Recensioni e Interviste

Andrea Mirò: la sua vita da diversi punti di vista. La nostra intervista

Si intitola “Camere con vista” il nuovo disco di Andrea Mirò: un Greatest Hits di 38 brani dentro cui ripercorre questi primi 20 anni di grande carriera.

Certamente la contaminazione e un mestiere vissuto in ogni sua virgola dentro tutte le derive possibili… perché lei si dichiara possibilista ed è ovviamente un pregio che porta con se anche un prezioso concetto di contaminazione. Andrea Mirò dunque sceglie 38 brani per questo nuovo disco dal titolo “Camere con vista”, li dispone in ordine cronologico ed è un po’ come ripercorrere questa vita lungo una strada di cambiamenti, nuovi suoni, forme incontrate e quel pop d’autore assai elegante e dalle venature sempre esterofile. Il doppio album edito da Anyway e distribuito da Halidon è racchiuso in un cofanetto realizzato con Treedom, realtà internazionale che sostiene e finanzia direttamente progetti agroforestali. Indagheremo anche su questo…

Torna in scena Andrea Mirò: questo cofanetto è un momento di vita dentro cui riflettere su dove e come stiamo passando. La pandemia ha avuto il suo ruolo, la sua motivazione?

«Il pieno della pandemia coincideva con i miei primi 20anni come cantautrice, un bel traguardo da celebrare, ma le prospettive tra un lockdown e l’altro non sembravano le più rosee, le priorità erano altre, l’incertezza ci ha accompagnato per mesi. Quindi mentre mettevo via nuovi pezzi mi sono chiesta anche se, prima di aprire un nuovo capitolo, non sarebbe stato giusto dare un’idea generale di quello che rappresento nei miei lavori, in favore del pubblico che mi segue da tempo e di chi ancora non mi conosce. La risposta, appena ne siamo usciti, è stata sì, ne valeva la pena».

Parliamo di produzione: come si può scegliere 38 brani di una carriera lunga 8 dischi?

«Sono troppi? Credo di no, visto che negli anni mi sono mossa in molti ambiti musicali, e l’eterogeneità è sicuramente la mia cifra più evidente, faccio molta fatica a sposare una sola ambientazione perché ho sempre ascoltato e amato molti tipi di musica e mi piace esplorare la forma canzone in italiano declinata su più piani sonori. È anche una carrellata di brani che rende l’idea sulla maturazione artistica nei contenuti e nell’approccio compositivo, dal punto di vista temporale».

Perché hai voluto riproporre i brani dei dischi invece di inserire non so, qualche versione live o altro di particolare di questo percorso?

«Perché non sono un’artista da hit di classifica, quindi ci sono un buon numero di canzoni che molti non conoscono nella loro forma originale. Con questo materiale storico però posso decidere di proporre gli stessi brani in una forma diversa nei live; niente è più bello dell’ascoltare canzoni che apprezzi da disco ma che scopri regalare nuove evocazioni quando vengono eseguite con altre sonorità, con strumenti imprevisti, inaspettati».

La tua lunga carriera non ha solo la canzone pop d’autore… e volendo raccontare tutto, cosa ti viene da prendere anche?

«La mia strada si è incrociata spesso con progetti musicali dove io non ero l’attore principale, o dove rivestivo ruoli diversi dalla cantautrice come la direzione d’orchestra, tra l’altro anche fuori dalla scena pop rock ( come l’opera di musica contemporanea )… Uno dei più grandi privilegi nella mia carriera è il fatto di potermi giocare le competenze su più livelli, perché ogni progetto lo sposo sempre col massimo entusiasmo cercando di lasciare la mia traccia. È il modo dinamico in cui intendo concettualmente questo mestiere, lo trovo anche il più naturale per me. Ho molti sogni che voglio realizzare e per cui non c’è ancora stato il tempo, tutti diversi da quello che ho già sperimentato, in un certo senso mi piace alzare sempre un po’ di più l’asticella, …sono possibilista».

Ultima curiosità: il cofanetto è realizzato con Treedom, realtà internazionale che sostiene e finanzia direttamente progetti agroforestali. Cioè?

«In questo caso ogni 1000 dischi venduti viene piantato un albero, e tutti i materiali con cui è fatto il disco sono riciclati quindi il progetto è più ecosostenibile».

— Onda Musicale

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