È arrivato al Teatro Sociale di Trento lo spettacolo di Pippo Delbono “Vangelo”.
Seduto tra il pubblico, di corsa in platea, sul palco e poi giù di nuovo, in un andirivieni mai fermo, inforcando un microfono-torcia che guida lungo le distorsioni della “retta via”, Delbono usa la sua voceche sussurra, poi urla, che sale e scende anch’essa, lungo le corde dei sentimenti per introdurre e accompagnarci nell’atmosfera folle e appassionata di uno spettacolo arrabbiato e sconvolto.
Il mondo umano si trasfigura, cerca incessantemente la libertà e la bellezza di cui è perdutamente innamorato. E la cerca, come credeva profondamente De André, nella polvere e nel fango, ai margini della normalità, dove si storcono i corpi e i visi, dove l’ordine si sovverte per lasciare spazio a ciò che può nascere: poesia e amore.
Accompagnato dalle cavalcate musicali di brani intramontabili, dall’apparizione di creature vive e storte, Pippo e la sua compagnia regalano ad un pubblico, forse leggermente esterrefatto (se si può dire…) di certo stordito, una pièce intensa, assoluta.
La sua critica al potere, alle regole e alle leggi che sotterrano e calpestano ciò che di più umanamente bello l’essere umano è in grado di dare e darsi, ha il carattere tagliente del vetro e la forza della passione indomabile.
Delbono, attore e uomo fin dentro la carne, contagia e travolge con la sua energia fisica e mentale perché scava e scava, senza timore ma a tratti tremando, dentro gli abissi, nel cuore dell’uomo.
Ricorda che chi è fatto per creare si piega e risorge come Cristo e di Cristo prende le parole più ignorate e inascoltate.
Clara Lunardelli