É uscito venerdì 27 gennaio 2023 il singolo di debutto di Sergio Melone, dal titolo “With me”.
Un brano che mette a nudo il cantautore (già noto per il suo fortunato percorso come attore e ballerino) che racconta di come i fantasmi del passato possano farci sfuggire delle grandi occasioni. Con questo primo capitolo autobiografico, Sergio Melone si impone nella scena musicale indipendente senza filtri, con un pezzo intimo, diretto (e anche un po’ sfacciato) dedicato agli ultimi romantici, a chi combatte con i rimpianti e a chi, nonostante tutto, torna ad esporsi.
Abbiamo parlato di solitudine e di molto altro. Buona lettura!
1. Leggiamo la tua biografia, in cui ti esponi molto. L’ambiente musicale e televisivo può peggiorare il tuo rapporto con gli altri e la competizione che ne può derivare? Come ti sei difeso sinora?
Tento di non aver troppe amicizie nel settore. Ne ho veramente poche. Anche perché io cerco di reprimere la mia acuta competitività, derivata dal sentirmi costantemente inferiore agli altri. Perciò, devo mantenere un balance adeguato.
Se potessi mi leverei dai social media, poiché ti offrono quotidianamente una visione malsana (e tutt’altro che reale) degli highlight della vita/carriere degli altri. Dico sempre che non devo mettermi a paragone con gli altri, ma tra il dire e il fare c’è sempre in mezzo sto cavolo di mare.
2. Qual è il tuo rapporto con la solitudine, e cosa c’entra la musica?
Vivo da solo, ma completamente solo, da quando avevo 17 anni, perché studiavo danza classica al teatro dell’Opera di Roma, nella scuola di Danza.
Perciò ho un rapporto abbastanza buono con la mia solitudine, intesa come non condivisione di spazi.
Per quanto riguarda quella emotiva, diciamo di esser stato molto fortunato nello scegliermi i migliori amici del mondo: se sei circondato di grandi persone, non ti sentirai mai solo.
La solitudine fa in modo che possa concentrarmi molto a scrivere, anche quando mi vengono in mente frasi o melodie catchy, posso sedermi al piano e registrare quello che voglio senza esser preso per matto.
3. Può essere che “With me” sia anche una richiesta d’aiuto?
Lo è. È una canzone creata per chiedere scusa a qualcuno (che ahimè non ha apprezzato affatto né il pezzo né il gesto); ma di base sì lo è, è una richiesta d’aiuto. E sinceramente non pensavo trasparisse questa cosa, infatti me lo sono sempre tenuta per me.
Nel bridge penso sia abbastanza palese che parlo di una persona, che sarei io, che di base non riconosco, ma ahimè è quello in cui mi sono trasformato a causa di traumi e fantasmi passati.
4. Hai già pronti degli altri pezzi? Che cosa puoi raccontarci a riguardo?
Ho scritto tanti pezzi! Devo solo capire ora con chi collaborare, poiché essere un’artista indipendente non è facile. Le tematiche sono molteplici. C’è una lettera che ho scritto ad una persona, ma che non ho mai avuto il coraggio di spedirla, e l’ho trasformata in una canzone. Ma sono contento di essermi sbloccato finalmente ed essermi esposto così, mostrando le mie fragilità e paturnie mentali che mi affliggono.
5. E adesso?
Adesso io voglio rilasciare altra musica. Non c’è altro che desideri. Spero possa arrivare emotivamente allo stesso modo in cui è arrivata questa.
Al momento però, mi godo l’eco di “With me” e faccio tutta la promozione necessaria.