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Sai cos’è l’Isola di Wight? Storia di tre anni di festival

Nel sud dell’Inghilterra, tra Portsmouth, Southampton e Bournemouth, c’è la contea di Wight, un isolotto che è stato la sede di uno dei più prestigiosi festival del rock. Una piccola isola per un grande rock.

1968

L’isola di Wight è un posto che attrae soprattutto per la natura selvaggia e la vicinanza al mare. E per uno dei festival più importanti del panorama rock mondiale.

Ray, Ron e Bill Faulk, tre fratelli provenienti da Liverpool, hanno deciso di realizzare un festival internazionale di musica rock nell’isola che li ospitava da qualche anno. Dopo aver preso contatto con la tenuta Ford Farm (che ora è diventata un b&b), i tre hanno iniziato a pensare a quale potesse essere la migliore line-up per quell’estate.

Dopo aver contattato una serie di realtà locali piuttosto affermate, come i T-Rex e i The Move, hanno cominciato a porsi la domanda che più di tutte assillava la mente di tutti e tre: chi deve essere la band o l’artista che più di tutti può regalare lustro a questo nuovo festival?

I pensieri si avvicendano, fino a quando non salta fuori l’idea: sentiamo i Jefferson Airplane

La band americana non si è lasciata sfuggire l’occasione e ne approfitta per un lungo tour in Europa, che tocca Germania, Svezia e Olanda (oltre all’Inghilterra, s’intende). La prima puntata va bene. I Jefferson portano dalle 10mila alle 15mila persone che, nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre, si godono uno dei concerti più memorabili di tutti i tempi.

Ma è arrivato il momento di alzare l’asticella.

1969

Dato il successo del primo festival dell’Isola di Wight, i Faulk decidono di bissare l’evento. Tenuto a Wootton Creek, sulla costa nord dell’Isola, il festival diventa ancora più interessante, perché l’headliner della serata e nient’altro che Bob Dylan. La cosa assume un significato eccezionale se si tiene conto del fatto che il menestrello di Duluth, pochi anni prima, ha subito un incidente piuttosto grave in moto. Talmente grave che è uscito dalle scene per tre anni, rinunciando anche al festival di Woodstock.

Quindi, apriti cielo! La bordata dà i suoi frutti e sull’isolotto si riversano in 150mila, ovvero dieci volte il pubblico dell’anno precedente. Tra l’altro Bob ha anche rischiato di non potersi presentare, se non prendendo un volo all’ultimo minuto.

Con lui: The Band (che oltre ad avere un set dedicato, accompagnano anche il concerto di Dylan), The Who, Joe Cocker (e molti altri). Tutti appena tornati dal supermegaconcertone di Woodstock, NY. Il secondo festival dell’Isola di Wight si svolge tra il 29 e il 31 agosto del 1969, appena 15 giorni dopo l’evento americano. Pensa che periodo dev’essere stato…

Inoltre, per aggiungere specialità alle specialità, tra il pubblico (ben nascosti, in zona vip), si trovano vecchi amici: John Lennon, George Harrison, Ringo Starr, Eric Clapton e Keith Richards, con le rispettive mogli/compagne. D’altronde il ritorno sulle scene di mr. Zimmerman è un evento da non perdere. Harrison, da questa esperienza, se ne uscirà con una canzone intitolata Behind The Locked Door, inserita in All Things Must Pass.

Anche gli Who non si fanno pregare e regalano una performance degna della loro fama, attingendo a piene mani da Tommy (pubblicato da poco) e da altre hit gigantesche, tra cui My Generation.

Ma l’asticella si può alzare ancora di più.

1970

Ormai il festival dell’Isola di Wight è un’istituzione. Negli ultimi due anni, i tre fratelli Faulk hanno fatto il miracolo, portando alcuni dei più grandi musicisti del panorama rock mondiale in un posto più meno sperduto dell’Inghilterra del sud.

Dalla Francia arriva persino una canzone dedicata al festival, che di rock ha davvero molto poco. Scritta da Michel Delpech, Wight Is Wight diventa un vero tormentone anche a casa nostra, con la versione dei Dik Dik, che dà il nome a questo articolo.

Quindi per il terzo anno vogliono fare le cose in grande, e invitano tutti. Ma proprio tutti

The Doors, Jimi Hendrix, Gilberto Gil e Caetano Veloso, Supertramp, Procol Harum, Chicago, Joni Mitchel e persino Miles Davis. Giusto per citare quelli che mi ricordo senza doverli cercare su wikipedia. A vederli ci saranno 600mila persone. Forse 700mila. Più di Woodstock; più di quanto mai si sia visto in un concerto qualunque. È l’evento del secolo, e l’ultimo della generazione dei fiori. Dopo di questo si aprono nuove strade per la musica, ma non è questo il posto giusto per parlarne.

Descrivere efficacemente le quattro serate (quelle tra il 26 e il 31 agosto) è impossibile, vista la line up, ma un paio di cose le si possono dire. Per esempio, quello all’isola di Wight è stato l’ultimo concerto di Jimi Hendrix, che morirà il 18 settembre dello stesso anno. Appena 18 giorni dopo. Così altrettanto memorabile è stata l’esibizione dei Doors con Jim Morrison, che morirà dopo meno di un anno. Il suo ultimo concerto con i Doors sarà pochi mesi più avanti, in dicembre.

I guai e lo stop

Siccome 600mila persone sono tante, all’establishment della contea di Wight la cosa non piaceva. Il posto è la meta preferita della borghesia londinese, che mal sopportava i capelloni che andavano in giro con vestiti dai colori sgargianti; già dal primo evento gli abitanti si erano riuniti per evitare che il concerto si facesse, ma solo nel 1970 l’organizzazione contraria al festival riuscì a mettere seriamente i bastoni fra le ruote.

Innanzitutto la location. Nei due anni precedenti era solo una questione commerciale tra i promoter del festival e il proprietario del luogo scelto per i concerti. Nel 1970 fu invece un comitato appositamente creato a scegliere un luogo ritenuto più adatto (Afton, nel nord ovest dell’isola), ma che, sorgendo su una collina, dava la possibilità a moltissimi di seguire i concerti senza pagare una sterlina. Fu una bancarotta.

L’altro motivo è invece legale, perché il comitato anti festival riuscì a far passare una legge che vietava gli assembramenti con più di 5000 persone (ma guarda un po’…), vietando di fatto ulteriori concerti sull’isola di Wight. Visti i danni recati, il festival si ferma per più di trent’anni, salvo poi ritornare nel 2002 e non fermarsi più. Forse (forse) qualcuno potrebbe imparare la lezione.

— Onda Musicale

Tags: Eric Clapton, Keith Richards, The Who, John Lennon, Jimi Hendrix, Ringo Starr, Miles Davis, George Harrison, Jefferson Airplane
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