Uscito giovedì 24 novembre 2022, il disco è stato registrato e prodotto da Christopher Bacco di Studio 2.
A distanza di tre anni dall’ultimo disco e dopo un’attenta ricerca musicale, la Black Out Band ci regala una raccolta di quattro tracce provenienti da universi sonori diversi ma strettamente interconnessi. Ne abbiamo parlato con loro.
Se vi chiedessimo di presentarvi attraverso il titolo di una canzone (di altri artisti), quale scegliereste e perché?
Domanda a cui è difficile dare una risposta singola ma ci proviamo, con “Echoes” dei Pink Floyd: è un brano che riassume il nostro processo creativo e a cui ci ispiriamo continuamente. Ogni brano deve essere un viaggio; ogni brano deve raccontare una storia e la musica deve riuscire a cambiare insieme al testo. Questo è un concetto che cerchiamo di trasferire nei nostri brani, che durino 20 minuti o 5.
Come è avete portato avanti la creazione di “One More”? Come è nata l’idea, che difficoltà avete incontrato…?
“One More” è il frutto di un percorso musicale che ci ha portato dal 2019, dopo l’EP “Cosa Rimane”, a ricercare un nuovo sound e ad affrontare nuove tematiche nelle nostre composizioni. Il risultato finale è costituito da quattro brani, per noi universi sonori differenti, ma connessi. Difficoltà ovviamente, come in ogni processo creativo, sono state presenti forse la cosa più difficile è stato cercare di creare un filo conduttore fra tutti e 4 i brani.
Come sono cambiati (se sono cambiati) i vostri gusti musicali nel corso del tempo?
Si sono certamente evoluti nel corso degli anni, siamo partiti tutti (come molti) dai miti del rock per poi ingrandire sempre più la nostra cultura musicale spostandoci verso il Prog, Jazz, Musica Latina ed anche Elettronica. Crediamo che per poter migliorare a livello compositivo sia necessaria un’ampissima cultura musicale che spazia dai generi più disparati.
C’è qualche brano chiuso nel cassetto che però non avete mai avuto intenzione di pubblicare?
Abbiamo cominciato a lavorare circa due anni fa ad un pezzo originariamente di tre minuti che pian piano si è trasformato in una suite di circa 12 minuti; lo abbiamo già eseguito in qualche concerto ed è sempre stato apprezzato. Per poterlo pubblicare però dobbiamo ritenerlo completato e per noi è un brano in continuo mutamento, potrebbe anche diventare un intero Concept Album!
Quali consigli dareste a chi coltiva il sogno della musica?
Conoscete altre persone che seguono la vostra stessa passione e suonateci insieme, conosciamo tutti dei musicisti tecnicamente mostruosi ma che non sono mai usciti dalla propria porta di casa. Portate la vostra musica nelle sale prove, nei locali e sui palchi più disparati, ne guadagnerete delle memorie stupende che ricorderete per sempre.