Un testo intimo e personale, estremamente autentico.
Fuori da venerdì 31 marzo 2023 il nuovo singolo di Doriah dal titolo “Trenitalia”, una collaborazione Freak&Chic e Giungla Dischi. I rimpianti, i sensi di colpa, gli amori non ricambiati, la sensazione di essere sempre in ritardo; un testo intimo e personale, estremamente autentico, di cui Doriah dice di essersi vergognato di averlo scritto per mesi, con la terribile sensazione di sentirsi nudo e impotente di fronte a sé stessi. Parole vomitate rabbiosamente direttamente dall’inconscio dell’autore, dal “fondo più fondo e più scuro”, dove si è sé stessi “con il coltello fra i denti e il pianto”.
Se dovessi presentarti attraverso il titolo di una canzone (di altri artisti), quale sceglieresti e perché?
«L’animale di Franco Battiato, ho sempre avuto una parte molto animalesca e ultimamente sta prendendo sempre più piede, gli sto dando spazio. Sono estremamente passionale, emotivo,l’altro giorno una mia paziente (psichiatrica) mi ha suonato Caruso di Dalla al piano e mi è talmente risuonata dentro che mi sono messo a piangere. Non c’è niente di razionale in tutto questo.»
Come è hai portato avanti la creazione di “Trenitalia” e in che modo si lega con il videoclip che lo accompagna?
«”Trenitalia” è una canzone uscita di getto, rabbiosamente, proveniente da qualche parte di me molto in profondità, “dal fondo più fondo e più scuro”, che all’inizio nemmeno vedevo. Il videoclip ha voluto restituire l’idea di una persona totalmente sola, avulsa dalla realtà circostante, in contatto con sé stessa e in ascolto di tutte quelle parti che tendiamo ad opprimere. Per questo abbiamo scelto una città caotica e vitale come Palermo e l’effetto ralenty di tutto il contesto che mi avvolge nel videoclip. Da questa idea di connessione con sé stessi abbiamo anche scelto di non nascondere nessun difetto e di non preparare nessun look in particolare; non sono truccato e sono vestito come mi vesto tutti i giorni.»
A proposito del videoclip: hai voglia di raccontarci qualche aneddoto sulla sua realizzazione?
«Era una bellissima giornata di sole a Palermo, abbiamo camminato tutto il giorno, il mio contapassi a fine giornata segnava 15 km. Ci siamo spostati in macchina solo per girare le scene al mare a Mondello e a Sferracavallo. Abbiamo inserito tutta una serie di scene stranianti ma carine, io che abbraccio, bacio, accarezzo, odoro cose ed era molto divertente vedere la reazione della gente a vedermi fare quelle cose per Palermo, tipo cantare con un carciofo alla Vucciria. Un sacco di gente per strada mi ha fatto foto.
Comunque, l’aneddoto più divertente è quello del segno della croce sulla scritta Trenitalia. Stavo raccontando a Duilio (il regista) di quando mio fratello si era appena laureato al DAMS e aveva fatto una tesi su Brian di Nazareth dei Monty Python. In copertina aveva messo una foto di Brian in croce e una signora anziana amica di mia madre vedendo la tesi ha baciato la copertina e si è fatta il segno della croce. Ho voluto citare questo equivoco nel videoclip perché lo ricordo con tanto affetto.»
Te lo ricordi il primissimo brano che hai scritto nella tua vita? Come senti di essere evoluto da allora?
«Sinceramente non ricordo il primo brano che ho scritto, ricordo solo che ho iniziato a scrivere e a suonare con degli amici al paese, poi ci siamo evoluti in un trio grunge perché eravamo dei ragazzini cresciuti negli anni ’90, ci chiamavamo Naprossene. Mi sono evoluto verso l’autenticità, cerco di scrivere a cuore aperto, non nascondendomi dietro la retorica. Questo mi costa tanta fatica e lavoro di introspezione ma l’esperienza di Trenitalia, delle persone che mi dicono di essere grate per aver potuto ascoltare questa cosa qui, di sentire quella canzone vera, di provare le stesse cose, mi sta ripagando tanto.»
Cosa ci sarà dopo “Trenitalia”?
«Ho già un album intero masterizzato che aspetta di uscire, da qui all’autunno usciranno un altro paio di singoli e poi mettiamo fuori l’album, nel frattempo spero di suonare tanto in giro, ho tanto materiale accumulato e ho voglia di farlo sentire alle persone.
Ho fatto una data zero al Macondo a Bologna che è un po’ casa mia e i feedback sul live sono stati più che positivi; quindi, sono certo di poter dire qualcosa dal vivo e di fare divertire la gente, ho una certa urgenza espressiva in questo momento che mi ribolle.»