Disponibile dal 1 febbraio su tutte le piattaforme digitali “Jolly Roger”, il nuovo singolo dei Mots.
“Jolly Roger” è la bandiera pirata che nel nuovo singolo dei Mots rappresenta ribellione e libertà. Rappresenta il pirata criticato per le sue scelte controcorrenti e la consapevolezza che non c’è un giusto e sbagliato. “Jolly Roger” è seguire il proprio ideale ed essere fedeli a se stessi.
Ne abbiamo voluto sapere di più parlandone in questa intervista.
Ciao Mots, come è nato il vostro singolo Jolly Roger?
«Nacque da un’idea di Nichel, da una canzone che presentò alla finale del primo Festival di Rimini. A quella finale era arrivato anche Osea con un suo brano, ed è stato proprio in quell’occasione che ci siamo conosciuti. Insieme abbiamo rimesso mano alla vecchia versione di Jolly Roger perché volevamo dare inizio ad un progetto comune e ci sembrava che il tema di questa canzone potesse essere coerente con l’idea che avevamo in testa. Avevamo voglia di affrontare temi sociali, di parlare di drammi e passioni umane che non si riferissero solo ad un singolo individuo ma alla collettività. Jolly Roger è dedicata agli esclusi e probabilmente parte di essi, chi più o chi meno, ci siamo sentiti un po’ tutti.»
Siete divisi tra Modena e Trieste, com’è lavorare a distanza?
«Bisogna dire che la tecnologia ci viene parecchio in aiuto. Ci rimbalziamo idee continuamente scambiandoci file audio, stralci di testo e link a reference tracks che possano ispirarci o semplicemente rendere più chiaro all’altro l’idea che abbiamo in mente. Le distanze sembravano ancora maggiori durante l’emergenza covid quindi abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Logicamente non tutto può essere gestito a distanza, per questo, quando dobbiamo registrare, ci riuniamo a Trieste dove si trova anche lo studio del nostro produttore Cristiano Norbedo».
Qual è stata l’esperienza che più ha segnato la vostra carriera?
«Sicuramente la vittoria del premio della giuria alla seconda edizione del Festival di Rimini. Durante la premiazione eravamo piuttosto distratti e con pochissime aspettative, forse per scaramanzia o per meglio gestire un’eventuale delusione, per questo quando venne fatto il nostro nome eravamo impreparati e un po’ confusi. Da parte nostra era il riconoscimento più ambito, soprattutto perché è sempre difficile ricevere feedback da qualcuno del settore e questo ci ha fatto sentire più fiduciosi sul fatto che probabilmente avevamo lavorato bene. In più è successo sullo stesso palco che ci aveva fatti conoscere quindi per noi è stato importante anche simbolicamente».
Quali sono secondo voi le figure più utili nella carriera di un musicista in questo momento?
«L’impressione è che prima della musica oggi arrivino tutta una serie di figure che gravitano attorno alle canzoni come editori, produttori, discografici etc etc. Tutti con un ruolo ben preciso molto rispettabile ,ma che forse sovrastano musicisti ed autori. Crediamo che alla fine le figure necessarie siano sempre gli esempi di chi ha saputo comporre buona musica e buoni testi e che sono durati nel tempo. Di esempi ce ne sono veramente tanti. A partire da De Andrè a Tenco a Bennato fino ad arrivare ai nostri giorni con, ad esempio, Brunori. Noi facciamo una musica sicuramente diversa ma non ci dimentichiamo di certi nomi».
C’è aria di Sanremo, cosa ne pensate del festival? Vi piacerebbe essere su quel palco?
«Ovviamente se ci dicessero di cantare a Sanremo non ci tireremmo indietro. Comunque su Sanremo niente da dire che non sia stato già detto. È diventato un melting pot dove si trova un po’ di tutto … anche la musica!!!!
Sogni nel cassetto?
«I sogni non mancano mai. Crediamo comunque che il vero sogno sia riuscire a perseverare e tenere duro. Le band come la nostra non hanno grandi sbocchi e spesso basta poco perché si sciolgano. Lavorare seriamente e produrre canzoni è la strada giusta … poi sia quel che sia. Ci divertiamo a scrivere anche a distanza e anche se ognuno ha un lavoro che lo occupa tutto il giorno. Non avremmo mai pensato di creare una band di scrivere insieme e di produrre due lavori (uno è uscito l’altro é in cantiere) il tutto é arrivato e noi lo abbiamo accolto. Vedremo che sarà del futuro».
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Biografia
I Mots sono un duo nato nella primavera del 2019. Nicholas Bellini e Andrea Quadrelli si sono incontrati al festival per autori di Rimini. Attratti dalle rispettive differenze sonore hanno deciso di approfondire la propria conoscenza e infine unirsi per creare qualcosa di nuovo. Pur vivendo in città diverse (infatti il nome Mots nasce dall’unione delle sigle delle loro città di residenza Modena e Trieste), grazie anche alla tecnologia i due riescono a collaborare a distanza ed a comporre i primi brani.
I Mots pubblicano il loro primo singolo “A casa tutto ok” durante il primo lockdown. Il brano è stato seguito da altri due pezzi “Paradise” e “Se non avessi te”. Nel 2022 il duo pubblica “7084” il loro primo EP contenente tutti i brani usciti più diversi inediti. I Mots hanno trovato il loro punto d’incontro nel genere electro pop che permette al duo di esprimersi sia musicalmente che a livello di testo nel modo più completo. I testi sono attuali e cercano di dare una visione della realtà in cui viviamo senza dimenticare di dare uno sguardo all’animo umano.