Mercoledì è già la serie più vista su Netflix nella prima settimana d’uscita, superando addirittura Stranger Things.
Il cast
Il cast formidabile è composto da giovani e promettenti attori (Jenna Ortega nei panni di Mercoledì, Emma Myers in quelli della compagna di stanza Enid, Percy Hynes White nei panni del misterioso ma dolce Xavier). Tra i nomi più conosciuti invece troviamo: Catherine Zeta Jones, una perfetta Morticia Addams, elegante, affascinante e a tratti inquietante; Gwendoline Christie (Il trono di spade, Sandman) è l’appassionata e gioiosa preside Larissa; e infine, voluta da Tim Burton in persona, Christina Ricci – la giovane Mercoledì del 1991 – nei panni della professoressa Thornhill.
![](https://www.ondamusicale.it/wp-content/uploads/2022/12/Mercoledi-di-Tim-Burton-3-scaled-1.jpg)
La trama
Creata da Alfred Gough e Miles Millar (Smallville, The Shannara Chronicles), e diretta da Tim Burton (i primi 4 episodi), la serie si apre con un curioso “incidente”. Mercoledì, qui adolescente, per difendere il fratello Pugsley dai bulli della scuola, ferisce gravemente due studenti. Questo – dopo i due passati omicidi – convince i genitori a trasferirla alla Nevermore Academy, frequentata in passato anche da Morticia e Gomez (e Edgar Allan Poe). Si tratta di una scuola che educa reietti, ragazzi con poteri sovrannaturali che devono imparare a gestire le proprie capacità (sulla falsa riga di Harry Potter e X-Men). La serie si trasforma presto in un giallo, quando alla fine del primo episodio un ragazzo viene ucciso sotto gli occhi di Mercoledì per poi sparire. La ragazza tenterà di tutto per risolvere il mistero, ripercorrendo il passato dei suoi genitori e scoprendo il coinvolgimento di suo padre in un vecchio omicidio.
I temi
“Ci si può sentire dei reietti anche in mezzo ai reietti?“
È questa la principale tematica della serie. Tra i protagonisti singolari abbiamo – oltre a Mercoledì – una licantropa che non riesce a trasformarsi, un artista ferito dai suoi stessi dipinti divenuti realtà, un gorgone che si pietrifica da solo per errore, un ragazzino imbranato ignorato da tutti. Senza fare spoiler, ognuno di loro sarà fondamentale per il viaggio di Mercoledì attraverso l’adolescenza, alla scoperta della socialità, sebbene lei voglia a tutti i costi scamparne. La particolarità di Mercoledì, infatti, è l’apatia. La sua incapacità di provare emozioni la rende fredda e antipatica da fuori, ma la sua compagna di stanza farà di tutto per far breccia nel suo cuore gelido.
Alla base della trama, c’è naturalmente la tipica sensazione di essere giudicati, guardati dall’alto in basso, e di non essere mai abbastanza agli occhi dei genitori
Mercoledì, in particolare, ha un rapporto difficile con la madre, si sente costantemente in competizione con lei. Sebbene non le importi cosa la gente pensa di lei, anzi, sostiene che adora non essere piaciuta, la Mercoledì adolescente sembra perseguitata dal passato di Morticia. Lei vorrebbe essere se stessa, decidere da sé chi vuole diventare, e per questo avverte il peso del giudizio della persona che ammira di più: sua madre. Tutto ciò è perfettamente in linea con il processo di crescita di qualunque adolescente, eppure è interessante il punto di vista di un personaggio fuori dalle righe, ed è ciò che rende la serie così affascinante.
L’interpretazione di Jenna Ortega
L’attrice, Jenna Ortega, ha perfettamente incarnato la personalità atipica di Mercoledì. Di sua spontanea volontà ha deciso di non sbattere mai le palpebre per dare più inquietudine al personaggio, quasi una moderna Helena Bonham Carter. Ci ha regalato, inoltre, momenti indimenticabili come l’ipnotico ballo che lei stessa ha coreografato. Per questa scena, sulle note di Goo Goo Muck dei Cramps, Ortega dice di essersi ispirata a Siouxie Sioux della band post-punk Siouxie and the Banshees. E non solo:
Ci sono molti altri aspetti che la rendono diversa dai “normali”, perfino diversa dai “reietti”. Tra questi c’è la diffidenza per i social media, che condivide con il famoso regista: «Io ho paura di internet. È uno strumento nato per il bene, ma mi sembra spesso utilizzato per il male» dice Tim Burton al Lucca Comics.
Mentre questa è la battuta brillante, puntuale e concisa di Mercoledì:
I social media sono un buco nero di vuote gratificazioni per l’anima.”
La critica
È ormai evidente la differenza tra il prodotto Netflix e i vecchi personaggi (quelli dei fumetti di Charles Addams del 1938, ma anche dei film degli anni ’90). C’è chi critica l’atmosfera cupa e drammatica della serie, riducendo tutto all’etichetta teen drama, c’è chi si aspettava una comedy sarcastica somigliante ai vecchi film senza però considerare la partecipazione della piattaforma Netflix e trent’anni di distanza. C’è anche chi, come al solito, non perde occasione di osservare quanto sia cambiata la regia di Tim Burton negli ultimi anni, dimenticando forse l’aspetto principale del suo lavoro. Il peculiare regista, infatti, è famoso proprio per le ambientazioni gotiche e le tematiche basate su emarginazione e diversità, solitudine e incomprensione.
Tutto ciò si trova anche in Mercoledì. All’anteprima della serie presentata al Lucca Comics, Burton ha dichiarato di essersi sempre sentito come Mercoledì: «Avevo lo stesso punto di vista in bianco e nero. È stata sempre rappresentata come una bambina, ma a me interessava vedere come reagisse a scuola, con gli insegnanti, all’andare in terapia». Come una normale adolescente, ma senza perdere la sua personalità eccentrica e molto forte.
“Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita e mi identifico in Mercoledì. Per me è una fonte di ispirazione. Lei è molto chiara, diretta, dice quello che prova. Questo la porta a mettersi nei guai nei confronti degli altri, ma a livello simbolico ha una forza silenziosa e semplice che per me è molto importante. Mercoledì va in una scuola per reietti e si sente reietta fra i reietti. È quello che ho provato tutta la mia vita, nei confronti della scuola, dei genitori, degli altri. Questo progetto mi corrisponde”
Come tutto ciò a cui ha sempre lavorato. Burton non ha mai realizzato un progetto che non sentisse suo, e per questo le critiche che gli vengono rivolte sono incoerenti. Certo è che non potevamo aspettarci il Tim Burton di Beetlejuice o Edward Mani di Forbice. Era abbastanza ovvio che la serie sarebbe stata attualizzata, che Mercoledì non sarebbe rimasta un’assassina a sangue freddo ma che sarebbe maturata grazie alle esperienze vissute all’Accademia, grazie alle persone che ha conosciuto.
Conclusioni
Come nella musica e nella letteratura, si appiccicano etichette per classificare dei prodotti, per stigmatizzarli. L’etichetta teen drama sembra avere questa funzione, infatti la trovo molto snaturante. Ridurre tutto a questo genere è generalizzante e poco lungimirante. Se è tutto ciò che alcuni hanno visto è un peccato, perché hanno perso tutto il resto: una scenografia pazzesca, la sceneggiatura originale, la recitazione brillante di tanti giovani attori che si sono trovati a dover comprendere e abbracciare personaggi pieni di oscurità. Non ci si può approcciare a una serie Netflix con protagonista un’adolescente e aspettarsi che sia una feroce assassina senza che provi a crescere e maturare, anche se è Mercoledì Addams. I film della Famiglia Addams d’altronde non sono mai stati horror. Un po’ inquietanti, magari. Fuori dalle righe, sicuramente. Ma tutti i bambini e i ragazzi possono vederli. Quindi perché aspettarsi la vecchia commedia sarcastica o addirittura un horror?
Il destino della serie era già scritto nei nomi Tim Burton e Netflix, e ha soddisfatto appieno le mie aspettative.
La colonna sonora
Il sodalizio tra Tim Burton e Danny Elfman continua e non delude mai. I brani scritti dal compositore preferito di Burton e da Chris Bacon sono ben 48:
Questa invece è la lista di tutte le canzoni presenti nella serie:
- Non, Je Ne Regrette Rien – Edith Piaf (episodio 1)
- In My Dreams – Roy Orbison (episodio 1)
- La Llorona – Chavela Vargas (episodio 1)
- Paint It Black – Rolling Stones (suonata da Mercoledì al violoncello nell’episodio 1)
- Don’t Worry Be Happy – Bobby McFerrin (coro a cappella nell’episodio 2)
- Don’t stop – Fleetwood Mac (suonata da Mercoledì al violoncello e dall’orchestra nell’episodio 3)
- Space Song – Beach House (episodio 3)
- Inverno – Antonio Vivaldi (suonata da Mercoledì al violoncello nell’episodio 3)
- Nothing Else Matters – Metallica (episodio 3)
- Tierra Rica – Carmita Jimenez (episodio 4)
- It’s A Shame – RAC feat. Pink Feathers (episodio 4)
- The Beginning – Magdalena Bay (episodio 4)
- Goo Goo Muck – The Cramps (episodio 4)
- Physical – Dua Lipa (episodio 4)
- La Mamma Morta – Umberto Giordano (episodio 4)
- Sciuri Sciuri – Blonde Redhead (episodio 6)
- If I Be Wrong – Wolf Larsen (episodio 7)
- Perfect Day – Hoku (episodio 8)