Narrazioni immortali si nascondono dietro l’iconica copertina strana, inquietante e potente come qualsiasi altra cosa che abbia a che fare con il gruppo King Crimson.
Mentre l’era hippie, nella metà degli anni 60 della musica, passava dai temi luminosi e allegri della pace e dell’amore, ai temi più spaventosi e carichi di realtà del prog-rock alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70; iniziò ad apparire uno strano volto sugli scaffali dei dischi in tutto il Regno Unito e, infine, nel mondo, quello della cover art dei King Crimson.
Questo è stato un periodo di schiacciante realtà per molte persone che stavano diventando sempre più alienate dalle false promesse del movimento per la pace mentre la guerra in Vietnam si trascinava e i disordini civili nel mondo occidentale sembravano essere, semmai, in aumento. I King Crimson hanno incarnato il momento in cui sono entrati, chiedendo l’attenzione dei loro ascoltatori con il loro suono prog-rock più oscuro e organico e il fascino mistico del volto orribile intonacato sulla parte anteriore del loro album di debutto In the Court of the Crimson King .
Bio
I King Crimson si sono formati nel 1968 a Londra dalle ceneri di un gruppo del Dorset di breve durata, chiamato Giles, Giles e Fripp. Ai membri si unì il chitarrista e cantante Greg Lake. Born è stato il primo arrangiamento dei King Crimson, una band che ha preso il nome dal libro di testi del membro fondatore Peter Sinfield. Trovarono alcuni scarabocchi risalenti a molto prima che si unisse a Giles, Giles e Fripp e decisero che il nome suonava bene.
È stato suggerito che l’origine del nome derivi dal termine storico Belzebù, riferito a satana, il “re cremisi” essendo un capo malvagio e ingannevole. Questo nome, quindi, corrisponde perfettamente all’oscuro argomento politico di gran parte del lavoro del gruppo. Con questo nome più snello e accattivante, la band ha iniziato a modellare il proprio sound, per tutto il tempo in tournée nel Regno Unito. Il loro sound era uno strano miscuglio tra jazz, folk e il blues-rock psichedelico, recentemente sostenuto da artisti del calibro di Jimi Hendrix e Cream.
La svolta più importante del gruppo arrivò dopo solo pochi mesi di King Crimson quando la band fu invitata a suonare al concerto gratuito dei Rolling Stones tenutosi ad Hyde Park a Londra di fronte a una congregazione di mezzo milione di persone il 5 luglio 1969. i mesi successivi hanno visto la popolarità del gruppo crescere sempre di più durante la registrazione del loro album di debutto, In the Court of the Crimson King. Un album particolare e reso iconico dalla copertina con il famoso viso che urla La splendida copertina apribile di Barry Godber, concepita come un poster, con il volto di un uomo visto come da una lente fish-eye. Un grido silenzioso, nessuna scritta, nessun titolo e nemmeno il nome del gruppo.
L’allora co-manager della band, John Gaydon, ricorda che Fripp disse:
Sarà l’unico disco nei negozi senza niente sul dorso, quindi sapranno qual è.”
Il fronte della copertina
La copertina di In The Court Of The Crimson King non mostra alcun testo, lasciando semplicemente lo spazio per una gigantesca immagine da cartone animato psichedelico. Un volto che esprime un’emozione a metà tra lo shock e l’orrore. Pete Sinfield aveva bisogno di una copertina per l’album. Senza perdere tempo, ha contattato Barry Godber, il suo amico ed ex collega della English Electric Computers, dove lavoravano nei turni notturni. Barry Godber, è stato assunto non per le sue capacità di programmazione di computer ma piuttosto per quelle con il pennello. Ha studiato alla Chelsea Art School ed era esperto di acquerelli.
Si può definire “artista” prima di “programmatore” perché, nell’unica chance che la vita gli ha concesso, ci ha lasciato un gioiellino di copertina che negli anni dei primi King Crimson riusciva a vendere dischi da sola.
Sinfield ha dato a Godber una direttiva: la copertina doveva risaltare nei negozi di dischi. Non essendo mai stato incaricato di un progetto artistico e certamente non di una copertina di un album, l’aspirante artista ha chiesto di ascoltare la musica che la sua arte avrebbe dovuto visualizzare. La faccia urlante più surreale e intrigante della musica è un dipinto alterato del vero viso di Barry Godber. Il giovane artista autore di questo capolavoro assoluto per un album elevato allo status di pietra miliare sopra ogni genere musicale.
Ispirata alla canzone di apertura dell’album “20th Century Schizoid Man“, l’immagine da allora ha rivelato poco di più, conservando la sua aria di mistero.
Nella back cover l’orecchio, così grande che sembra una bocca che sta per papparsi la sfera, si allontana dal suo proprietario.
Il volto dello schizoide si unisce al cielo in una improbabile clonazione di guance. Il cielo si mescola al volto come se uno fosse la continuazione dell’altro.
Si può solo ipotizzare l’origine dell’esasperazione della povera faccia. Tutto quello che sappiamo è che sta vedendo qualcosa di brutto. Forse un’atrocità della guerra in Vietnam, o forse l’illusione allucinata di una giovane mente irta di droghe psichedeliche e paranoia. Barry appena sfiorato dal successo , avrà un attacco cardiaco che se lo porterà via all’età di soli 24 anni. A soli quattro mesi dall’aver consegnato alla storia dei King Crimson un’immagine che sembra quasi di sentirla urlare. Ed anche il mistero è morto con lui.
L’immagine interna
L’album simbolo dei King Crimson, cambia del tutto aspetto sul retro con un’espressione più “serafica” ed un gesto quasi propiziatorio. Nell’immagine interna c’è il Crimson King, il Re Cremisi inventato sempre da un Sienfield dominante. Paroliere, tastierista, co-autore di 21st Century Schizoid Man insieme a Greg Lake e uno degli artefici di quest’album. Il sorriso innucuo del Crimson King e la profonda tristezza dei suoi occhi possono ingannare, perché Sinfield prende spunto dal principe dei demoni Belzebù per creare il Re e il nome del gruppo.
Re Cremisi tende la mano, in un solenne gesto d’aiuto quasi stridente in confronto alla malinconia degli occhi. La mano protesa è un invito a corte, la corte del Re Cremisi, un luogo fantastico e surreale. Un mondo voluto, sognato e fittizio. La versione crimsoniana dell’Isola che non c’è, tra buffoni di corte e pupazzi danzanti, dame di corte e regine nere. Illusionisti e qualsiasi altro essere capace di intrattenere gli ospiti, In The Court of the Crimson King.
Robert Fripp, il membro più longevo del gruppo, ha detto dell’immagine:
Se copri il viso sorridente, gli occhi rivelano un’incredibile tristezza. Cosa si può aggiungere? Riflette la musica.”
L’immagine che il gruppo adora da subito e che vende dischi, lei prima della musica, attira persone e persone che acquistavano il volume incuriosite dal volto mostruoso. I manifesti sono stati ingranditi fino a coprire la maggior parte delle vetrine, proiettando agli ignari passanti una facciata urbana surreale e spaventosa.
Pete Townshend degli Who lo definì notoriamente “un capolavoro inquietante“. L’album vanta anche una copertina singolarmente unica che appare ancora regolarmente nelle migliori liste di copertine degli album. A beneficio dei lettori più giovani, che potrebbero non aver mai nemmeno acquistato un compact disc e tanto meno un disco in vinile di lunga durata, le copertine apribili sono apparse per la prima volta negli anni ’50.
La copertina apribile ha guadagnato popolarità come forma d’arte tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Dopo oltre cinquant’anni l’album in tutto il suo insime, è unanimemente considerato come uno dei migliori album d’esordio di sempre. E’ imprescindibile per chiunque desideri esplorare l’evoluzione della musica rock e la sua “contaminazione” con espressioni musicali più intellettuali come il jazz e la classica/sinfonica. Mantiene ancora quel senso di urgenza, di quando è stato pubblicato per la prima volta.