Selvaggia Lucarelli (classe 1974) è una giornalista, opinionista, blogger, scrittrice e attrice italiana. Dopo avere tanto apprezzato i quattro ragazzi romani ora si pone delle domande.
La giornalista nei giorni scorsi ha analizzato il successo degli ultmi mesi dei Maneskin di cui era stata grande fan: “Me lo chiedo da un po’ dopo averli amati… Cosa è rimasto di sincero in loro?”
“Cosa sta succedendo ai Maneskin?”
E’ questa la domanda con la quale è iniziata l’ultima puntata de Il Sottosopra, il podcast condotto da Selvaggia Lucarelli che, arrivato al suo ventiquattresimo episodio, ha voluto analizzare il fenomeno della band. Il successo strepitoso che i quattro giovani romani Damiano, Victoria, Ethan e Thomas stanno riscuotendo negli ultimi tempi non convince più molto la giornalista, che ha voluto così esprimere tutte le sue perplessità.
“Me lo chiedo da un po’ dopo averli amati… Cosa è rimasto di sincero nei Måneskin? La sensazione è che siano cresciuti troppo in fretta e che a un certo punto la loro crescita sia diventata quella delle oche destinate al foie gras: non più liberi di mangiare quello che vogliono, ma ingozzati in modo artificiale, con cannula infilata in gola per ingrassare più velocemente e finire venduti a caro prezzo sulle nostre tavole”
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Attualmente primi in classifica con Rush!
“Rush” è la loro ultima fatica musicale pubblicata lo scorso 20 gennaio e subito diventato l’album più venduto in Italia (leggi la nostra recensione) e non solo, reduci da un’esibizione oltreoceano nel celebre Tonight Show di Jimmy Fallon, testimonial di diverse campagne pubblicitarie, un maestoso tour imminente, dopo un 2022 ricco di soddisfazioni e premi e un sontuoso “matrimonio” tra i quattro andato recentemente in scena a Roma (e definito da Lucarelli una “baracconata“), il loro travolgente fenomeno viene oggi messo in parte in discussione.
Queste le sue parole:
L’asticella del troppo, che non è – attenzione – quella degli eccessi, ha iniziato ad alzarsi a livello mareggiata. La loro idea di rock, di trasgressione, non è diventata un fatto estetico, quello sarebbe andato bene, ma un fatto didascalico, quasi pedante: le lingue, i capezzoli, gli uomini con l’eyeliner sbavato, le chitarre spaccate, le foto nudi, lo stile bondage, la pelle, lui in perizoma, i baci fluidi, tutto visto e rivisto, trito e ritrito… Tutto accompagnato però da interviste da chierichetti, interviste noiosissime della serie ‘Non beviamo, non ci droghiamo, fuck Putin’, cuoricini alla fidanzata e qua e là canzoni tragicamente zuccherose alla Coraline che sembrano la versione anni duemila di Brutta di Alessandro Canino. Perché loro sono trasgressivi, ma devono piacere anche a mamma”.
Selvaggia Lucarelli continua:
Ti trovi a pensare, in piena regressione adolescenziale, che più che Victoria fasciata nel suo inadatto tailleur Gucci in tartan mi piacerebbe sapere cosa c’è che non va tra lei e Damiano. Già, perché per quanto la band e il suo management facciano il possibile per farci credere che ad amalgamarli non ci sia solo l’outfit, le voci di un rapporto scricchiolante tra Victoria, che del gruppo è l’anima, e Damiano, che del gruppo è il volto, si rincorrono da un pezzo.”
Insomma, dichiarazioni non troppo in linea con quell’atmosfera radiante che circonda i Maneskin ma che Lucarelli non si fa problemi a portare alla luce, con la speranza di vedere un giorno i Måneskin tornare su quei binari dai quali sembrerebbero secondo la giornalista aver deragliato:
Tutto meraviglioso, sia chiaro, un sogno, ma piano piano tutto questo cibo sparato nello stomaco ha iniziato a stomacare più chi guarda loro che loro stessi, forse. Io che li amavo e tante persone che li amavano, di mia conoscenza, ci siamo ritrovati concordi nel dire ‘Ok, fermatevi un attimo, respirate, scendete un paio di giorni dalla giostra e pensate un po’ più alla musica che agli outfit, vedrete che se succede questo tornerete più fighi di prima’. E invece no.”
Selvaggia è in buona compagnia
Selvaggia Lucarelli si unisce alla schiera di persone che si interrogano sulla bontà della musica espressa sai quattro ragazzi romani e che si pongono in modo piuttosto critico nei loro confronti. L’elenco comprende il Maestro Uto Ughi, Nicola Piovani, Paolo Zaccagnini, DJ Ringo, Manuel Agnelli, Pierpaolo Capovilla, Gianluca Grignani, Steven Wilson, Ricky Portera.
(fonte repubblica.it)