La rassegna estiva «dicastelincastello»,promossa dal Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento e curata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con il Castello del Buonconsiglio – Musei e collezioni provinciali,proporrà venerdì 25 agosto l’ultimo appuntamento con «La storia è servita», iniziativa che, ancora una volta, andrà a disegnare un suggestivo percorso attraverso vari spazi del Castello del Principe Vescovo di Trento. Quattro luoghi, di diverse epoche, per ripercorrere la storia del maniero sotto il segno della festa e del gusto.
La Loggia veneziana, affacciata sulla città, si deve agli interventi di abbellimento e ampliamento promossi dal principe vescovo Giovanni Hinderbach. Otto colonne in pietra rosa, con capitelli in pietra bianca scolpiti a foglie e motivi figurati, sostengono nove archi trilobati. Da qui è possibile riconoscere i principali monumenti di Trento. Si distinguono chiaramente la Cattedrale con il vicino Palazzo Pretorio e la Torre Civica merlata e l’alto campanile romanico di Santa Maria Maggiore. Più vicini al castello, si vedono a sinistra il campanile della chiesa di San Pietro, dall’alta cuspide gotica, e quello della chiesa di San Marco.
La cosiddetta Giunta albertiana è un corpo di fabbrica edificato fra Castelvecchio e il Magno Palazzo, ossia fra la porzione medievale e quella rinascimentale del castello. Fu voluta dal vescovo Francesco Alberti Poia (1677-1689). Pur attenendosi fedelmente nell’aspetto esterno alle linee architettoniche del Magno Palazzo, di cui riprende anche il fregio dipinto sotto il cornicione, il nuovo edificio – così chiamato dal nome del committente – rispecchia nella decorazione interna il gusto di fine Seicento.
Significativi a questo proposito sono gli stucchi delle volte delle due sale al primo piano, attribuiti al lombardo Girolamo Aliprandi. La Giunta Albertiana venne eretta e ornata fra il 1686 e il 1688, forse su progetto di Giuseppe Alberti, pittore e architetto di fiducia del vescovo trentino, cui spetta certamente la decorazione ad affresco.
La Loggia del Romanino, che prende il nome dall’artista che fra il 1531 e il 1532 ne eseguì la decorazione ad affresco, occupa una posizione centrale al primo piano del Magno Palazzo, aperta in cinque arcate sul Cortile dei Leoni. È il luogo di raccordo fra i vari corpi di fabbrica: da essa si accede direttamente al corridoio dietro le antiche cucine e ai bagni, si sale al piano superiore con l’appartamento del principe vescovo, la Sala Grande e altri ambienti di rappresentanza, e si scende nel giardino esterno.
Nella decorazione della Loggia temi profani, allegorici, mitologici biblici e di storia romana si alternano all’interno di un complesso programma iconografico che riflette la cultura umanistica rinascimentale diffusa nelle corti e l’immagine che di se stesso intendeva dare l’illustre committente, il principe vescovo Bernardo Cles. Grazie al restauro del 1985-1986 gli affreschi sono tornati leggibili in tutto il loro splendore; in particolare i nudi sono stati liberati dalle vesti sovrapposte in modo deturpante probabilmente nel secolo XVIII.
Il revolto avanti la Chaneva è infine il refettorio utilizzato dai nobili del Castello per l’assaggio dei vini, che custodisce una grande raffigurazione di piatti, bicchieri, brocche e altre suppellettili preziose utilizzate nei banchetti.
In ogni spazio sono previsti momenti di musica e narrazioni, in un evocativo allestimento scenografico coevo. Ad ogni tappa ci sarà anche la possibilità di gustare piccoli assaggi di dolci e liquori curati dalla Cooperativa “Samuele”, per concludere con un brindisi finale sotto le volte affrescate.
Anche venerdì 25 agosto per «La storia è servita» sarà previsto un doppio turno di visita: alle 20,30 e alle 22,00. Il biglietto d’ingresso al Castello avrà un costo di 5 euro (ridotto 3 euro) ed è obbligatoria la prenotazione al numero verde 800 013952, che potrà essere effettuata dalle 14 alle 18 o, nella giornata di recita, al numero 0461 233770 – Info Castelli.