Nati in Venezuela, poi approdati in Europa e stanziatisi tra Francia e Italia. ZombiesNO sono una skate-punk band che va oltre i confini geografici
ZombiesNO trovano la loro forza in questo loro essere “from Nowhere”. Hanno appena pubblicato un nuovo album e li abbiamo intervistati.
“The Big Reset” è uscito da pochi mesi. Come è stato accolto da chi già vi conosceva? E siete riusciti a raggiungere un nuovo pubblico con esso?
«L’album è stato accolto molto bene da chi ci conosceva prima, in particolare apprezzando l’arrivo di Claudio, il nostro cantante, e una produzione più matura di quella del precedente ep “All You Can Hate”. Ha apprezzato anche chi ci ha recensito, facendo osservazioni accurate indipendentemente dal proprio gusto musicale. “The Big Reset” ci ha inoltre aperto più porte verso il tour appena trascorso e i prossimi a venire. Abbiamo lavorato bene ai due primi singoli, pubblicati diversi mesi prima in visione del tour del 2022, per dare un’idea sia ai fan abituali che a quelli nuovi di quello che sarebbe successo nel resto dell’album, creando aspettativa soprattutto nei mesi di settembre e ottobre, dove abbiamo suonato live molte delle canzoni di “The Big Reset”, uscito ufficialmente all’inizio di ottobre 2022. Andando in tour abbiamo toccato paesi dove eravamo già stati e altri dove non avevamo mai suonato prima, come in Finlandia, in Estonia e in altri stati baltici, e questo si è rivelato piuttosto piacevole per i nuovi ascoltatori, soprattutto suonando i singoli dal vivo.»
Siete giunti al vostro quinto album. Se doveste definire le epoche della storia del vostro gruppo in base alle uscite discografiche, come descrivereste ciascun capitolo?
«Si potrebbe chiaramente dividere la storia finora scritta in 5 epoche, ognuna diversa dall’altra, che hanno però legato e coinvolto tante esperienze e tante persone incontrate lungo la strada che hanno contribuito all’evoluzione della band raggiunta fino a oggi.
Diciamo che:
– Encarando la Muerte (2010) è “la genesi”
– La Única Culpa Que Tengo (2015) è “la ridefinizione di un’identità”
– Divided We Fall (2018) è “il passaggio tra due mondi: lasciare l’America – conquistare l’Europa”
– All You Can Hate (2020) è “il preludio”
– The Big Reset (2022)… il nome dice tutto! È “l’inizio di qualcosa di nuovo” »
Siete insieme da tanti anni e non è da tutti, specialmente per un gruppo punk rock sparso per mezzo mondo. Ci sono stati momenti in cui avete pensato di non riuscire ad andare avanti? Cosa vi ha dato la forza per proseguire il vostro percorso?
«Il fattore cruciale che fa da motore alla band è il fatto di capire che la band ha i suoi tempi e che senza dubbio ti costringe ad adattarsi ad essa in modo che le cose possano realizzarsi. Certo, a volte le cose potrebbero non andare come previsto, ragione per la quale si sono susseguiti nel tempo vari componenti soprattutto nel periodo di ricostituzione in Europa, ma quando sei investito in un progetto devi prendere delle decisioni per andare avanti, con tutte le delusioni che possono derivare… a conti fatti però ci sono stati più momenti positivi che negativi e avere buon riscontro sulla nostra musica è sempre una spinta importante.»
Quali sono i brani di “The Big Reset” che maggiormente rappresentano gli ZombiesNo in questo momento storico?
«Musicalmente parlando “I Prefer Orwell as a Writer Than as a Prophet”, “Unnecessary Thoughts” e “Shadow Reflection”. Dal punto di vista dei testi “A Letter from Nowhere” e “Dreaming of Dreaming”…
Ci sono pezzi che hanno rischiato di non finire nel master finale del disco? Se sì, come mai?
«Possiamo dire di sì! In realtà una delle nostre canzoni preferite, “I Prefer Orwell as a Writer Than as a Prophet”, e “A Useful Forgiveness” hanno subito molte modifiche e quindi sono state le ultime canzoni ad entrare nella track list. Ci capita spesso, le ultime canzoni a volte possono essere più difficili da finire perché stai cercando quella combinazione che ti soddisfa, ma quando ce la fai, potrebbero anche diventare le tue preferite! Come è successo a noi…»
Oltre allo skate-punk, evidente influenza principale nel vostro suono, quali altri generi musicali hanno un impatto sulla produzione degli ZombiesNO?
«Principalmente thrash, metal e altre ispirazioni che spaziano dalla musica pop alla musica post-punk.»
Ci sono gruppi italiani che vi piacciono e coi quali vorreste poter condividere il palco?
«Ci sono gruppi come i Punkreas e Raw Power per il loro percorso e perché sono gruppi rappresentativi della scena a cui possiamo attingere».
Cosa avete in programma per il 2023?
«Suonare! E ancora suonare. Cercando di raggiungere nuovi territori, e forse perché no, fare alcune produzioni speciali dal punto di vista musicale come possibili split con band con cui siamo stati in tour. Insomma stiamo pensando a tante cose! E sicuramente tornare in Italia».