Che immagini quelle di Josef Koudelka. E poi, possiamo chiamarle solo immagini le sue? È arduo scrivere di lui, ma qui lo facciamo solo per destare la curiosità, quel poco che magari possa risvegliare interesse per le opere di questo grande autore.
La sterminata produzione del fotografo ceco, nato a Boskovice nel1938, è infatti presente in tutto il mondo.
Koudelka è stato membro dell’Agenzia Magnum ed ha al suo attivo premi prestigiosi quali il Prix Nadar, l’Hasselblad Award, il Cornell Capa Award e molti altri ancora.
Basta guardare anche soltanto nel sito di Magnum per avere un primo assaggio della potenza dei suoi scatti.
La sua macchina fotografica, o meglio il suo sguardo, è una spada che taglia come un rasoio, ricrea ed esalta la realtà, come fanno gli artisti.
C’è un’imponenza in ogni sua singola immagine che si fa ricco lessico per chi l’accoglie, un modo di leggere e comprendere infinite storie che traboccano di umana dignità.
Il bianco e nero lo accompagna da sempre e spesso rimanda ad una lettura drammatica di eventi, scenari e situazioni legati alla storia – quella con la “S” maiuscola – ma non solo.
Luci ed ombre occupano l’inquadratura in campiture decise: un linguaggio chiaro, senza bisogno di spiegazioni. Indimenticabili i suoi visi, i suoi squarci.
In posa o in azione, tutti e tutto rispondono ad un’intima necessità, quella di esistere e resistere, contrassegnata in ogni momento da una volitiva ammissione.
Guardare le sue fotografie è dunque come stare fissi con gli occhi ben aperti su un palcoscenico dove fluisce vita ad alta tensione, una corrente che s’incunea forte nella mente e talvolta lascia schegge di esplosione.
Clara Lunardelli – Onda Musicale