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Album che hanno fatto la storia (parte 4)

Eccoci qui con il quarto appuntamento di questo nostro viaggio attraverso i generi musicali, oggi tratteremo il Grunge con una delle band attualmente più in vista nel panorama musicale mondiale: i Pearl Jam.

Come quasi tutti sanno il Grunge nasce nella città americana di Seattle, per questo è detto anche Seattle sound, a metà degli anni ottanta. Ancora oggi ci si pone il problema se il Grunge possa essere definito un genere vero e proprio oppure solo una catalogazione in cui inserire tutti quei gruppi che hanno una provenienza dalla zona di Seattle.

C’è comunque da dire che le sonorità del grunge hanno molto in comune con il metal, l‘hard rock e il punk. Ciò deriva dal fatto che i musicisti grunge rinunciano, per la maggior parte, al synth e agli effetti sulle chitarre favorendo il ritorno a sonorità più semplici e d’impatto (chitarra – basso – batteria) favorendo suoni più rumorosi e distorti.

 

GENERE: Grunge

Album: Ten

Autore: Pearl Jam

Data Pubblicazione: 27 agosto 1991

I Pearl Jam sono paragonati ad altre band grunge dei primi anni novanta, il loro stile però è meno heavy e più vicino al rock classico del decennio settanta. Il loro successo è da cercare proprio nel loro sound che riesce a fondere”potenti riff del rock da stadio anni settanta con la durezza e la rabbia del post punk anni ottanta, senza trascurare i cori e gli agganci”.

A quel tempo la band venne additata come tradizionalista, Kurt Cobain dei Nirvana dichiarò che Ten non era un vero album alternativo perchè aveva molti accentuati assoli di chitarra.

Ten è il primo album in studio per i Pearl Jam, pubblicato dalla Epic Records. Nel febbraio 2013 l’album ha superato la cifra di 10 milioni di copie vendute negli USA ottenendo la certificazione Diamond dalla RIAA. Il nome dell’album è un riferimento al numero di maglia del giocatore di basket Mookie Blaylock, dal quale il gruppo aveva originariamente preso il nome.

La formazione è composta da Eddie Vedder (voce), Jeff Ament (basso), Stone Gossard (chitarra), Mike McCready (chitarra) e Dave Krusen (batteria). L’album è composto da 11 tracce, scritte soprattutto da Gossard e Ament.

Il secondo brano dell’album è Even Flow, pubblicato come singolo proprio per promuovere il disco. La canzone unisce un riff funky scritto da Gossard e le parole di Vedder riguardanti la mancanza di una casa. La linea vocale della canzone inizia con un particolare intervallo di tritono molto evidente.

Di questa canzone esistono due versioni, la seconda è stata registrata con il batterista Dave Abbruzzese mentre la band incideva la colonna sonora del film Singles – L’amore è un gioco.

La band realizzò anche un videoclip per questa canzone, inizialmente ingaggiarono il regista Rocky Shenck. Le riprese iniziarono il 31 gennaio, Shenck filmò la band in un set di uno zoo sul quale aveva preparato un paesaggio notturno. La registrazione durò delle ore, ma la band non fu soddisfatta da tale risultato ritenendo le riprese una perdita di tempo e denaro.

La seconda versione del video, quella che fu fornita ad MTV, fu realizzada da un amico di Vedder di nome Josh Taft che riprese la band durante il concerto live al Moore Theater di Seattle. La presenza di Taft e il fatto che le riprese furono sufficienti a montare un video fu considerato un colpo di fortuna per il gruppo.

La terza canzone è Alive, indubbiamente una delle più popolari dei Pearl Jam. La parte musicale è stata scritta da Gossard mentre le parole furono scritte lo stesso anno da Vedder mentre lavorava come benzinaio a San Diego (California).

Col passare del tempo è divenuta una delle canzoni preferite dai fan e tuttora è fra le più richieste dal vivo. Alive contiene un vasto assolo di chitarra, suonato da McCready, che è tra i preferiti sempre dai fan.

Quando lo stesso McCready fu intervistato riguardo all’assolo, dichiarò che aveva “copiato l’assolo di Ace Frehley in She, il quale era certamente copiato dall’assolo di Robby Kreager (The Doors) in Five to One”. McCready ha avuto parecchie influenze anche da Jimi Hendrix, infatti non è inusuale per lui l’uso del pedale Wah-Wah, il tremolo, il portamento e il vibrato, così come l’utilizzo della chitarra Fender Stratocaster.

Jeremy è la sesta traccia dell’album. Diventò una delle canzoni più popolari della band e ricevette nel 1993 la nomination ai Grammy Awards come Best rock song e Best rock performance.

A livello musicale la canzone “gira intorno” al basso Hamer 12 corde usato da Ament. Il bassista apre la canzone eseguendo il riff principale su cui poi si sviluppano le strofe, a lui è affidata anche la chiusura del brano con un arpeggio. In entrambe le occasioni ci sono delle note che vengono accentate tramite l’uso degli armonici naturali.

La canzone fu ispirata ad un fatto di cronaca accaduto in Texas e legato al sedicenne Jeremy Wade Delle di Richardson. Egli infatti si suicidò davanti agli occhi dei suoi compagni di classe durante la mattina dell’8 gennaio del 1981. Wade venne descritto dai compagni come “veramente calmo” e conosciuto come “fingersi un ragazzo triste”.

Quella mattina Jeremy si presentò in ritardo a lezione, l’insegnante gli indicò di presentarsi in segreteria per avere un permesso. Quando tornò in classe stringeva in mano una pistola calibro 357, camminò di fronte alla classe e disse “Professoressa, ecco ciò per cui sono realmente venuto”. Mise la pistola in bocca e premette il grilletto prima che chiunque dei presenti potesse reagire.

Quando Eddie Vedder venne intervistato riguardo a questa canzone, egli dichiarò: “viene da un paragrafo su un giornale il cui senso era: ti uccidi e fai un grande vecchio sacrificio cercando di ottenere la tua vendetta. Questo è ciò che finisci per ottenere, un paragrafo su un giornale. Diciassette gradi e nuvole in un quartiere suburbano. Questo è l’inizio del video e questa è la stessa cosa che si vede alla fine, non fa differenza… niente cambia. Il mondo continua e tu non ci sei più. La miglior vendetta è vivere e mettere alla prova te stesso. Sii più forte di quelle persone. Così puoi fargliela vedere. È più o meno quello che ho fatto io. Adesso tutti quelli che erano miei nemici vogliono essere miei amici. Non capiscono perché… non rispondo loro”.

In conclusione Ten è stato il disco di debutto per una band che ha emozionato un’intera generazione di fan del grunge, senza dubbio è stata fonte di ispirazione per moltissimi musicisti. Nella prossima parte discuteremo l’Heavy Metal e gli Iron Maiden.

 

Renzo Tomasi – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

Tags: Pearl Jam, Eddie Vedder, Grunge, Renzo Tomasi
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