Ideato per essere percepito anche da un pubblico di non vedenti, il film si avvale del contributo del sound designer Mirco Mencacci, istituzione nel mondo del sonoro e anch’egli non vedente, già collaboratore di Marco Tullio Giordana, Ferzan Ozpetek e Michelangelo Antonioni.
Mencacci ha creato assieme alla regista e il team Indyca un universo sonoro che restituisse il mondo non solo fisico ma anche emotivo delle sue giovani protagoniste nel quale immergere gli spettatori e che, per la prima volta al cinema, permette di unire nella visione persone vedenti e non vedenti.
L’immagine della locandina creata dal grafico Daniele Catalli, è un’altra particolarità di questo progetto sperimentale: vera e propria opera artistica realizzata in edizione limitata, anche la locandina è stata pensata per rivoluzionare il concetto di immagine permettendo al pubblico di interagirvi”
Juliane Biasi Hendel ha da sempre incentrato il suo lavoro di artista e regista su temi sociali che riguardano soprattutto la devianza e le discriminazioni delle differenze. Ha trattato il tema della devianza come risorsa in Oceano Dentro (2009), documentario su una barca di ‘folli’ in viaggio nell’oceano che è stato riconosciuto in numerosi festival internazionali, e nel suo lavoro d’esordio Lezione di fine anno (2007) realizzato con Alessio Osele. A seguito di un viaggio in Kenya ha realizzato Muyeye (2012) e si è occupata di carcere con Voci nel silenzio (2014). Il colore dell’erba è il suo quinto lungometraggio. Nel 2005 fonda la casa di produzione Kurajcon cui ha, fra gli altri, coprodotto anche questo il film.
Indyca è una società di produzione specializzata in film d’autore e documentari creativi dal respiro internazionale. Sin dalla fondazione nel 2007 Indyca ha sviluppato progetti con un approccio sperimentale e i suoi film hanno vinto premi nei principali festival internazionali. Per ll colore dell’erba il team di Indyca ha collaborato attivamente con il sound designer Mencacci per realizzare la sonorità unica e le “soggettive sonore” che caratterizzano il tessuto narrativo dell’opera.