Per la nostra rubrica dedicata alle letture, quest’oggi vi presentiamo la raccolta di racconti “Insonnia”, l’esordio nella narrativa di Andrea La Rovere.
Si tratta di un libro che vi proponiamo con particolare piacere, essendo Andrea da tempo un nostro collaboratore; spesso vi sarà capitato di leggere qualche sua recensione sui miti immortali del rock, dai Pink Floyd ai Led Zeppelin, dai Deep Purple ai Cream.
Oggi La Rovere si propone appunto in una vesta diversa, pubblicando questi diciotto racconti che – come ci dice lui – “sonnecchiavano” in un cassetto da tanto tempo, scritti più per dare corpo alla passione per le storie, che mirando a una pubblicazione.
La possibilità di esordire con una piccola ma prestigiosa casa editrice nazionale, la Tabula Fati, ha però alla fine convinto il nostro Andrea, ed eccoci con questo “Insonnia” tra le mani.
Il titolo è lo stesso di uno dei racconti della silloge, scelto perché – ci dice l’autore – l’insonnia e il mondo della notte in generale costituiscono un tema ricorrente nelle sue storie. Sono vicende che spesso scaturiscono da un piccolo imprevisto o da un incontro, o ancora da uno stato d’animo che spinge il protagonista sul lato oscuro della propria personalità.
I racconti sono stati scritti in un lungo arco temporale, tanto che si può notare una certa evoluzione dello stile. Si va da quello classico del racconto del terrore e del mistero, quasi degli omaggi a miti della letteratura come Edgar Allan Poe o Guy De Maupassant, come nel classico “La paura” o il serrato “L’inseguimento”, ambientato nella Parigi di fine Ottocento; “Per sempre” è quasi un tributo all’Edgar Allan Poe de “Il gatto nero” e de “Il cuore rivelatore”.
Di converso, i racconti più recenti virano su un taglio ora grottesco e surreale, come nel feroce “Il vecchio” e nell’onirico “La sfera sospesa nel cielo”, ora più realistico e minimale.
“Una vecchia Mercedes bianca” e “Il compagno di banco” sono piccole storie che affondano le radici nella quotidianità, in una routine sconvolta da un evento che potrebbe capitare a ognuno di noi, e celano toni quasi “carveriani”.
Più diretti e con qualche intento di denuncia sociale sono racconti come “Il dono” e “La lunga notte”, storie di uomini che per la loro ignoranza e superficialità, ma anche per correre dietro a pressioni sociali, rovinano la loro intera esistenza nel giro di una notte. O come “Sparare ai barattoli”, acuta analisi sul pericolo insito in un troppo disinvolto accesso alle armi da fuoco, o nel fulminante “Prima gli italiani”, dove un manipolo di esponenti della bella borghesia italiana si trasforma in giudice e carnefice senza pensare due volte alle conseguenze delle proprie azioni.
Insomma, l’esordio letterario di Andrea La Rovere risulta davvero promettente, al netto di qualche angolo da smussare qua e là, e potrebbe riservare ghiotte sorprese anche agli appassionati di musica che hanno imparato a conoscerlo su queste e altre colonne del web più raffinato; pare infatti che l’autore sia all’opera su un paio di progetti che coinvolgono anche la sua passione per il rock, su cui per ora non si è voluto sbilanciare.
Stefano Leto