“Won’t Get Fooled Again” è il 19° singolo del gruppo musicale britannico The Who, pubblicato nel Regno Unito il 25 giugno del 1971.
Pubblicata nel 1971 come parte dell’album “Who’s Next“, la canzone ha incarnato l’anima ribelle e il messaggio di protesta della band. Scritta dal frontman della band Pete Townshend, “Won’t Get Fooled Again” affronta temi di potere, politica e rivoluzione. La canzone esprimeva un senso di frustrazione e di disillusione rispetto alle istituzioni e al sistema, riflettendo l’atmosfera tumultuosa dell’epoca.
Un iconico brano di succeso della grande band britannica
Con le sue potenti chitarre, il caratteristico riff iniziale e la voce inconfondibile di Roger Daltrey, “Won’t Get Fooled Again” ha rappresentato un’esplosione di energia e di rabbia repressa. È una canzone che esprime la necessità di resistere e di non essere ingannati da promesse vuote e da un sistema corrotto.
Ma ciò che rende “Won’t Get Fooled Again” ancora più potente è l’epico finale strumentale, in cui il batterista Keith Moon, sfoga tutta la sua furia e la sua abilità. La sua performance energica e travolgente ha contribuito a rendere questa canzone un punto culminante nelle esibizioni live della band. Il brano termina con un urlo magnifico e prolungato di Daltrey.
Un autentico inno a cambiare il mondo
La canzone ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare, diventando un inno per coloro che cercavano di sfidare l’autorità e di portare un cambiamento nel mondo. È stata adottata come colonna sonora per manifestazioni di protesta e movimenti di cambiamento sociale, dimostrando la sua rilevanza anche decenni dopo la sua uscita.
“Won’t Get Fooled Again” è diventata un classico del rock, inserita innumerevoli volte nelle liste delle migliori canzoni di tutti i tempi e la sua energia travolgente e il suo messaggio di ribellione risuonano ancora oggi, ispirando nuove generazioni di musicisti e attivisti. Pete Townshend negò al regista Michael Moore il permesso di suonare la canzone sui titoli di coda del suo documentario Fahrenheit 9/11 (2004), in quanto incerto della credibilità giornalistica di Moore e non voleva che il suo lavoro potesse essere associato con un documento inattendibile.
In seguito Townshend dichiarò:
Una volta capito di cosa trattava il film, fui certo al 90% che la mia canzone non era giusta per loro.”
In risposta Moore accusò Townshend di essere un sostenitore della guerra in Iraq, cosa che Townshend negò risolutamente. Il brano è stato scelto come sigla di apertura della serie televisiva CSI: Miami e i Van Halen ne pubblicarono una versione live nel loro disco “Live: Right Here, Right Now” del 1993.