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Roger Waters, la polizia tedesca indaga: “Indossava abiti da ufficiale nazista”

L’ex bassista dei Pink Floyd è indagato dalla polizia tedesca per istigazione all’odio per aver indossato una divisa da ufficiale nazista il 17 maggio durante un concerto a Berlino.

“Divisa da SS”

Le immagini di Waters vestito con un lungo cappotto nero e fasce rosse al braccio hanno fatto il giro dei social, anche se fra i simboli indossati non c’era alcuna croce uncinata. “Una volta completate le indagini, gli verranno trasmessi al pubblico ministero per una valutazione legale finale“, ha dichiarato il portavoce della polizia.

“Gli abiti indossati sul palco potrebbero glorificare o giustificare
il regime nazionalsocialista e disturbare la quiete pubblica”

– hanno dichiarato gli inquirenti –
Nuove contestazioni in vista

In attesa che il pubblico ministero tedesco si esprima, Waters potrebbe avere altre grane in Germania. Il concerto del 28 maggio a Francoforte è stato salvato dalla cancellazione solo grazie a una decisione del tribunale amministrativo, che è intervenuto a salvaguardia della libertà di espressione. Tuttavia, la comunità ebraica locale e il partito dei Verdi promettono nuove contestazioni sotto il palcoscenico

“Dissacratorio”

 Già il giorno dopo il concerto erano arrivate le critiche da parte della comunità israeliana, attraverso le parole scritte su Twitter dal ministero degli Esteri, secondo cui l’ex musicista dei Pink Floyd aveva speso la sera “dissacrando la memoria di Anna Frank e di 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah”.

Posizione anti israeliana

Durante la sua performance Waters ha fatto scorrere su uno schermo gigante vari nomi, mettendo in modo metaforico sullo stesso piano quello di Anna Frank, di Sophie Scholl, l’attivista anti nazista uccisa dalle SS, di Mahsa Amini, la cui morte è stata attribuita alla polizia morale iraniana, di George Floyd, l’afro-americano ucciso dalla polizia a Minneapolis e anche di Rachel Corrie, attivista Usa investita e uccisa da un bulldozer armato israeliano nel sud di Gaza nel 2003.

Ma soprattutto Waters ha scritto il nome di Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese di Al Jazeera uccisa l’anno scorso a Jenin in scontri a fuoco tra miliziani armati ed esercito israeliano. Israele aveva negato con forza la volontarietà, pur ammettendo la possibilità che la reporter potesse essere stata colpita da armi delle proprie forze armate. Alla fine dell’elenco, una scritta recitava che “loro” sono così brutali “perché vogliono schiacciare la nostra resistenza e continuare a governare il mondo“.

I precedenti

Non è la prima volta che Waters fa parlare di sé per le sue azioni fuori dal palco. “Non è vero che l’invasione russa dell’Ucraina non è stata provocata“, aveva dichiarato l’8 febbraio davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove era stato invitato dalla Russia a parlare. Waters non è nuovo neppure a contrasti con Israele. L’ex musicista dei Pink Floyd non ha mai nascosto la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese, difendendo l’azione di boicottaggio dei prodotti di Tel Aviv.

(fonte tgcom24)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd
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