Continua a battere ogni record Spotify, la piattaforma di streaming musicale più utilizzata al mondo, che grazie a un’offerta migliorata di anno in anno è arrivata a sfiorare il mezzo miliardo di utenti attivi al mese, di cui oltre 200 milioni con abbonamento a pagamento.
La crescita interessa tutto il mondo, con le aree in via di sviluppo che fanno segnare gli incrementi maggiori.
Spotify cresce ancora: ecco i dati di utilizzo
Lo streaming rappresenta oggi la tecnologia più importante per l’industria musicale, che negli ultimi anni ha vissuto in pieno la rivoluzione digitale. Grazie a questo sistema di trasmissione dei dati basato su uno scambio in tempo reale tra un server e i dispositivi riceventi, il mercato musicale è infatti cambiato radicalmente spostando il focus dalle vendite dei supporti fisici come vinili e CD a quello degli ascolti online, divenuti vero e proprio metro per valutare l’apprezzamento del pubblico rispetto ad artisti, brani e album.
I dati che riguardano la piattaforma di punta online, ossia Spotify, assumono dunque una rilevanza ancora maggiore se si considera che ormai ogni lavoro musicale transita proprio su questo servizio, divenuto il canale principale per ascoltare la propria band o il proprio cantante preferiti ma anche per scoprire nuove uscite provenienti sia dalle major discografiche che dalle etichette indipendenti.
Gli ultimi dati resi noti proprio da Spotify confermano questa tendenza in atto ormai da più di un decennio: gli utenti attivi sulla piattaforma mensilmente hanno infatti raggiunto la cifra record di 489 milioni (+20% rispetto al 2021), così come altrettanto forte è l’aumento degli abbonamenti a pagamento, che con un +14% arrivano a 205 milioni.
Perché Spotify ha avuto così tanto successo?
A leggere i dati relativi all’utilizzo di Spotify viene da chiedersi come mai questa piattaforma abbia avuto così tanto successo a livello globale, sebbene negli anni siano nati altri servizi simili che non hanno raggiunto gli stessi livelli. Uno dei principali fattori a favorire il dominio del brand svedese è stato sicuramente il fatto di aver sfruttato per primo lo streaming per portare la musica nelle case degli appassionati, scalzando anche il download di file mp3 che fino ad allora aveva rappresentato la modalità principale per l’ascolto di “musica liquida”. Con Spotify, infatti, è improvvisamente divenuto possibile avere sempre a disposizione un enorme archivio da consultare, all’interno del quale scegliere cosa ascoltare e quando, creare playlist personalizzate e lasciarsi guidare dai suggerimenti di un algoritmo perfezionato nel tempo.
Un secondo motivo di successo è stato però anche il boom delle tecnologie mobili, che hanno reso ancora più potente la portata di questo servizio così come di altri dedicati all’intrattenimento nel senso più ampio, streaming video e passatempi online come quelli dei casinò d’Italia digitali in primis, non più legati soltanto all’uso dei computer fissi ma accessibili anche da smartphone e tablet, device molto più diffusi rispetto ai PC e più facili da utilizzare anche per coloro che sono meno tecnologici.
Dati di utilizzo Spotify 2022: la distribuzione geografica
I dati diffusi da Spotify si soffermano anche sulla distribuzione geografica degli ascolti e degli abbonamenti, evidenziando come i Paesi in via di sviluppo stiano facendo segnare i maggiori tassi di crescita. Se Europa, Nord America e Sud America vantavano infatti già numeri altissimi in termini di utenti attivi mensili, ben più consistente è l’incremento dal 12% al 28% nelle altre aree, segno di una rivoluzione digitale che prosegue spedita coinvolgendo ormai tutto il pianeta inclusi i territori storicamente in ritardo con l’uso del web.
Per quanto riguarda gli abbonati paganti, tuttavia, resta predominante la quota di utenti europei e nord americani (rispettivamente 39% e 28%), mentre negli altri Paesi si continua a preferire il servizio gratuito con inserzioni pubblicitarie e qualche limitazione che non sembra incidere più di tanto sulla decisione di passare a un account premium.
Insomma, siamo di fronte a un trend che non sembra destinato a rallentare, anche in considerazione delle novità che lo stesso Spotify sta implementando in questi anni, dall’ampliamento dei cataloghi ad altre tipologie di contenuti, podcast in primis, fino al perfezionamento dei sistemi di personalizzazione delle preferenze.