Sarebbe difficile spiegare l’essenza di una canzone, il suo particolare potenziale emotivo, servendosi di uno scritto analitico-esplicativo o di qualsiasi altro genere, volto a dimostrare una tesi di presunto carattere scientifico, allo stesso modo valida per tutti.
Ciro questo lo sa bene, e nel dialogo che segue, in compagnia della sua amica G., proverà a definire il personale significato di “Slide Away” degli Oasis, ricordandoci ancora una volta quanto ogni opera d’arte possa avere collocazione e peso specifici entro i confini dell’esistenza umana.
G: Ehi, Ciro, secondo te qual è il miglior brano mai scritto dagli Oasis?
C: Mh… Perché me lo chiedi?
G: Oh, beh, sarà perché di solito non fai nient’altro che parlarne dal mattino fino al mattino seguente. Neanche avessero scoperto l’America o che so io!
C: Non lo nego, hai perfettamente ragione. In ogni caso ‘Slide Away’, senza ombra di dubbio. Mai sentita?
G: A dire il vero, no. Certo, non mi sarei aspettata ‘Wonderwall’ o ‘Don’t Look Back In Anger’. Sarebbero troppo scontate per te, dopotutto.
C: Hai ragione. Sarebbero troppo scontate per me, dopotutto.
G: Beh, allora? Perché proprio ‘Slide Away’?
C: Perché credo che la vera e propria essenza degli Oasis sia perfettamente riassunta in quei 6 minuti e 30 secondi di canzone.
G: E perché mai? Non che sia una fan, ma so per certo che nel loro repertorio ci sono canzoni ben più famose, che in altre parole potrebbero tranquillamente reggere il confronto con quella di cui parli.
C: Oh, no, no. Io non credo proprio.
G: Beh, allora spiegati, no?
C: E va bene. Vedi, per me l’aspetto fondamentale risiede nel contrasto che viene a crearsi durante la sua esecuzione. Mi segui?
G: Non esattamente, ma ti ascolto.
C: Mi spiego meglio: ‘Slide Away’, come la maggior parte dei brani della band, è scritta da Noel e interpretata da Liam. Ecco, questo singolare contrasto tra le due rispettive personalità per me qui risalta ancora più che in tutto il resto della loro discografia.
G: Va bene, ma ancora non capisco che cos’abbia di diverso dal resto.
C: Ci arrivo subito. Prova a dare un’occhiata al testo, per esempio. È a dir poco struggente. Un autentico dramma amoroso, portato alla luce da una delle penne in ambito musicale più sensibili che abbiano mai messo piede su questo pianeta. E quella sensazione la senti, capisci? Quella sensazione di incomunicabilità emotiva, di abbandono, riesci a sentirla dentro di te, fino in fondo, quasi come se l’avessi vissuta in prima persona. Quasi come se ti avesse segnato profondamente. Una volta lessi un commento sotto il lyric video corrispondente su Youtube, che diceva: “questa canzone mi fa venire nostalgia di una persona che non ho mai conosciuto”. Ebbene, credo di non aver mai trovato un’osservazione in giro per il web che risultasse allo stesso modo calzante. Capisci cosa intendo?
G: Sì, credo di sì. E poi? A dirla tutta, non comprendo ancora il ‘contrasto’ di cui mi hai parlato.
C: Il contrasto è ovviamente dato dalla voce e dalla personalità di Liam. Vedi, quando Liam canta, non lo fa cercando di interpretare quanto scritto dal fratello. Cerca piuttosto di dare il suo personalissimo tocco, la sua inconfondibile attitudine a parole che non sono di sua proprietà. Da una parte, quindi, abbiamo uno scrittore riservato, introverso, tremendamente riflessivo e dell’altra uno spirito ruggente, vanitoso fino all’orlo, spregiudicato e sicuro di sé. Senza il caro fratellino, insomma, il brano perderebbe inevitabilmente di intensità, di insensata rabbia giovanile. Sarebbe allo stesso modo struggente, certo. Ma fin troppo morbido.
G: E tu credi che la differenza tra le due personalità influisca davvero così tanto sulla resa finale del brano?
C: Non lo credo, ne sono convinto. Esistono delle ottime versioni dal vivo dello stesso brano interpretate dalla sola voce di Noel. Versioni davvero ottime, come ho detto. Il punto è che Noel non può e non potrà mai metterci quello che Liam, al contrario e dal canto suo, può. Vedi le esecuzioni realizzate a Knebworth nel 1996, ad esempio. Perché sono due caratteri fin troppo differenti fra loro, ognuno con le proprie peculiarità e i propri tratti distintivi. Comunque capaci di creare qualcosa di unico nella loro combinazione.
G: Beh, se la metti così…
C: Inoltre, non dimentichiamoci dell’innegabile qualità generale di cui gode. Mi segui G.? Non vi è una nota sbagliata, una parola fuori posto, un passaggio che non sia perfettamente calibrato al suo interno. Insomma, era destino che quel brano dovesse essere concepito per come oggi lo conosciamo. Non ho alcun dubbio su questo.
G: E tu perché lo ami così tanto?
C: Ma è naturale: perché credo che quei due spiriti, quelle due distinte personalità di cui ti ho sinora parlato convivano e si scontrino continuamente dentro di me. E, forse, perché se dovessi spendere in un qualche modo gli ultimi 6 minuti e mezzo della mia vita… beh, credo proprio che saprei a chi affidarli.