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Addio Olivia Newton-John: la donna aveva 73 anni

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Lo ha annunciato il marito in una nota sottolineando che l’artista è deceduta “serenamente nella suo ranch nel sud della California, circondata da familiari e amici“. Era malata da tempo di cancro. Indimenticabile nel ruolo di Sandy in Grease a fianco di John Travolta.
La cantante e attrice Olivia Newton-John è morta all’età di 73 anni

Divenne famosa presso il pubblico di tutto il mondo nel 1978, quando interpretò il ruolo di Sandy in Grease accanto a un John Travolta, Danny nel film, al massimo della popolarità dopo La febbre del sabato sera. L’annuncio della morte è arrivato attraverso un post apparso sul profilo instagram di Olivia Newton-John:

La signora si è spenta in pace questa mattina nel suo ranch nella California meridionale, circondata dalla famiglia e dagli amici”. Anche il marito dell’artista ha dato la notizia via social, con un comunicato pubblicato su Facebook: “Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento molto difficile.”

La causa del decesso non è stata resa nota

Di certo, Olivia Newton-John non aveva fatto mistero della sua battaglia contro il cancro al seno. Per questo suo marito l’ha ricordata come “un simbolo di trionfi e speranza per oltre 30 anni, condividendo il suo viaggio con il cancro al seno. La sua ispirazione nella guarigione e l’esperienza pionieristica con la medicina delle piante continuano con la Fondazione Olivia Newton-John dedicata alla ricerca sulla medicina delle piante e sul cancro”.

Il messaggio più atteso, quello di John Travolta, arriva via Instagram: “Mia carissima Olivia, hai reso tutte le nostre vite molto migliori. Il tuo impatto è stato incredibile. Ti voglio tanto bene. Ci vedremo lungo la strada e saremo di nuovo tutti insieme.

Olivia Newton-John era nata in Inghilterra, a Cambridge, il 26 settembre del 1948

La sua famiglia si era poi trasferita in Australia quando aveva 5 anni, ma è nel Regno Unito che cominciò la sua ascesa, grazie al concorso per giovani talenti che, premiandola, lì la riportò. Era la seconda metà degli anni 60, Olivia incide il suo primo singolo per la Decca, Til You say Be Mine, conosce Cliff Richard e varca la soglia degli studi televisivi. Il suo volto dolcissimo e la sua vocalità vellutata e cristallina entrano nelle case inglesi poi la sospingono fino a un quarto posto all’Eurofestival del 1974 con il brano Love Live Love, primo di una seria di piazzamenti nelle charts di tutto il Commonwealth, fino alla conquista del Grammy per I Honestly Love You quale migliore intepretazione vocale femminile.

Per Olivia era pronto il salto sul palcoscenico del mondo

Che giunge, come ricordato all’inizio, con la megaproduzione cinematografica per il musical Grease ad opera del grande produttore Robert Stigwood, l’uomo dietro il colossale successo de La febbre del sabato sera appena un anno prima. Quel film di colpo aveva fatto del quasi debuttante John Travolta un divo imitato nel passo, nel look e nei passi di danza dai ragazzi nelle discoteche dell’intero pianeta. Una vera febbre, che aveva creato attorno al successivo film di John un’attesa spasmodica. In Grease, Travolta rivestirà i panni di Danny Zucco, leader di una gang di rocker di Los Angeles che, una volta in vacanza a Malibu e smessa la divisa da duro per indossare camicia e costume da bagno, si scioglie come il burro davanti al bel visino di Sandy.

Il ruolo della ragazza è il più ambito da tutte le attrici aspiranti divine di fine anni 70. Le qualità vocali e l’esperienza maturata nei musical permetteranno a Olivia Newton-John di vincere la corsa.

Quando il film arrivò nelle sale, il pubblico si mise in fila lungo interi isolati e per intere settimane. 

Grease resta ad oggi un fenomeno, uno dei musical di maggior successo al botteghino nella storia del cinema. Come un grande successo nelle classifiche di tutto il mondo fu la colonna sonora, in cui spiccava il vibrante duetto You Are The One (That I Want) accompagnato dalla indimenticabile sequenza del film in cui la romantica Sandy decide di conquistare il suo Danny usando le maniere forti: via gli abiti da candida liceale e vai di boccoli al vento, giacca di pelle, rossetto sgargiante e sigaretta tra le labbra. Quella scena fece di Olivia Newton-John una celebrità mondiale e da sola valse il ricordo che di lei hanno conservato negli anni a venire i giovani del suo tempo. Ed è quella scena a rendere solo un pallido ricordo il flop di Xanadu

il film musicale cucito addosso a Olivia Newton-John nel 1980, con la partecipazione del mito Gene Kelly. L’ultima importante testimonianza di Olivia superstar resta probabilmente il singolo Physical, che nel 1981, ormai nell’era dei videoclip, la propose in un’immagine sexy fasciata in abitini da palestra. Il video “bucò” e portò Olivia ancora una volta al trionfo nei Grammy.

Nel 1983, con il “travoltismo” in crisi, John e Olivia ci riproveranno insieme con l’obiettivo di rilanciarsi sul grande schermo.

Ma Two Of A Kind (in Italia Due come noi) è una scommessa persa, nonostante il buon successo della colonna sonora. La carriera di Olivia Newton-John ovviamente non si fermerà, ma il suo momento d’oro nell’immaginario del pubblico resta legato a quel passaggio di decennio incredibile.

Sarà il cancro al seno a fermarla, la prima volta nel 1992. Olivia non si nasconde, lo annuncia al mondo in conferenza stampa e si allontana dalle scene per curarsi. Mastectomia e chemioterapia sembrano aver avuto la meglio sul male e due anni dopo Olivia riprende da dove aveva lasciato, tra dischi, concerti e televisione.

L’illusione si spezza 13 anni dopo

Quando Olivia sospende un tour per la recidiva. Stavolta il verdetto è terribile: tumore al seno con metastasi al sacro. Passano due anni e nel corso di uno show tv Olivia Newton-John rivela la diagnosi di una terza recidiva, col coinvolgimento della colonna vertebrale e massiccio uso di morfina per combattere almeno il dolore. Quando Olivia è ormai lontana dai riflettori, John Travolta la ricorda al “G’Day 2020”, parlando per la prima volta della malattia che sta consumando la sua partner in Grease. “E’ una sopravvissuta. Una donna intelligente, con tanta voglia di vivere. Vede il bicchiere mezzo pieno e questo è il suo bellissimo approccio alla vita. Penso che tutti noi dovremmo farlo”. 

Una lezione. Difficile immaginare la sofferenza a cui è stata costretta Olivia Newton-John nello scorcio finale della sua esistenza. Difficile anche immaginarla lontano dalla scena, lei che per lo spettacolo era evidentemente nata. Molto più facile ricordare gli occhioni blu e il sorriso di Sandy, la ragazza che ridusse in burro il cuore di Danny.

(fonte repubblica.it)

— Onda Musicale

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