Leggi anche la prima parte dell’articolo dedicato ai 40 anni di SuperQuark.
Con il 1995 Quark completò la trasformazione da crisalide in farfalla: divenne infatti la trasmissione che ancor oggi tutti noi guardiamo e apprezziamo, cioè SuperQuark, giunta – nel travagliato 2020 – alla sua ventisettesima edizione (si coglie al volo come l’ultima versione del programma sia la più longeva). Assimilando le rubriche e le produzioni nate dal tronco di Quark, la puntata – di durata costante – nel corso degli anni si era allungata, passando da 45 a 120 minuti.
Dai dati dell’archivio multimediale della Rai veniamo a sapere che alla data del 1 Settembre 2020 le puntate trasmesse sono state 258, con una media di quasi dieci puntate a stagione (non saprei dire se siano tutte disponibili su Rai Play). La trasmissione è sempre stata registrata agli Studi Televisivi Nomentano 2 (Via Ettore Romagnoli 30, Roma) – dal 2018 consacrati come Studi Televisivi Fabrizio Frizzi -, mentre la stagione del 2014 è stata realizzata negli Studi Televisivi di Torino.
Vediamo brevemente com’è strutturata la puntata di SuperQuark. I primi 40 minuti circa sono di regola dedicati al documentario naturalistico, negli ultimi anni quasi sempre una produzione firmata BBC, contraddistinta da immagini di straordinaria qualità. Altre produzioni trasmesse sono state quelle di National Geographic nonché quelle del regista francese Nicolas Hulot.
Al documentario segue il sommario della puntata, durante il quale vengono mostrati in sequenza brevissimi estratti dei servizi che verranno trasmessi. Ciascun servizio si occupa di trattare uno specifico tema ed è così costruito: all’introduzione di Piero Angela segue il servizio vero e proprio; nella parte conclusiva la parola ritorna al conduttore il quale scambia con l’ospite in studio alcune considerazioni in merito a quanto visto, magari servendosi anche di qualche dimostrazione pratica (soprattutto nel caso dei temi di fisica, trattati dal Prof. Paco Lanciano). Tra le rubriche rimaste impresse nella memoria del pubblico dobbiamo ricordare: La Scienza in Cucina – tenuta dal Prof. Carlo Cannella sino al momento della sua prematura scomparsa, avvenuta nel 2011 (in seguito gli è subentrata la Dott.ssa Elisabetta Bernardi); Il Mondo degli Animali – tenuta dal Prof. Danilo Mainardi (scomparso a Venezia nel 2017: memorabile per il fatto che trattava aspetti del comportamento animale avvalendosi di rapidi schizzi su fogli di carta ); Polvere di Stelle – tenuta dal Prof. Giovanni Bignami (scomparso nel 2017).
Altre rubriche degne di nota sono quella tenuta dal Prof. Emanuele Jannini – intitolata Questione di Ormoni, nonché quella tenuta dal mitico Prof. Alessandro Barbero: quest’ultima si intitolava Istantanee dal Passato e vedeva il docente torinese commentare un quadro con Piero Angela; successivamente si è evoluta nella rubrica Dietro le Quinte della Storia. La rassegna delle rubriche non può ritenersi completa senza fare riferimento a Psicologia Delle Bufale – la rubrica dedicata ai falsi miti nonché alle bufale, tenuta da Massimo Polidoro (uno dei fondatori del Cicap) – nonché ai servizi di Barbara Gallavotti, studiosa, scrittrice e giornalista assai competente, in grado di trattare in maniera straordinariamente accessibile i più complessi temi della biologia.
La puntata, come da prassi, si conclude non solo con un breve spazio dedicato ad alcuni consigli bibliografici dedicati ai temi trattati, ma anche con l’anticipazione dei servizi della puntata successiva.
Dopo aver trattato, seppur per sommi capi, un quarantennio di divulgazione televisiva di altissima qualità, è d’obbligo chiedersi come abbia fatto Quark a mantenere intatto il proprio fascino in un arco di tempo così lungo, quando ci sono tante altre trasmissioni che dopo qualche stagione, o meno, appaiono già fuori moda e superate: innanzitutto SuperQuark è un progetto originale sin dalle sue origini, dato che – come affermato dallo stesso Angela – nella televisione di inizio anni ‘80 (ma anche successivamente) non c’era nessuno che proponesse un’idea simile, cioè il parlare di scienza – e non solo – in maniera competente e soprattutto accessibile a chiunque. Altra chiave del successo di SuperQuark è stata senza dubbio l’elevata preparazione del suo cast nonché dei vari ospiti che si sono succeduti nello studio della trasmissione, caldo e accogliente come il salotto di casa propria.
Parlando soprattutto degli ospiti non è affatto secondario sottolineare il loro tono pacato ed elegante nell’esporre i vari argomenti, caratteristica posseduta anche dal padrone di casa. Se nella televisione la volgarità nonché i toni esagerati (urla e turpiloquio) da diversi anni a questa parte sembrano essere la norma, a SuperQuark si è conversato e si conversa in modo educato e appassionante, stimolando gli spettatori a scoprire oppure ad approfondire nuovi argomenti. A questo proposito è importantissimo ricordare come la trasmissione sia stata di fondamentale importanza nello spingere molti giovani ad intraprendere carriere di studio nell’ambito della fisica, della biologia, dell’astrofisica, nelle discipline scientifiche in generale: a livello di impatto sulla società possiamo dire che se la trasmissione di Alberto Manzi – Non è Mai Troppo Tardi – tra il 1960 e il 1968 era stata di capitale importanza nell’insegnare a milioni di italiani a leggere e scrivere, SuperQuark – senza timore di esagerare – è stata altrettanto importante nel far germogliare nuove generazioni di studiosi promettenti (e l’esperienza di SuperQuark+ non fa che confermare ulteriormente quanto detto sinora).
In conclusione, volendo aggiungere un’ultima considerazione, possiamo affermare senza reticenze che quando si spegne la televisione verso le 23.45 si ha la netta impressione di aver ben speso la propria serata, dal punto di vista dell’arricchimento culturale oltre che del canone televisivo. A Dicembre Piero Angela compirà 93 anni, quì non è fuori luogo chiedersi se la trasmissione finirà con lui oppure se ci sarà un degno erede della sua lezione. Staremo a vedere.