamo riusciti a portarli via, 4 anni dopo. Siamo partiti sperando di vivere in un paese libero, dove il governo non ti frena, come fa la dittatura cubana.
Questo dipinto faceva parte di una serie che ho iniziato nel 2015 adattandomi a un nuovo paese e con la sofferenza di essere lontano dai nostri figli. Fu allora che mi venne in mente di creare un occhio al centro; un occhio che vede tutto, dando personalità al fiore e creando una storia attraverso di esso. L’immagine ha una forza e un significato che trascende dal tempo ed è stato questo che ha catturato l’attenzione di David Gilmour. A quel girasole piace crescere e guardare tutto ciò che sta attraversando il disastro della guerra.
Tu sei un artista cubano e vivi negli Stati Uniti, sei stato coinvolto da una storica rock band inglese per un progetto musicale condiviso con un musicista ucraino. In “Hey Hey Rise Up” c’è il mondo intero. Che cosa ne pensi?
Per me, essere coinvolto in un progetto grande come questo, con una band leggendaria come i Pink Floyd e un musicista ucraino, è qualcosa di molto grande. Il solo sapere che il mio lavoro è lì senza barriere nazionali, né di altro tipo, è un sogno divenuto realtà.
Fino a pochi anni fa vivevi a Cuba; la musica dei Pink Floyd era conosciuta?
I Pink Floyd e altri gruppi rock inglesi e americani sono stati censurati dal regime comunista a Cuba, ma nonostante ciò la gente li ascoltava e condivideva le cassette per poterli ascoltare. Sapevamo poco della parte visuale; non c’era Internet, vedevamo le copertine delle cassette solo quando erano originali, di qualcuno che aveva viaggiato fuori dall’isola e le aveva portate.
Che cosa può fare l’arte per fermare la guerra?
Penso che l’arte non ferma direttamente la guerra, ma influenza molto la coscienza delle persone ed è attraverso l’arte che questo messaggio può andare più lontano.