Freddie King è stato uno dei più grandi chitarristi blues della storia, noto per il suo stile potente e innovativo. E’ considerato fra i più talentuosi bluesmen di sempre.
Nato in Texas nel 1934, Freddie King ha iniziato a suonare la chitarra da bambino e ha iniziato a esibirsi in pubblico negli anni ’50. La sua carriera musicale è decollata negli anni ’60, quando ha firmato con la leggendaria etichetta blues di Chicago, Chess Records. Il suo primo successo, “Hide Away“, è diventato un classico del blues ed è stato acclamato dalla critica per la sua combinazione di riff di chitarra potenti, testi emozionanti e arrangiamenti sofisticati.
Il suo stile
Freddie King è stato noto per il suo stile di chitarra unico, che ha incorporato elementi di blues, jazz e rock. Ha usato una chitarra Gibson ES-335, che ha suonato con grande maestria e creatività. La sua voce grintosa ha dato ancora più potenza alle sue performance dal vivo e alle sue registrazioni. Conosciuto anche col soprannome di “Texas Cannonball“, è spesso citato come uno dei “Tre King” (in inglese Three Kings, letteralmente “tre re”) del blues assieme ad Albert King e B.B. King.
King ha continuato a registrare e ad esibirsi fino alla sua morte prematura nel 1976, all’età di soli 42 anni
Nonostante la sua breve carriera, ha influenzato molti chitarristi blues e rock successivi, tra cui Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan e Joe Bonamassa. Freddie King ha contribuito a definire il suono del blues moderno e ha aperto la strada per una nuova generazione di musicisti che hanno tratto ispirazione dalle sue innovazioni musicali.
La sua influenza è stata riconosciuta in molti modi, tra cui l’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2012. Ma la sua vera eredità è il suo contributo al blues, alla chitarra e alla musica in generale. Freddie King è stato un artista di grande talento e di grande impatto, e la sua musica continuerà ad ispirare e ad emozionare gli appassionati di musica per molti anni a venire.
La sua scomparsa
Freddie King morì di complicazione da ulcera e pancreatite il 28 dicembre del 1976. Secondo quanti lo conobbero, la sua morte, precocissima, fu dovuta sia allo stress (arrivò a stare in tour oltre 300 giorni all’anno) sia alla dieta povera che sosteneva. Infatti, aveva l’abitudine di consumare Bloody Mary (un cocktail a base di vodka, succo di pomodoro e spezie piccanti) in sostituzione del cibo solido per non “perdere tempo” nel preparare gli spettacoli.